Manuel Macadamia - Sunset
Manuel Macadamia - Sunset

Ci troviamo oggi in un momento storico e sociale ricco di grandi rivoluzioni e innovazioni tecnologiche in cui osserviamo, nel mondo della produzione artistica, nuovi scenari inediti che spesso ci accompagnano alla scoperta di come il binomio creatività-sperimentazione porti da un lato nuovi orizzonti estetici e dall’altro una grande riflessione su temi di attualità. In questo mondo in divenire, nell’era della quarta rivoluzione industriale, tra ricerca scientifica, nuove tecnologie, opere d’arte fisiche, nuovi progetti creativi digital e phygital che ci raccontano una grande sperimentazione creativa, è interessante scoprire anche come i giovani artisti – i veri nativi digital – interpretano la nostra realtà e cosa propongono al grande pubblico. Qui incontriamo Manuel Macadamia, visual artist milanese, che attualmente sta lavorando ad un progetto artistico – “Sunset” – che merita la nostra attenzione.

Ho conosciuto Manuel Macadamia al Master Digital Curator tenutosi al MEET Digital Culture Center a Milano – e ci siamo ritrovati più volte per approfondire i suoi lavori che spaziano dalla digital art alle performances – dal corto tradizionale all’ultimo progetto in cui viene impiegata anche l’Intelligenza Artificiale (e a cui sta lavorando assieme ad uno team specializzato). Quello che mi ha colpito di Manuel è la sua lucida visione artistica, le tematiche portate avanti nei suoi lavori e la voglia di sperimentare. Il suo “Sunset”  è un progetto artistico che mi ha colpita da un lato per la sua proposta in episodi (e qui ritroviamo la sua formazione all’Accademia di Arte Drammatica) – con tanti messaggi e riflessioni oggi necessarie – e dall’altro la capacità di sperimentare con consapevolezza l’uso delle nuove tecnologie – unendo diversi stili e con un risultato sicuramente molto interessante. Info al link: https://www.manuelmacadamia.com/portfolio-item/sunset/. Vi invito qui alla lettura della sua intervista.

L’intervista a Manuel Macadamia

RP: Un giovane e talentuoso artista pronto a sperimentare diversi medium: dal corto d’animazione artigianale alle nuove tecnologie, dalle performance alla visual art. Quanto conta oggi la sperimentazione per un artista?

MM: Credo che sperimentare sia necessario in ogni ambito, non solo nell’arte. Quando studiavo in accademia il mio direttore ripeteva sempre “1 + 1 fa sempre almeno 3”. A me sembrava una frase insensata, solo con il tempo mi sono accorto del suo significato: quando sperimenti crei una nuova combinazione che non è mai solo la somma dei singoli elementi, è qualcosa che prima non c’era. Da Oniro project, il primo progetto che ho realizzato, alla base di ogni mio lavoro c’è sempre la stessa domanda: “what if…?”. Non posso fare a meno di approcciarmi così alle cose. Per quanto il processo sia faticoso è l’unico che per me abbia un senso, tanto più in contesto come quello attuale in cui l’evolversi della tecnologia apre continuamente nuove strade.

RP: Stai ultimando un progetto artistico antologico che si chiama Sunset: ce ne puoi parlare?

MM: Sunset  è un progetto artistico antologico realizzato in collaborazione con l’intelligenza artificiale, ambientato in uno dei futuri possibili in cui l’umanità si troverà a vivere in seguito al mancato raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Si tratta a tutti gli effetti  di uno spazio virtuale in cui verranno pubblicate una serie di dodici episodi – nove capitoli di una graphic novel digitale e una miniserie di tre cortometraggi. Ogni episodio sarà ambientato in un diverso anno del futuro, e avrà come focus una delle sfide che l’umanità dovrà affrontare.

