Saul Steinberg. Scrivere senza parole:
Triennale Milano presenta il nuovo podcast realizzato da Francesco Costa

Saul Steinberg. Scrivere senza parole è un podcast di Triennale Milano realizzato per la mostra Saul Steinberg Milano New York, a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari, promossa da Triennale insieme a Electa.

Il podcast, composto da 9 episodi, vuole offrire delle chiavi di lettura per avvicinarsi alla figura di Saul Steinberg, autore e illustratore tra i più grandi del Novecento, e per leggere le sue opere anche attraverso la ricostruzione del contesto nel quale l’artista è nato e cresciuto. Il podcast è scritto e realizzato da Francesco Costa, giornalista e vicedirettore de “Il Post”, il sound design è curato da Bruno Belissimo e la produzione è di Mismaonda.

“Nei disegni faccio solo quello che voglio” – diceva Saul Steinberg – “e mostro me e il mio mondo nel modo che scelgo. Capire la verità dell’oggetto del disegno è una cosa complessa perché non è una verità visibile, una verità superficiale: e richiede un grande sforzo, un impegno che qualche volta, per pigrizia, si cerca di evitare. È più facile inventare”.

Con Saul Steinberg. Scrivere senza parole Triennale prosegue gli approfondimenti sulla sua programmazione attraverso il formato podcast in un percorso che vede dialogare le attività in presenza e quelle digitali. Dopo Architecture & Anthropocene (2019), prima serie podcast prodotta da un’istituzione museale italiana, Triennale ha realizzato diverse produzioni, tra cui, in occasione della mostra Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli: Enzo Mari Costellazione (2020), podcast di Alice Rawsthorn, in collaborazione con Hans Ulrich Obrist, Enzo Mari spiegato ai bambini – che ha ricevuto una menzione speciale al Premio Gianluca Spina per l’Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali – e Il Michelangelo dei Fiammiferi (2021), ideato da Matteo Caccia. Triennale ha inoltre prodotto From the Moon (2021), podcast dedicato ai temi della 23ª Esposizione Internazionale.

 Gli episodi di Saul Steinberg. Scrivere senza parole

1. Saul Steinberg
Nel primo episodio viene presentata la figura di Saul Steinberg, disegnatore, illustratore, artista tra i più importanti del Novecento. In particolare vengono raccontati gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza trascorsi in Romania e il trasferimento a Milano, dove nel 1933 si iscrive alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano.

2. Milano
Gli anni milanesi rivestono una grande importanza nella formazione di Steinberg, che trova nella città un contesto culturale stimolante, cosmopolita, un laboratorio di modernità. A Milano conosce, tra gli altri, Aldo Buzzi, Alberto Lattuada, Cesare Zavattini, Giovanni Guareschi. Steinberg resta molto legato a Milano e agli otto anni che passò in Italia.

3. America
Il rapporto di Saul Steinberg con l’America, dove arriva nel 1942, è al centro di questo episodio, che racconta i viaggi dell’artista alla scoperta del paese e le sue contraddizioni. Durante il suo soggiorno realizza quasi 90 copertine e circa 1.200 disegni per il “The New Yorker”.

4. Camuffarsi
Steinberg ha uno stile inconfondibile, che nasce dal miscuglio di linguaggi e dall’invenzione di personaggi “camuffati”. Disegna persone come animali, dai gatti ai coccodrilli ai cavalli, e animali come persone. Questo episodio si sofferma su questa sua capacità di trasfigurare le persone nei suoi disegni.

5. Guardare
Questo episodio è dedicato allo sguardo di Steinberg e in particolare a come ha rappresentato il paesaggio urbano americano. Negli anni, disegna strade e città più di ogni altra cosa, attraverso una visione particolare che dona alle sue opere una prospettiva unica.

6. La guerra
L’episodio descrive come la guerra abbia influito su parte della produzione artistica di Steinberg. Durante la Seconda Guerra Mondiale pubblica ben dieci reportage sul “The New Yorker”. Il primo libro che raccoglie alcune delle sue opere è concentrato proprio su quel periodo, sulla guerra vista attraverso i suoi occhi, ed è pubblicato nel 1945.

7. Timbri
Steinberg è affascinato dai marchi, dai loghi, dalle insegne: è uno dei tratti che unisce la sua intera produzione. Questo episodio racconta come nel corso della sua carriera, soprattutto nella parte finale, abbia giocato con timbri, cartoline, documenti, passaporti, che si ritrovano poi nelle sue opere.

8. Labirinto
L’episodio è dedicato al Labirinto dei Ragazzi che l’artista realizza insieme allo studio di architettura BBPR per la 10ª Triennale di Milano (1954). Del lavoro di Steinberg per il Labirinto dei Ragazzi oggi restano, oltre alle fotografie e i suoi racconti, i quattro leporelli esposti in mostra.

9. Vero, finto
L’ultimo episodio è dedicato al rapporto di Steinberg con il sistema dell’arte. L’artista alternava fasi della sua carriera di estrema insoddisfazione e disincanto a momenti di grande entusiasmo. In tutta la sua sterminata produzione ritorna il tema dell’identità, della percezione di sé e dello sguardo degli altri.