L’intervista a Massimiliano Lisa, direttore e co-curatore del Museo Leonardo3

0
1998
© Museo Leonardo3 http://www.leonardo3.net

Abbiamo parlato in questo articolo del Museo Leonardo3, sito nel centro storico di Milano, in  Galleria Vittorio Emanuele II. Un museo che continua, anno dopo anno, a rinnovarsi e che oggi offre al pubblico un percorso di visita alla scoperta della figura e delle opere di Leonardo – dalle macchine ai Codici – realmente interessante, anche attraverso i molti supporti tecnologici  presenti in esposizione. Un museo d’avanguardia che continua ad aggiornarsi, a stare al passo con i tempi e a proporre sempre nuove macchine, nuovo proposte di lettura – per adulti e per i più giovani. Per approfondirne la storia e la mission, ci siamo rivolti al dott. Massimiliano Lisa, direttore del Museo Leonardo3 e co-curatore. Ne è nata un’interessante intervista che ci ha permesso di approfondire il grande lavoro “dietro” a questo museo e i futuri progetti.

© Museo Leonardo3 http://www.leonardo3.net

Intervista a Massimiliano Lisa, direttore e co-curatore del Museo Leonardo3

RP: Dalla mostra  “Il Mondo di Leonardo” ad un museo permanente nel cuore di Milano. Perché nasce il Leonardo3 Museum?

ML: Leonardo3 nasce nel 2005 come centro studi privato che si proponeva di cambiare i paradigmi classici. Di solito, nel mondo dello studio scientifico e artistico, c’è il curatore che cura la mostra, ci sono gli autori e gli studiosi che si occupano degli studi scientifici, ci sono gli allestitori e c’è chi si occupa della parte tecnologica. Poi ancora: c’è l’editore che pubblica il catalogo e chi organizza la mostra. Generalmente sono tutte figure separate. Personalmente, mi occupavo di tecnologia e di editoria e dirigevo una casa editrice che si occupava di pubblicazioni specializzate in ambito tecnologico soprattutto computergrafica, digital video, animazioni e multimedia. Ho conosciuto i miei soci che già lavoravano per alcuni musei, realizzando lavori per conto terzi. La formula è stata questa: facciamo direttamente tutto noi, dall’idea allo studio, da studiare il manoscritto a tradurlo, come può essere il caso delle macchine di Leonardo in un modello tridimensionale, animato, e poi in uno fisico.

Avere quindi tutti i passaggi interni – siamo anche casa editrice – fino ad arrivare al pubblico con le mostre. E fin dall’inizio il nostro obiettivo era quello di realizzare un museo che fosse un centro studi, che fosse il luogo in cui far conoscere Leonardo in maniera innovativa, anche con strumenti tecnologici: l’interattività non è più un pulsante da toccare ma un supporto digitale che consente l’approfondimento significativo.

Quindi sin dall’inizio abbiamo avuto l’obiettivo di creare un importante museo/centro studi. C’era l’idea di un grande museo di 40 mila metri quadri da realizzarsi all’Idroscalo (accanto a Linate) che fosse allo stesso tempo museo, centro studi, sede di master universitari sulle nuove tecnologie e metodologie per i beni culturali, teatro e mostra/mercato di arte contemporanea. Questo grande progetto, che era stato anche appoggiato dall’allora Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, non è andato in porto. Nel 2013, c’è stata l’occasione di dare vita a un centro molto più piccolo, ma nel centro di Milano, in piazza della Scala che è particolarmente iconica e dove c’è proprio la statua di Leonardo da Vinci. Siamo nati come mostra temporanea che doveva durare tre mesi e poi di rinnovo in rinnovo, sforzo dopo sforzo, siamo ormai diventati un museo de facto e integriamo ogni anni i nostri contenuti con nuovi studi. Perché lo facciamo? Perché noi continuiamo a studiare: abbiamo un team che ogni anno dà vita a nuovi contenuti inediti, mai realizzati prima. 

La sede a Milano ha avuto grande successo: nel solo anno 2019, prima del Covid, abbiamo fatto 250 mila visitatori che sono tantissimi per uno spazio fisso. Si pensi che una istituzione prestigiosa come il Museo del Novecento ne fa 380.000 ed è uno spazio più grande e ospita opere originali. Le nostre opere, seppur affascinanti e inedite sono delle ricostruzioni. Siamo sopravvissuti al periodo Covid e adesso non solo aspettiamo il nostro pubblico in Piazza della Scala, all’ingresso della Galleria, ma continuiamo con le mostre: ne abbiamo aperta una al Natural Science Museum di Bolzano dove abbiamo presentato una nuova macchina di Leonardo (un carro per trasportare tronchi) e ne apriremo una a marzo a Portland, negli Stati Uniti, peraltro in collaborazione con la Biblioteca Ambrosiana dal momento che vi saranno anche due fogli originali del Codice Atlantico di Leonardo. L’obiettivo di essere anche un museo c’è c’è sempre stato fin dall’inizio e siamo riusciti a concretizzarlo.

