Perché le figure dipinte da Fernando Botero sono grasse?

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dittico Piero della Francesca, 1998
botero dittico Piero della Francesca, 1998

Botero: verso una nuova forma

Fernando Botero è un artista colombiano di fama internazionale: le grandi (o meglio grasse) figure che dipinge sono il tratto distintivo delle sue opere. Sebbene tutti ormai conosciamo le peculiarità di questi dipinti, forse non ne conosciamo l’origine. Dietro a questi personaggi “sempre grossi”, c’è una motivazione che non ha nulla a che vedere con la dimensione ma con la “dilatazione” delle figure nello spazio.

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Fernando Botero, Mona Lisa, 1978,
Fernando Botero, Mona Lisa, 1978,

La dilatazione dei volumi

La prima opera con una figura di grandi dimensioni raffigura un oggetto, un mandolino. La rappresentazione dell’oggetto è molto amplificata: il volume ricreato sulla tela stupì lo stesso Botero per la sua valenza sensuale e “dimensionale”. Si parla di volumi e dilatazione – non di figure grasse. Dopo questa prima “dilatazione”, il Maestro di Medellín definì un nuovo stile personale, dilatando animali, esseri umani ed altri oggetti. Sfatiamo quindi il mito secondo cui Botero è ossessionato da figure grasse, come lui stesso ci spiega in un’intervista:

"Non dipingo donne grasse. Nessuno mi crede ma è vero. Quello che dipingo sono i volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo anche con il volume, se dipingo un animale è volumetrico, anche un paesaggio ", ha spiegato al quotidiano spagnolo El Mundo." Mi interessa il volume, la sensualità della forma. Se dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, lo faccio sempre con questa idea del volume, non è che ho un'ossessione per le donne grasse"
Fernando Botero, Natura morta con mandolino (1957; olio su tela, 67 x 121 cm; Collezione privata)
Natura morta con mandolino (1957; olio su tela, 67 x 121 cm; Collezione privata)

Botero ha spiegato più volte al pubblico e ai critici, la valenza e il significato che sta dietro alla dilatazione delle forme. L’abbondanza è positività, ricchezza, vita. Una dimensione ancestrale arricchita dalla sensualità delle forme. La sua dilatazione è quindi una tensione verso la positività.

“La realtà è arida, preferisco comunicare la pienezza” F. Botero

botero dittico Piero della Francesca, 1998
Botero, dittico Piero della Francesca, 1998

Tra critica e pubblico

Fernando Botero (Medellín, 1932) è un artista contemporaneo molto amato dal pubblico. Il suo stile così riconoscibile è molto apprezzato: le sue opere si trovano nei grandi musei internazionali e in prestigiose collezioni private. Dall’altro lato – i critici si sono letteralmente divisi: molti di loro hanno sempre espresso pareri molto duri sulla produzione artistica del Maestro di Medellín. Le critiche a lui indirizzate sono state davvero taglienti: alcuni hanno definito le sue grandi figure come caricature grottesche – altri lo hanno definito come un fenomeno puramente commerciale.

Ovviamente tra i critici ci sono anche dei sostenitori e amanti dell’arte di questo “artista delle grandi forme” – ma rimane comunque un dato di fatto il grande divario tra pubblico sostenitore e critici contrariati. Durante la sua carriera artistica il Maestro colombiano si è a lungo scontrato con le critiche e contestazioni alle sue opere (e al suo lavoro), ma – anche se con non poche difficoltà – è diventato un’icona dell’arte contemporanea.

 

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Rebecca Pedrazzi
Classe 1982, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano con la tesi “Il Mercato dell’Arte nel decennio 1998-2008”. Dopo la laurea viaggia in Europa e si trasferisce a Londra. Rientrata a Milano, la sua città natale, lavora come Art-Advisor e commerciale nel settore Luxory. Ha collaborato con diverse testate, online e cartacee, con articoli di approfondimento sull’arte. Dopo aver conseguito il patentino da giornalista pubblicista, fonda nel 2017 NotiziArte, website di notizie d’arte e cultura. É autrice del libro "Futuri possibili. Scenari d'arte e Intelligenza Artificiale" edito con Jaca Book nel 2021.