Il Dottor Zivago di Boris Pasternak: le frasi più emozionanti del premio Nobel

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dottor Zivago
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Il dottor Zivago di Boris Pasternak

Nasceva oggi – 131 anni fa a Mosca, Boris Pasternak (10 febbraio 1890 – Peredelkino, 30 maggio 1960), poeta e scrittore russo – conosciuto nel mondo per aver scritto “Il dottor Zivago”, con il quale vinse il Nobel nel 1958.

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Pasternak nasce a Mosca in una famiglia in cui la cultura è di casa: Leonid, il padre era artista e professore alla Scuola moscovita di pittura, e sua madre, Rosa Kaufmann era una pianista. La sua infanzia è circondata da persone della scena artistica e culturale russa: Pasternak avrà anche la fortuna di conoscere Lev Tolstoj, poichè il padre Leonid ne illustrò i libri. Nell’anniversario della nascita di Boris Pasternak, Google gli rende omaggio – ed anche noi vogliamo omaggiare il talento e la bravura di uno scrittore senza tempo. Eccovi alcune delle frasi più emozionanti e rappresentative prese dal libro “Il dottor Zivago”.

Dottor Zivago, locandina del film tratto dal libro

Alcune frasi tratte da Il dottor Zivago

“Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti o che non hanno mai inciampato. La loro virtù è inanimata e non ha gran valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita.”

“Il dono dell’amore è come ogni altro dono. Può essere grande quanto vuoi, ma non si rivelerà mai senza illuminazione. Con noi invece, è come se ci avessero insegnato a baciarci in cielo e poi, ancora fanciulli, ci avessero mandati a vivere sulla terra, contemporaneamente, perché mettessimo alla prova l’uno con l’altro questa capacità. È l’apice di una compatibilità senza gradazioni, in cui nessuno è superiore o inferiore, un’equivalenza di tutto l’essere, con tutto che genera gioia, con tutto che si rianima.”

Boris Pasternak
Boris Pasternak

“come si desidera a volte poter scappare dall’insulsa monotonia dell’umana eloquenza, dalle frasi sublimi, per cercare rifugio nella natura, apparentemente così silenziosa, oppure nel mutismo di fatiche lunghe ed estenuanti, del sonno profondo, di musica vera o dell’umana comprensione zittita dall’emozione

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“Ecco che cos’era la vita, che cos’era l’esperienza, che cosa inseguivano coloro che andavano in cerca d’avventure, ecco a che cosa mirava l’arte: ritornare a casa propria, ai propri affetti, riprendere a vivere.”

“Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita.”

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