RP:  Leonardo con i suoi studi le sue opere le sue invenzioni ci insegna sempre qualcosa di nuovo, non smette mai di stupirci. Quanta modernità c’è nell’opera di Leonardo?

ML: A mio giudizio la cosa più importante che ci insegna Leonardo è quella che bisogna continuamente sperimentare e continuare a provare cose nuove, anche innovative, senza troppa paura di sbagliare. E infatti Leonardo ha dimostrato di aver sbagliato tantissimo nella sua vita perché sia come ingegnere, sia come inventore, sia come artista, i suoi fallimenti in realtà sono molto più numerosi dei suoi successi. Ma nonostante questo ha raggiunto l’immortalità.

Pensiamo alle sue pitture murali: una l’Ultima cena e l’altra La Battaglia di Anghiari. In entrambe Leonardo si è rifiutato di usare la tecnica ormai consolidata dell’affresco perché per lui limitante: La Battaglia di Anghiari è stata così fallimentare che si è distrutta subito. L’Ultima Cena – certamente come capolavoro, e come dono dell’immortalità dell’autore, ha un successo totale – però tecnicamente ha iniziato immediatamente a perdere i colori perché anche in quel caso la tecnica sperimentale da lui impiegata è risultata fallimentare. Pensiamo anche alla fusione del cavallo Sforza che Leonardo non riuscirà mai a fare o anche alle tante macchine: alcuni progetti sono utopici, altri non funzionano, altri sono troppo arditi. Quindi la sua grande forza è stata proprio quella di continuare a sperimentare, non abbattersi mai e continuare a fallire. In tanti fallimenti ci sono anche delle cose chiaramente geniali e innovative. Pensiamo per esempio al volo: lo stesso Leonardo nel Codice del volo, nelle ultime pagine scrive che la sua macchina, il Grande Uccello, avrebbe volato dal monte Ceceri e avrebbe riempito la terra intorno a Firenze di gloria e anche lui stesso sarebbe stato glorificato nei secoli. Ma anche se nel volo Leonardo fallisce, non solo vi arriva molto vicino, ma analizza la teoria del volo in modo molto profondo e accuarato.

Un altro insegnamento è poi che tutta l’associazione tra la modernità e Leonardo ha del vero e del falso. Per esempio sul disegno tecnico si può dire che Leonardo disegni delle macchine in maniera così incredibile e dettagliata da anticipare in qualche modo il disegno tecnico. Quando studia il volo disegna il profilo alare e arriva praticamente a postulare il principio di Bernoulli: per la differenza di pressione lui parla di velocità dell’aria e dell’aria che scorre. Tante anticipazioni ci sono, detto questo non dimentichiamoci che l’idea che Leonardo è un genio universale che ha inventato tutto dall’automobile alla bicicletta (che è un falso!) alle macchine volanti, è una costruzione fatta dal Fascismo che ha scelto Leonardo come testimonial all’epoca e lo ha consacrato con una grande mostra negli anni ’30 a Milano alla Triennale, la cui collezione, poi ricostruita, è quella che oggi troviamo al Museo della Scienza e che è stata anche in Giappone e a New York rendendo questo mito universale.

Ci sono tanti miti da sfatare ma in mezzo a tutti questi miti rimane comunque la grandiosità di Leonardo: quel che cerchiamo di far capire noi è che Leonardo era umano. Non è il precursore di ogni cosa, ma grazie alle sue capacità, al suo approccio e a questo propria inesauribile voglia di sperimentare, è riuscito a fare grandissime cose. Anche con i bambini che vengono a trovarci diciamo spesso: ogni tanto spegnete il cellulare, studiate Leonardo, accendete il vostro cervello e iniziate a essere creativi e non abbiate paura sperimentare e di sbagliare. Il timore di sbagliare il giudizio degli altri ci frena dal fare tante cose.

Cenacolo Vinciano
Leonardo da Vinci, L’ultima cena – Santa Maria delle Grazie, Milano
RP: Oggi il museo custodisce il passato e sempre più lo condivide con il pubblico anche con le nuove tecnologie permettendo al visitatore di esplorare le opere a 360°o di approfondirne la storia e i dettagli. Quando e perché avete introdotto i pannelli multimediali al Museo Leonardo3? Quanto è importante che un museo si rinnovi introducendo nuove modalità di fruizione?