RP: Nella presentazione di Sunset, ci spieghi che “La collaborazione con l’intelligenza artificiale si sviluppa attraverso un continuo scambio“, dall’idea artistica all’IA per poi ritornare al lavoro del team dall’input generato dall’IA. Parliamo allora dell’idea di partenza, l’Alfa della creazione: da dove nasce l’ispirazione per Sunset?

L’ispirazione viene dalla mia infanzia, da quando ho iniziato ad appassionarmi alla fantascienza. Per un bambino di sei anni la cultura sci-fi è una fonte di ispirazione, un invito a usare l’immaginazione per creare mondi alternativi in cui non ci sono regole prestabilite. Con il passare del tempo ho iniziato a scrivere su un quaderno tutte le idee che mi venivano in mente, nate dall’osservazione della realtà che avevo intorno. Nel 2020, quando è scoppiata la pandemia, ho avuto il tempo per dare un ordine agli appunti, gli schizzi, le bozze di storie che avevo raccolto fino a quel momento: mi sono reso conto che avevo messo “su carta”  un mondo immaginario, uno specchio della realtà, e che volevo dargli una forma più strutturata. Il primo passo è stato scrivere la sceneggiatura per un cortometraggio da realizzare con un gruppo di attrici estoni con cui avevo già lavorato. Quando Pasquale Pacilè – che collabora nel progetto come A.I. producer- mi ha fatto scoprire Stable Diffusion, c’è stata una rivoluzione nel mio approccio: ho provato a usare  il materiale che avevo nei miei quaderni come prompt. E’ stato incredibile vedere materializzarsi su uno schermo qualcosa che prima era solo su carta. A quel punto mi sono chiesto: “E se creassi il mio mondo immaginario collaborando con l’intelligenza artificiale?”. Senza che potessi prevederlo, i confini si sono ampliati ed è nata l’idea della serie antologica.

Sunset_ 2084, Portrait_ (Courtesy of the artist)
Sunset 2084, Portrait_ (Courtesy of the artist)

RP: Dietro a questo progetto artistico c’è un team internazionale: ci dai qualche dettaglio?

MM: Una delle cose che mi rende più orgoglioso di Sunset è il team che ci lavora, non solo perché si tratta di professionisti che stimo, ma perché senza il loro contributo non sarei riuscito a ideare un progetto così curato in ogni aspetto. Per quanto riguarda il contenuto artistico, oltre a Pasquale Pacilè, inizialmente ho lavorato con le attrici estoni Marion Tammet, Luisa Lohmus e Karmel Naudre, conosciute quando ho lavorato alla University of Tartu Viljandi Culture Academy. Successivamente sono entrati a far parte della squadra i sound designer Niccolò Maccagnano, Kylome e  Nicolò Bianco; il visual artist israeliano Tavor Nakash; il V.R. e A.I. artist cinese Yue Zhao; e la regista  Ilaria Braccialini. Oltre all’aspetto strettamente creativo, c’è però anche uno sviluppo progettuale a cui lavorano le digital curators Chiara Mancini e Mariaelna Maieron; e una componente produttiva di cui si occupano le associazioni Oltrecielo AVPA e Cineventuri. 

Manuel Macadamia Sunset_2030, Venice_ (Courtesy of the artist)
Sunset 2030, Venice (Courtesy of the artist)

RP: I cortometraggi/video sono uno dei fil rouge della tua produzione, così come un’importante riflessione su tematiche sociali di grande attualità. Da DOORBELL a Sunset, dall’animazione classica a quella realizzata con Intelligenza Artificiale – troviamo un racconto mai scevro di messaggi. L’arte da sempre porta forti messaggi. C’è un pubblico in particolare che vorresti raggiungere con la tua produzione artistica?

MM: Credo che l’arte debba porsi l’obiettivo di parlare a più persone possibili, il che non significa banalizzare o appiattire il contenuto artistico, al contrario: la sfida è quella di realizzare qualcosa che abbia più livelli di lettura, un progetto che possa avere significato per chiunque: da un bambino a un critico d’arte. Questa è la lezione più importante che ho imparato da quattordici anni di esperienza teatrale. 

