Tiziano. Venere che benda Amore a cura di Claudia Cieri Via e Maria Giovanna Sarti. Dal 22 giugno al 5 settembre a Palazzo Te, Mantova
Siamo giunto al secondo appuntamento del programma espositivo “Venere divina. Armonia sulla terra” che vede come protagonista il capolavoro di Tiziano “Venere che benda Amore” in prestito dalla Galleria Borghese di Roma. In occasione dell’esposizione di questo straordinario dipinto, Palazzo Te presenta un ricco programma di appuntamenti: incontri e performance dedicati al mito di Venere saranno ospitati negli spazi del Palazzo tra cui l’Esedra, ripensata per accogliere il pubblico.
Una Venere senza tempo
“Venere divina. Armonia sulla terra” è un dipinto che incanta il visitatore e che era famoso già nel Seicento: è stato oggetto di studio da parte di importanti pittori come Antoon Van Dyck, di storici dell’arte e studiosi. Questo capolavoro è uno degli ultimi dipinti di Tiziano e fa parte della collezione della Galleria Borghese, in prestito adesso a Palazzo Te nell’ambito del programma espositivo “Venere divina. Armonia sulla terra”.
“Grazie alla generosità della Galleria Borghese – commenta il Direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni – questo prezioso quadro si mostra a Mantova e a Palazzo Te: un altro nuovo, intenso augurio di ripartenza per la città, un’altra occasione per ritrovarci insieme nel museo.”
Lettura dell’opera
Il Maestro Veneto rappresenta qui il momento in cui Venere sta bendando un cupido mentre viene distratta da un altro giovinetto alato che le si poggia su una spalla, pensieroso o forse preoccupato per le persone che saranno trafitte dalle frecce scoccate da Amore cieco. L’opera è stata realizzata fra il 1560 e il 1565, gli anni della maturità artistica – e gli ultimi anni – di Tiziano. La scena rappresentata è costruita con grande maestria e possiamo ammirare una scelta cromatica sofisticata: il rosa e l’azzurro si ritrovano sulle piccole ali del Cupido bendato: il blu è usato per il panneggio di Venere e brilla il rosso cremisi dell’ancella con le frecce. I bianchi delle vesti e gli incarnati sono invasi dalla luce. L’esposizione del capolavoro di Tiziano è curata da Claudia Cieri Via e Maria Giovanna Sarti.
La parola a Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese
“Oggi, proprio nell’anno di Venere e con l’occasione di questa collaborazione tra Palazzo Te e Galleria Borghese il dipinto è stato oggetto di nuove indagini ed è stato rimesso al centro di studi di storia dell’arte e diagnostici per andare a fondo su un aspetto importante di questo quadro: la presenza di ripensamenti. Intere figure sono state cancellate lasciando intendere una riconfigurazione complessiva dell’iconografia di Venere. È un modo di lavorare di Tiziano tipico degli anni tardi della sua attività, il dipinto è stato datato intorno al 1560, sebbene in questo periodo non siano molto frequenti nella produzione dell’artista riferimenti alla mitologia classica o a fonti poetico letterarie.”
Informazioni aggiuntive
La mostra Tiziano. Venere che benda Amore è curata da Claudia Cieri Via e Maria Giovanna Sarti e si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso e della collaborazione con la Galleria Borghese di Roma. Si tratta della seconda tappa del programma Venere divina. Armonia sulla terra inaugurato a marzo con il nuovo percorso Il mito di Venere a Palazzo Te visibile fino al 12 dicembre 2021 e che si concluderà in autunno con la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza dal 12 settembre 2021.
Il programma annuale Venere divina. Armonia sulla terra – ideato da Fondazione Palazzo Te per completare una riflessione sul femminile avviata nel 2018 con la mostra Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra e proseguita nel 2019 con Giulio Romano: Arte e Desiderio – è organizzato da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiC, con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e con il supporto di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e di iGuzzini. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.