dialoghi d’arte

Dal 3 aprile al 23 giugno 2023, l’Accademia di Belle Arti di Bologna propone riparAzioni: dialoghi d’arte, cultura e società, un ciclo di sei incontri a cura di Lucrezia Ercoli, Maura Pozzati ed Emilio Varrà, con grandi protagonisti dell’arte e della cultura internazionale: il filosofo Emanuele Coccia, il collettivo artistico ruangrupa, il regista e drammaturgo teatrale Armando Punzo, l’artista Adelita Husni-Bey, l’illustratrice Nora Krug e la regista Alice Rohrwacher.

riparAzioni: dialoghi d’arte, cultura e società

Il programma di conferenze si svolge nell’ambito del progetto RiparAzioni – rielaborare ad arte, ideato dall’Accademia per il programma PON Metro 14-20, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane del Comune di Bologna, finanziato dall’Unione Europea e dedicato allo sviluppo urbano sostenibile. riparAzioni: dialoghi d’arte, cultura e società parte dall’idea che l’arte – nelle sue diverse forme e discipline culturali – sia un processo creativo capace di riparare e colmare le fratture e gli strappi del reale, sul piano individuale ma soprattutto collettivo.

Il ciclo di incontri prende il via lunedì 3 aprile alle ore 17 con Emanuele Coccia, uno dei nomi di maggior rilievo del dibattito filosofico internazionale, docente dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. La sua riflessione parte da un radicale ribaltamento del punto di vista antropocentrico del pensiero occidentale: l’azione riparativa dell’arte deve innanzitutto riconnettere i legami spezzati tra vita umana, animale e vegetale. L’incontro verterà intorno all’idea di “metamorfosi”, termine chiave per comprendere che la Terra è un ecosistema interconnesso in cui ogni vita è legata indissolubilmente all’altra in un incessante divenire.

Emanuele Coccia insegna a Parigi, ed è stato Visiting Professor nelle università di Buenos Aires, Columbia NY, Harvard, Monaco, Venezia, Tokyo e Weimar. Tra le sue opere, tradotte in molte lingue, La vita delle piante(2018), Filosofia della casa (2021) e Metamorfosi (2022). In collaborazione con Giorgio Agamben, ha pubblicato Angeli. Ebraismo, Cristianesimo, Islam (2009). Nel 2019 è stato consulente scientifico della mostra Nous les Arbres, presentata alla Fondation Cartier di Parigi. Ha realizzato video di animazione come Quercus (2019, con Formafantasma), Heaven in Matter (2021, con Faye Formisano) e The Portal of Mysteries (2022, con Dotdotdot). Ha curato i cataloghi della 23ma Triennale di Architettura e Design di Milano, Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries (2022). Sta scrivendo un’opera a quattro mani sul rapporto tra moda e filosofia con Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci dal 2002 al 2022.

Gli appuntamenti successivi:

Protagonista dell’incontro di lunedì 17 aprile alle ore 17, sarà ruangrupa, il collettivo artistico indonesiano a cui è stata affidata la curatela dell’ultima edizione di Documenta (Kassel, 2022), la cui pratica, a base comunitaria, si ispira alle idee di sostenibilità e partecipazione.

Giovedì 4 maggio alle ore 17, il regista Armando Punzo, fondatore della storica Compagnia della Fortezza di Volterra, racconterà una vera e propria utopia diventata realtà, che ha trasformato uno dei peggiori istituti penitenziari italiani in un raffinato laboratorio di ricerca teatrale.

L’incontro di giovedì 25 maggio alle ore 17 vedrà la partecipazione di Adelita Husni-Bey, artista italo-libica, esperta di pedagogia e interessata a tematiche che spaziano dall’anarco-collettivismo al teatro, dalla giurisprudenza agli studi sullo sviluppo urbano.

Venerdì 23 giugno alle ore 17, il ciclo proseguirà con l’autrice e illustratrice tedesco-americana Nora Krug, che con la sua pluripremiata graphic novel Heimat ha indagato la storia della sua famiglia per comprendere che ruolo essa abbia avuto durante il regime nazista.

Ancora da definirsi la data dell’ultimo incontro con la regista Alice Rohrwacher, che parlerà di come è possibile mettere in luce certe contraddizioni della contemporaneità, privilegiando il punto di vista di “minoranze”, come possono essere quelle di un immaginario rurale o quelle connesse allo sguardo dell’infanzia.