ML: Noi siamo nati con il voler trasmettere e divulgare Leonardo nel mondo usando l’edutainment, quindi facendo in modo che si usi la tecnologia e le metodologie divertenti con diversi livelli di lettura, sia per bambini che per adulti, e con diverse possibilità di approfondimento. E la prima opera che abbiamo fatto, ancora prima di fare una mostra, è stata il Codice Atlantico virtuale: una selezione delle prime 150 pagine. Fondata Leonardo3, nel 2005, abbiamo fatto un accordo con l’Ambrosiana per dare vita a questo codice virtuale che aveva il pregio di far sfogliare al pubblico, direttamente e in modo interattivo, i 150 fogli del Codice, facendo poi comprendere il significato dei disegni di Leonardo grazie ad animazioni 3D delle sue macchine. Siamo partiti unendo la tecnologia, l’interattività, gli strumenti digitali nel 2005 e siamo stati in assoluto tra i primi. All’epoca la prima mostra fu proprio all’Ambrosiana,  nella sala del cartone di Raffaello sotto gli auspici del cardinal Ravasi che all’epoca era il Prefetto dell’Ambrosiana. Abbiamo capito in prima persona che gli strumenti digitali interattivi consentono al pubblico un maggior coinvolgimento.

Noi siamo totalmente votati all’interattività, all’uso di strumenti digitali per far capire alla gente che i contenuti sono importantissimi nelle mostre e nei musei e siamo facilitati perché siamo noi che li sviluppiamo, un po’ alla Leonardo che faceva tutto da solo.

Dama con l'Ermellino
Il mondo di Leonardo. Il pannello multimediale dedicato alla Dama con l’Ermellino © Museo Leonardo3 http://www.leonardo3.net
RP: Ho visto tanti fogli originali di Leonardo. Io personalmente sarei stata ore davanti ai vostri pannelli a sfogliare i codici.

ML: Abbiamo quello con il Codice Atlantico nella sala principale che ha tutti i 1119 fogli. Il lavoro più completo è sul Codice del Volo che abbiamo fotografato direttamente dall’originale.

RP: Dietro al museo c’è il Centro Studi Leonardo 3. Può raccontarci come oggi interagisce il museo con il Centro studi?

ML: Intanto siamo un centro studi privato quindi non abbiamo nessun tipo di finanziamento: lo studio è possibile grazie ai risultati del museo. Riusciamo a finanziare gli studi perché sostanzialmente l’attività è autosostenuta dai risultati di quello che facciamo. Inizialmente qualche anno fa, una grossa parte dei finanziamenti arrivava dalle pubblicazioni perché ancora si riusciva a vendere libri e prodotti multimediali con numeri importanti.

Oggi si vende molto poco a livello editoriale ma riusciamo a finanziarci grazie alle mostre. Le due cose sono intimamente collegate perché il frutto degli studi viene esposto nel nostro museo e quindi è la sorgente che alimenta il fiume che alimenta il lato espositivo e a sua volta il successo del lato espositivo è ciò che dà la linfa per poter pagare gli stipendi e per finanziare gli studi. Quindi le due cose sono interdipendenti senza alcun tipo di finanziamento pubblico (a parte i finanziamenti pubblici che abbiamo ricevuto in seguito al COVID) e nel momento in cui le nostre cose (mostre – esposizioni)  non dovessero piacere al pubblico tutto cadrebbe come un castello di carte.

RP:  C’è un’opera di Leonardo che la emoziona più di altri un dipinto una macchina, un codice che non smetterebbe mai di ammirare e studiare?

ML: Per passione personale, essendo anche pilota, sono molto affascinato e attratto dalla parte legata al volo quindi le macchine volanti e in particolare il Codice del Volo. Abbiamo avuto la fortuna di studiare direttamente l’originale alla Biblioteca Reale di Torino: questo è stato molto emozionante. Lo trovo molto affascinante: non è un codice sul volo degli uccelli come viene definito, ma in realtà è un manoscritto che contiene lo studio della natura di come volano gli uccelli, in particolare il Nibbio. Sono studi che servono a Leonardo a capire la teoria del volo che lui poi teorizza disegnando in quel codice una macchina che abbiamo battezzato Grande Nibbio e capisce che probabilmente si può realizzare il volo planato (e non il volo battente che per l’uomo è impossibile) e arriva a postulare il profilo alare e tante cose veramente corrette. Uno studio che reputo profondissimo, interessante e affascinante. 

