La Solitudine nell’Arte raccontata in 4 dipinti famosi: da Hopper a Sironi

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solitudine nell'arte

La Solitudine nell’Arte

La solitudine è una condizione esistenziale – ed un sentimento umano -: è l’individuo che si isola dal mondo circostante. La Solitudine è un tema che è da sempre stato rappresentato dagli artisti nelle sue più fini sfaccettature. É l’uomo solo con se stesso che si confronta con la forza della natura del Maestro Friedrich ma anche l’uomo estraniato dal mondo che ritroviamo in Hopper. E ancora:è l’artista prigioniero lui stesso di una sua condizione e lo comunica attraverso la pittura – come Van Gogh. Tra queste sfumature, riuscire a raccontare la sensazione che può dare la solitudine è sicuramente un’arte e alcuni artisti sono stati in grado di trasportare questo sentimento sulla tela in maniera eccelsa.

Solitudine, Mario Sironi

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Mario Sironi, Solitudine, 1925-1926, olio su tela, cm 98 x 82. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Nel dipinto Solitudine, il Maestro Mario Sironi rappresenta il dramma dell’uomo contemporaneo attraverso la rappresentazione di una personaggio essenziale -una donna – che diventa simbolo di una condizione. La donna è seduta sola in un ambiente essenziale che evoca una dimensione arcaica sovradimensionata. Questa solitudine è quasi un sentimento di rassegnazione sembra un’allusione al tema dell’alienazione dell’uomo.

Nell’opera “Solitudine”, la donna dallo sguardo triste che domina al centro vuole essere una rappresentazione della condizione di alienazione dell’uomo nelle grandi città. Nelle periferie cittadini il Maestro Sironi trova una personale l visione della vita, cruda e dura, che qui riporta sulla tela con pennellate spezzata e decise. La solitudine qui è alienazione e rassegnazione – è la donna che non ritrova se stessa.

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Caspar David Friedrich, Il Viandante sul mare di nebbia

Caspar David Friedrich, Il Viandante sul mare di nebbia
Caspar David Friedrich, Il Viandante sul mare di nebbia ( Der Wanderer über dem Nebelmeer) olio su tela – realizzato nel 1818 e conservato alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo.

Con “Il viandante sul mare di nebbia” ci troviamo ad ammirare una delle opere più rappresentative – ed emozionanti – della pittura romantica ottocentesca. Caspar David Friedrich esprime qui l’apoteosi del tema romantico dell’uomo solo con se stesso di fronte all’infinito e alla natura – qui rappresentata come una valle arcaica quasi primordiale, avvolta dalla nebbia. È una scena di grande forza che porta in se tutto lo sturm und drang dell’artista.

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“L’unica vera sorgente dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo infallibilmente puro. Un’opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio. Ogni autentica opera d’arte viene concepita in un’ora santa e partorita in un’ora felice, spesso senza che lo stesso artista ne sia consapevole, per l’impulso interiore del cuore.“   Caspar David Friedrich

Sulla soglia dell’Eternità, Vincent van Gogh

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Sulla soglia dell’eternità (Vecchio che soffre), Vincent Van Gogh, olio su tela , 1890 – conservato al Museo Kröller-Müller di Otterlo

Il grande Maestro olandese Vincent van Gogh ha sperimentato sulla sua pelle il tema della solitudine e per questo motivo le sue opere esprimono in ogni pennellata questa sensazione di smarrimento, intima desolazione. Per Van Gogh dipingere era una necessità primaria, attraverso la quale tutta la sofferenza della propria vita. Nelle sue lettere a Theo scopriamo un uomo fragile, instabile. Il protagonista dell’opera non è Van Gogh ma troviamo qui l’espressione dello stato d’animo dell’artista. Il dipinto fu realizzato durante un periodo di convalescenza dopo un ricovero e a pochi mesi dalla sua morte.

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Automat, Edward Hopper

Edward Hopper, Automat – 71 cm x 91 cm – 1927

“L’essenziale di un quadro è quello che non si può spiegare”. (in K. Kuh, Edward Hopper)

La grande sfida di Hopper era quella di riuscire a rappresentare sulla tela quella che ai suoi occhi era l’essenza della quotidianità: rappresentare la vita delle persone comuni. Hopper riusciva a cogliere quella che era una situazione quotidiana – con tutta la sua introspezione – e a riprodurre quell’autentica visione. E così le figure silenziose di Hopper ci parlano tutt’oggi dei loro stati d’animo, della loro solitudine, della loro natura interiore. Il quotidiano qui diventa trascendentale – un momento di vita che diventa assoluto, un fermo immagine senza tempo sul tema della solitudine.

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