Un altro grande lavoro di recupero da parte dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale

Sei strappi di affreschi, databili al I secolo d.C., sono stati restituiti il 18 maggio 2021 al dottor Gabriel ZUCHTRIEGEL, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, dal Generale di Brigata Roberto RICCARDI, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC).

Frammento di affresco con padiglione coronato da elementi vegetali e tetto a doppia falda decorato da grifi; al centro del padiglione amorino nudo in atto di suonare il flauto traverso. Probabile provenienza dall’ambiente 12 di Villa Arianna

La riconsegna è avvenuta nel Museo Archeologico Libero D’Orsi di Castellammare di Stabia (NA). Erano presenti: la dottoressa Laura PEDIO, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, il professor Massimo OSANNA, Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura, il dott. Gaetano CIMMINO, Sindaco della Città di Castellammare di Stabia, il Magg. Giampaolo BRASILI, Comandante del Nucleo TPC di Napoli, una rappresentanza del Nucleo TPC di Monza guidata dal Lgt.c.s. Raffaele ADORANTE, la dott.ssa Maria RISPOLI, Responsabile della Reggia di Quisisana, la dott.ssa Silvia BERTESAGO, Responsabile delle Ville di Stabia, e la dott.ssa Anna ONESTI, Responsabile dell’Ufficio Tutela del Parco. Le indagini erano state avviate dai Nuclei TPC di Monza e di Napoli rispettivamente nel 2020 e nel 2012.

Il recupero degli affreschi

Tre affreschi erano stati asportati da Villa Arianna e Villa San Marco di Stabiae (Castellammare di Stabia). Nel comunicato Stampa del MIC si legge: “Le indagini hanno permesso di verificare che i beni, non presenti nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, sarebbero stati trafugati verosimilmente a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, esportati illecitamente e successivamente acquistati negli anni Novanta presso antiquari statunitensi, elvetici e inglesi“.

Frammento di affresco con parte di figura femminile su fondo nero con corona di foglie di alloro. Probabile pertinenza all’area stabiana per stretto confronto con una figura femminile con lira presente nell’affresco di Hermes, da Villa San Marco (in esposizione al Museo Libero D’Orsi, inv. 62526).

Grazie alla collaborazione con il dott. Domenico CAMARDO, consulente tecnico della Procura della Repubblica di Torre Annunziata (NA) ed in merito agli scavi di Civita Giuliana, e i funzionari del Parco Archeologico di Pompei, è stato possibile stabilire che gli affreschi provenivano dalle pareti decorate di Villa Arianna e Villa San Marco di Stabiae, attuale Castellammare di Stabia. I beni, la cui autenticità e provenienza sono state appurate grazie alla collaborazione dei funzionari del Parco Archeologico di Pompei, sono stati restituiti allo Stato su disposizione del Dipartimento VII della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano che ha diretto le indagini.

Nella stessa circostanza, alla presenza del dott. Nunzio FRAGLIASSO e del dott. Pierpaolo FILIPPELLI, rispettivamente Procuratore e Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata (NA), saranno restituiti tre strappi di affresco asportati dall’area archeologica di Civita Giuliana, a ridosso degli scavi di Pompei:

“Gli accertamenti che hanno portato al recupero dei tre affreschi asportati dall’area archeologica di Civita Giuliana sono stati avviati a luglio 2012, quando i militari del Nucleo TPC di Napoli, nell’ambito di una complessa attività di indagine su un’organizzazione criminale dedita allo scavo clandestino e alla ricettazione di beni archeologici su territorio nazionale e all’estero, rinvennero una buca coperta da uno strato di lamiere, terra e coltivazioni, che conduceva a uno degli ambienti di una villa romana.
Le operazioni hanno permesso di sequestrare anche tre pannelli affrescati, divelti e provento di illecita attività di scavo, pronti per essere esportati.” @MIC

Attualmente l’area è sottoposta a campagna di scavo a cura del Parco Archeologico di Pompei, su richiesta della Procura Oplontina. Le ricerche hanno portato alla luce una serie di ambienti di servizio e la parte residenziale di una grande villa suburbana.

@ https://cultura.gov.it