La classe di danza
Nell’immaginario collettivo, le ballerine sono da sempre legate a Degas: suo tema forte e ricorrente, trovano nei quadri del pittore impressionista interpretazioni innovative e iconiche. Per questo, parliamo qui di una delle sue opere più famose: La classe di danza. La versione di riferimento è quella oggi conservata al MET di New York, dipinta da Degas nel 1874 e molto vicina alla versione del Musée d’Orsay, completata tra il 1873 e il 1876.
Il quadro fu commissionato nel 1872 dal cantante lirico e collezionista Jean-Baptiste Faure. Ed è una delle rarissime ordinazioni accettate da Degas, che ci lavorò in modo discontinuo per due anni prima di portarla a termine. La classe di danza è un olio su tela di 83,5×77,2 cm. Il titolo originale francese è La classe de danse: si può trovare tradotto in italiano anche come La scuola di danza o La lezione di ballo.
Descrizione del quadro
Ciò che vediamo in primo piano è un leggìo, dietro al quale stanno in piedi due ballerine, una intenta a sistemare il vestito all’altra. Alle loro spalle parte un dispiegamento di 24 figure femminili. Le danzatrici sono tutte con tutù bianco ma ognuna intenta a compiere un’azione diversa. C’è chi osserva, chi legge, chi si rilassa appoggiata alla parete, chi chiacchiera con le compagne e chi si esibisce, osservata dal maestro, che vediamo a figura intera nella parte destra del quadro.
Lo ritroveremo quasi identico nella versione del Musée d’Orsay. È Jules Perrot, uno dei maestri di ballo all’epoca più famosi d’Europa, che svolge la sua lezione in una sala prove della vecchia Opéra di Parigi, devastata da un incendio l’anno successivo alla commissione. Sul fondo, alcune spettatrici vestite in borghese: sono madri o accompagnatrici delle ballerine. Sulla parete di sinistra, di fianco all’enorme specchio, intravediamo il manifesto del Guglielmo Tell di Rossini, omaggio al committente del quadro.
Tecnica e stile della Classe di danza
La classe di danza è un dipinto impressionista: le pennellate rapide e sfumate evocano materiali e oggetti e restituiscono la dinamicità della scena. L’impressione di movimento è data dalla ballerina al centro che danza e dal brulicare di azioni diverse di ogni personaggio. La tavolozza è fredda e alcuni dettagli di colore spiccano: il fiore rosso della danzatrice in primo piano, i nastri rosa e azzurro delle ragazzine centrali.
Sulla parete di sinistra, un enorme specchio ci restituisce ciò che succede nella parte di stanza a noi non visibile e i finestroni che vi si trovano. La sua funzione illusionistica ci fa percepire l’ambiente più grande e aperto di come lo vedremmo altrimenti. La luce che riflette illumina tutto il dipinto e si posa sulle ballerine in fondo. Ed è proprio la luce uno dei maggiori oggetti di studio di Degas.
Degas, gli impressionisti e la fotografia
Il punto di vista, la prospettiva, l’istantanea casualità della scena e la quotidianità del soggetto dimostrano il taglio fotografico del dipinto. Degas termina il quadro nello stesso anno della mostra a cui partecipò con Monet, Renoir, Pissarro, Cézanne e altri, individuata come momento della nascita dell’impressionismo. Sono i decenni successivi alla prima diffusione della fotografia, tecnica a cui gli impressionisti guardano con ispirazione.
Il concetto di catturare in modo casuale e oggettivo l’istante osservato con la macchina fotografica è alla base delle scelte pittoriche di molti artisti impressionisti. Pensiamo a chi portava tela e cavalletto all’aria aperta e dipingeva di getto ciò che vedeva, lavorando en plein air. Tecnica che però Degas rifiuta.
Degas e la memoria
Per quanto l’influsso della fotografia è evidente in opere come La classe di danza, Degas non dipingeva di getto. Ha una formazione classicista, considera importante la capacità del pittore di costruire l’immagine, tramite memoria e scelte compositive. Paul Valéry diceva che «un’opera era per Degas il risultato di una quantità indefinita di studi e, in seguito, di operazioni».
E infatti Degas, borghese colto e benestante, frequenta l’alta società, va alle corse, a teatro, nei caffè. Osserva, studia, scruta, imprime nella propria mente e sul foglio immagini, attimi, soggetti, colori, luci ed espressioni. Poi torna nel proprio atelier e ci lavora a lungo. Disegna, schizza, calcola, misura. A testimonianza conserviamo numerosi studi e bozzetti, anche della stessa Classe di danza.
Edgar Degas, biografia
Figlio del banchiere De Gas (è questa la grafia originaria del cognome), Hilaire Germain Edgar nasce nel 1834 a Parigi, dove vivrà sempre, pur con frequenti soggiorni in Italia, paese d’origine del padre. Dopo un’istruzione classica si iscrive per breve tempo a giurisprudenza, per poi darsi alla pittura. Nel 1854 diventa allievo di Louis Lamothe, discepolo del grande Ingres che quindi influenzerà molto lo stile di Degas.
Nel 1862 incontra Manet, dando una svolta impressionista alla propria arte: dal 1874 parteciperà a tutte le mostre dei pittori impressionisti, con un’unica eccezione nel 1882. La sua arte studia soprattutto gli effetti della luce artificiale, per questo rappresenta così spesso balletti, teatri, caffè, luoghi di ritrovo al chiuso. Ma è fortemente influenza anche dalle stampe giapponesi, di cui Degas era collezionista. Gravi problemi alla vista lo spinsero ad abbandonare via via la pittura per dedicarsi alla scultura negli ultimi vent’anni della sua vita, per poi morire nel 1917, ormai quasi del tutto cieco.