Lo scorso marzo è stata inaugurata la mostra “Digital Attitude”, realizzata per mettere in luce le opere di 13 studenti del corso di Pittura e Scultura dell’Accademia bresciana. Questa esposizione – presentata da Var Digital Art e l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia e conclusasi il 30 marzo – ci ha fatto scoprire alcuni progetti artistici realizzati da giovani artisti che a mio avviso meritano la nostra attenzione. La mostra, a cura di Paolo Sacchini e Davide Sarchioni, intendeva riflettere sull’abituale impiego delle nuove tecnologie digitali nei processi della creazione artistica e nella produzione delle immagini, la cui pervasività apre molteplici scenari e interrogativi sul nostro presente.
Dietro alla mostra troviamo l’artista e docente Vincenzo Marsiglia che ci spiega che “le opere sono un prodotto di un laboratorio creativo collettivo in cui ogni partecipante ha messo in campo le proprie competenze e sensibilità artistiche per dar vita a una mostra che racconti tanto la relazione quanto il singolo”. Ho deciso di intervistare le artiste e gli artisti protagonisti con le loro opere di questa esposizione e aprire con loro un dialogo tra nuove tecnologie, arte, ambizioni e riflessioni sul rapporto tra creatività e tecnologia. Vi lascio all’intervista all’ artista Chiara Sandrini. Buona Lettura
L’INTERVISTA A CHIARA SANDRINI
RP: Come hai scoperto la tua passione per l’arte?
CS: La mia passione per l’arte nasce da piccina. Ricordo che già all’asilo ero attratta dalle pagine illustrate dei libri che mi leggevano e passavo molto tempo disegnando e colorando. Essendo una bambina molto chiusa e timida, facevo fatica a comunicare con gli altri, così il disegno è diventato il modo migliore che avevo per esprimermi e comunicare le mie emozioni. Crescendo, l’arte è diventata sempre di più la mia valvola di sfogo e dipingere è una vera e propria necessità interiore.
RP: Come artista emergente, come vivi questa realtà tra phygital e nuove tecnologie, tra nuovi tools e nuove opportunità anche virtuali?
CS: Personalmente vivo con serenità l’arrivo di queste nuove tecnologie e opportunità virtuali in quanto ritengo che, se utilizzati nel modo giusto, possono essere una grande risorsa per gli artisti. Nel mio piccolo sto pian piano cercando di incrementare alcuni strumenti che possano essermi utili nel campo dell’illustrazione, ad esempio la tavoletta grafica oppure l’iPad, che oltre a poter essere supporti per disegnare digitalmente, aiutano tantissimo a valorizzare e aggiungere qualcosa anche ai lavori tradizionali.
RP: Ci sono delle tematiche in particolare che hanno ispirato il tuo lavoro, il tuo percorso artistico fino ad oggi?
CS: Le tematiche che più hanno ispirato il mio percorso artistico sono quelle legate alla natura (in particolare il mondo floreale), alle emozioni, alla quotidianità, ma anche fiabe, favole e leggende. Ho sempre avuto una forte passione per la lettura, nella quale ho trovato molti spunti per la mia arte. Con il passare del tempo mi sono appassionata a fumetti e graphic novel di autori contemporanei, che spesso presentano trame autobiografiche o che raccontano episodi di vita legati alla sfera emotiva e psicologica del protagonista. Questo modo di raccontare le vicende, i pensieri e le emozioni umane ha avuto un forte impatto su di me e sui miei lavori. Infatti, tendo molto a mettere ciò che provo nelle mie opere e a raccontare qualcosa che mi ha segnata, sia positivamente che negativamente. Questo fa sì che l’arte sia anche terapeutica.
RP: Hai partecipato alla mostra Digital Attitude organizzata da Var Digital Art e l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia che si è appena conclusa. Ci puoi descrivere l’opera che hai realizzato ed esposto?