© Museo Leonardo3 http://www.leonardo3.net

Dal lato artistico invece, quasi ogni disegno, quasi ogni dipinto di Leonardo ha i suoi motivi di fascinazione e rimango molto colpito dai moti dell’animo che tutti citano, perché è vero: Leonardo ha questa capacità. Probabilmente continuo a vederla perché lo so, ma mi impressiona sempre, nelle sue opere sembra proprio di vedere un fotogramma di un film in movimento. Le sue non sono figure statiche, ma sono sempre figure in movimento: nell’Ultima Cena fotografa un istante, quel momento in cui Gesù annuncia: “qualcuno di voi mi tradirà”. Come fosse un fotogramma di un film che lo spettatore nella sua mente continua a vedere in movimento, a immaginarsi cosa accade dopo. Lo trovo molto affascinante, molto moderno e molto potente.

RP: Potente è una parola giustissima. Eccoci all’ultima domanda: quali i prossimi progetti del Museo Leonardo3?

ML: Li riassumo. Per quel che riguarda il museo di Milano è quello di rimanere un museo permanente per sempre e lasciare qualcosa alla città che permanga anche dopo la morte di noi curatori, sia la mia che quella di Edoardo Zanon. Per farlo stiamo continuando a lavorare: aggiungendo contenuti e migliorandoli. Stiamo lavorando anche su alcuni modelli che già sono in mostra per aggiornarli e renderli funzionanti. Quindi una creazione di nuovi contenuti inediti e un perfezionamento continuo di contenuti che già ci sono. Un aggiornamento comunque tecnologico continuo, con l’obiettivo in epoca post-Covid, di tornare agli orari di prima perché ora proponiamo un orario al pubblico ridotto dalle 10 alle 18 (prima invece era 9:30-22:30) tranne i weekend che sono aperti tre ore in più. Siamo aperti 364 giorni all’anno e questo continuiamo a farlo, siamo chiusi solo il 25 dicembre. 

E ancora: continuare la nostra attività di mostre itineranti. Il progetto più vicino è la mostra di Portland che sarà inaugurata a marzo: durerà fino a settembre e vedrà anche due fogli originali dell’Ambrosiana. Sono due fogli iconici perché sono “la Barca a pale” che abbiamo creato anche in mostra come mix tra mix tra realtà fisica e  virtuale in cui si può pedalare con la barca a pale sui Navigli di Milano e il suo motore, ovvero il meccanismo che riguarda il moto alternato. Questa collaborazione con l’Ambrosiana è molto interessante perché consente di riunire una accanto all’altra la ricostruzione fisica fatta oggi e il disegno fatto 500 anni fa da Leonardo.

Biografia Massimiliano Lisa

Nel 1985 a soli 18 anni, fonda la IHT Technologies, casa editrice d’informatica, della quale sarà amministratore unico e direttore editoriale. L’anno successivo, nel 1986 concepisce, lancia sul mercato e dirige il periodico mensile Commodore Gazette, che negli anni arriverà a una tiratura di 70 mila copie e diventerà una delle riviste d’informatica più vendute in Italia. Nel 1988, in seno alla IHT dà vita alla Divisione Libri della quale è editore e direttore editoriale. La collana “Informatica” vede titoli come L’Amiga e Il Manuale dell’AmigaDOS, che saranno bestseller assoluti non solo nel campo dell’informatica, ma anche di quello dell’economia. Diventa direttore responsabile della rivista Arte in Video. Responsabile dell’edizione italiana dei documentari del Metropolitan Museum of Art di New York allegati alla rivista Arte in Video.  Nel 1922 è autore, direttore e conduttore di Informatica VideoMagazine, settimanale televisivo dedicato al mondo dei computer, in onda su TeleCampione. Prosegue la sua brillante carriera nel mondo della divulgazione Informatica e riceve importanti riconoscimenti.  Dal 2005 » Cofondatore, amministratore delegato, presidente del CDA e direttore editoriale di Leonardo3 srl. In questo ambito prende tutte le decisioni strategiche e direttive, che consentono all’attività di prosperare in totale autofinanziamento. Seguono

Dal 2005: co-ideatore e organizzatore e co-curatore e co-autore di molte mostre internazionali da Il Mondo di Leonardo, PAFF (Pordenone) a Think Like Leonardo da Vinci, Olympian City 2 (Hong Kong); da Il Codice Atlantico Virtuale, Pinacoteca Ambrosiana, Milano, Leonardo da Vinci a Extraordinary Machines of Leonardo, Rockefeller Center, New York (USA). Nel 2013 concepisce il progetto, trova e negozia gli spazi, organizza tutta la struttura, l’organizzazione e il marketing, oltre a essere coautore del percorso espositivo, e dirige il Museo Leonardo3 di Piazza della Scala/Ingresso Galleria a Milano, che con quasi 250 mila visitatori solo nell’anno 2019, è il museo più visitato in Italia in rapporto alla superficie espositiva. Da allora a tutt’oggi è direttore del Museo e co-curatore.