Riportate in Italia l’Atleta di Fano esposto al Getty di Malibù

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Atleta Vittorioso
L'Atleta Vittorioso di Lisippo

Il Gip di Pesaro, Giacomo Gasparini, ha disposto la confisca della statua Atleta Vittorioso attribuita allo scultore greco Lisippo. La statua era stata acquisita dal Getty Museum nel 1977 per la cifra di 4 milioni di dollari.

L’ Atleta Vittorioso di Lisippo

Non si può vendere un’opera d’arte di straordinario interesse storico artistico all’estero se questa viene trovata in acque Italiane.  Questo secondo il Giudice – e la legislazione dei beni culturali italiani -. Eppure è successo e con una scultura di straordinario valore. L’opera di cui stiamo parlando è  l’ Atleta Vittorioso di Lisippo, una scultura del IV secolo a.C. realizzata in bronzo ed attribuita a Lisippo. Quest’opera fu rinvenuta da un peschereccio sulle coste di Fano nel 1964 – da qui il nome:  “L’ Atleta di Fano”. La scultura fu poi venduta al Getty Museum di Malibù, California.

Riportate in Italia l’Atleta di Fano

Per decenni si è cercato di far rientrare l’Atleta di Fano in Italia ma solo ora sembra che la situazione si sia sbloccata. Come comunicato da Adnkronos, la puntata “Ladri di Bellezza”  ( in onda in prima serata su Rai 1, mercoledì 6 giugno) ha fatto luce su questo caso. Giacomo Gasparini, Gip di Pesaro, l’8 giugno ha disposto il sequestro immediato della statua esposta al Getty Museum. Secondo il giudice la scultura di bronzo non poteva essere venduta, perchè rinvenuta in acque territoriali e appartenente allo Stato italiano, e la Fondazione Getty sapeva questa provenienza al momento dell’acquisto.

“Ladri di Bellezza” 

Duilio Giammaria  – giornalista e conduttore televisivo (che ha realizzato l’intervista al direttore del Getty Museum, Timothy Potts) – ha spiegato “la decisione del giudice che dispone la confisca di questa opera d’arte unica al mondo è il risultato del lavoro congiunto di tutte le istituzioni italiane che hanno lavorato per ottenere questo risultato: i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio, guidati dal generale Fabrizio Parrulli, il MiBact, l’associazione ‘Cento Città di Fano’, l’avvocato Lorenzo D’Ascia dell’Avvocatura di Stato, che insieme alla Procura di Pesaro ha difeso il diritto italiano sulla scultura. Un successo del sistema Italia, a cui noi abbiamo dato un contribuito ma che soprattutto la Rai con ‘Petrolio’ ha illuminato”.