CS: L’opera “Ricordi cuciti” che ho realizzato per la mostra Digital Attitude è il risultato dell’unione fra il ricamo e il digitale. Nelle tre immagini che compongono il trittico, sono raffigurati degli oggetti che mi sono stati regalati da mio nonno materno nel corso degli anni: un piccolo orologio, un cestino di fiori di ceramica e un sasso dipinto. Ho voluto distorcere ogni fotografia in modo tale che fosse composta da triangoli che rendessero difficile il riconoscimento dei soggetti. In seguito, ho sovrapposto ad ogni triangolo una texture di ricamo, creata manualmente con un sottile filo di lana cucito su una tela da pittura, fotografata e lavorata digitalmente per cambiarle colore. Ciò che ho voluto rappresentare è un dolce ricordo di una persona cara che non c’è più, doloroso e caotico come i triangoli, ma caldo e soffice come la lana.
RP: L’esposizione Digital Attitude rappresenta lo step conclusivo – appunto la mostra – di un laboratorio creativo collettivo tenuto dal professore e artista Vincenzo Marsiglia all’Accademia di Brescia. Fronte anche a questa esperienza, quali sono le tue riflessioni sul rapporto tra creatività e tecnologia?
CS: Il rapporto fra creatività e tecnologia è ancora molto spesso criticato ma, secondo il mio punto di vista, è un progresso positivo che dona agli artisti nuovi strumenti tramite i quali esprimere la propria arte. Durante il corso con il professor Marsiglia, infatti, sono riuscita a portare a termine un progetto che mi ha regalato molta soddisfazione e mi ha dato modo di sperimentare e uscire dai miei schemi. Nonostante il digitale sia un ottimo strumento per l’arte, non riuscirei ad abbandonare del tutto le tecniche tradizionali, poiché mi mancherebbe la gestualità e il contatto con i pennelli e i colori. Sicuramente, però, potrebbero nascere dei compromessi in cui tradizionale e digitale si integrano a vicenda, arricchendosi l’uno con l’altro.
RP: Quali sono le tecniche o i media artistici che preferisci utilizzare e quali vorresti sperimentare in un futuro prossimo?
CS: Nel mio percorso in accademia, la tecnica che più ho studiato e sviluppato in pittura è stata l’olio su tela, o su tavola. I colori ad olio sono stati fondamentali nella mia crescita come artista, ma col passare del tempo ho sentito l’esigenza di sperimentare con altri materiali, anche più adatti al mio stile di disegno. Così, ho pian piano imparato ad usare gli acquerelli, che ad oggi sono in assoluto il mio mezzo preferito. Ultimamente ho avuto un primo approccio con le gouache, che mi sembrano molto interessanti e che dovrò sicuramente approfondire. Inoltre continuerò a disegnare in digitale, cercando di trarre il meglio anche da questo medium.
RP: Quali sono i tuoi progetti futuri?
CS: Il mio progetto per il futuro è di proseguire gli studi, iscrivendomi alla magistrale di illustrazione. Spero di riuscire a realizzarmi come illustratrice e autrice di libri e dar vita ad albi illustrati per bambini e ragazzi. Oltre a collaborare con le case editrici vorrei creare una mia attività online con la quale poter condividere la mia passione per il disegno.
Biografia: Chiara Sandrini
Chiara Sandrini nasce il 16 settembre del 2000 a Brescia. Cresce fra matite colorate e pennarelli, che la aiutano ad esprimere ciò che a parole non è mai riuscita a dire, essendo timida e introversa. Frequenta il Liceo Artistico Statale M.Olivieri di Brescia, ottenendo il diploma in Architettura nel 2019. Prosegue poi gli studi all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia, conseguendo la laurea triennale in Pittura (2023). Qui ha affinato alcune tecniche pittoriche -in particolare l’olio su tela, a volte integrato con del ricamo, e l’acquerello su carta- e capisce di voler continuare il suo percorso artistico nel mondo dell’illustrazione. https://www.behance.net/chiarasandrini