Per quanto riguarda il messaggio: non ho la pretesa di avere una risposta definitiva sui temi di cui parlo nei miei lavori, e non penso sia compito di un artista imporre una propria visione della realtà. Mi limito a cercare di creare una prospettiva da cui poter guardare le cose,  un punto di vista che si  focalizza sulle vicende umane e gli stati d’animo dei personaggi. Sunset in particolare è la raccolta di storie di fantasia che, un giorno, potrebbero essere quelle di tutti noi. Nel bene e nel male. Il mio obiettivo è che chiunque possa proiettarsi nel mondo che stiamo creando e riflettere, di conseguenza, sulla propria realtà.

Breath Poster (Ph Ilaria Braccialini)

RP: Spazi virtuali e multiversi: come pensi si svilupperanno nei prossimi anni?

MM: Questa è una domanda a cui non so rispondere, anche perché sta cambiando tutto a una velocità incredibile. Posso solo dire quello che spero accada, e cioè che questi spazi virtuali vengano sfruttati al loro massimo potenziale, e non parlo solo delle tecnologie usate, ma soprattutto del contenuto che riempirà quegli spazi. Ho la sensazione che ci si stia concentrando molto sull’infrastruttura dei mondi virtuali – ovviamente necessaria – ma poco sul senso profondo, su un motivo per cui le persone siano davvero interessate alle esperienze che vengono offerte al loro interno. Personalmente vivo questo periodo come una fase di transizione, il momento in cui è finita un’epoca e ne sta cominciando un’altra. Starà a noi scegliere come sfruttare questo potenziale incredibile che oggi ci offre la tecnologia.

RP: Quali i tuoi prossimi progetti?

Sunset è il progetto più ambizioso e complesso che abbia ideato, quindi voglio dedicarmici a tempo pieno. Nei prossimi mesi lavorerò con tutto il team alla finalizzazione degli episodi e, parallelamente, alla ricerca di Partners che vogliano supportarci e darci visibilità. C’è poi un aspetto fondamentale che non può essere trascurato e che richiederà continui aggiornamenti: l’evolversi dei tools tecnologici con cui sviluppare il progetto. Sono entusiasta di quello che abbiamo fatto finora, ma credo che la parte più interessante comincerà  adesso.

Manuel Macadamia portrait (Ph Benedetta Folena)
Manuel Macadamia portrait (Ph Benedetta Folena)

Biografia di Manuel Macadamia

Manuel Macadamia è un visual artist milanese. Diplomatosi come attore alla Civica Accademia d’Arte drammatica Nico Pepe, dal 2015 realizza progetti artistici multidisciplinari in collaborazione con realtà culturali e aziendali. Parallelamente ha portato avanti la sua ricerca personale ottenendo riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Ha realizzato performances quali “L U X”, in collaborazione con il sound designer Kylome, la graphic designer Sofia Cambiaggio e il marchio di moda Album di Famiglia, e “REQUIEM FOR A HERO” – entrambe nel 2020. Sempre con una grande attenzione ai temi sociali e di attualità, ha ideato e creato “Doorbell” cortometraggio animato che affronta il tema della violenza domestica – presentato all’edizione 2022 del Festival della Filosofia di Modena. Manuel Macadamia ha realizzato nel 2022 il cortometraggio “Slave” raccontando le realtà alternative della vita – e il performance video “Breath” nel 2021 – incentrato sul ruolo del contatto fisico al tempo della pandemia. Parallelamente ha prodotto alcune serie di digital artworks, spesso su commissione, in cui si evince la sua attenzione alla dimensione del femminino. Dal 2022, dopo aver frequentato il master in Digital Curation presso MEET Digital Culture Center di Milano, è ora direttore artistico del progetto Sunset. info: https://www.manuelmacadamia.com