Il sole, stella madre del sistema solare, simbolo di energia, potenza, immagine del divino. Nella cultura antica il Sole era concepito come una divinità e attorno ad esso molte civiltà hanno sviluppato il loro culto: dagli Inca agli Aztechi. Anche nella cultura Egizia il ruolo del sole è stato fondamentale: era la divinità più importante e il Faraone era ritenuto essere una divinità in terra – era il figlio del Sole. Il culto del Sole trovò terreno fertile anche nella cultura Greca e Romana: nel l 7 marzo 321, l’imperatore Costantino I istituì che il settimo giorno della settimana, il Dies Solis, diventasse il giorno del riposo. Nella storia dell’Arte, le rappresentazioni del Sole sono infinite – declinato in ogni sua interpretazione: da quella religiosa e mitologica a quella legata al suo espressivo gioco di colore.
Ra e Imentet
Andiamo nel mondo degli Egizi con quest’opera eccezionale per incontrare Ra, dio sole di Eliopoli. Ra è una divinità della religione dell’antico Egitto dalla V dinastia (2510 a.C. – 2350 a.C.) che veniva identificato con il sole. Ra è stato rappresentato nelle opere a noi giunte in diversi modi ma il più comune è sicuramente quella dove figura come un uomo con la testa di falco e un disco solare sulla testa con un serpente che ne delinea i bordi. In quest’opera vediamo insieme anche Imentet o Amentit, rappresentazione divina della necropoli.
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Il carro di Trundholm
La Mitologia norrena è legata al sole – inteso come divinità da adorare. Troviamo infatti la dea del sole – Sól – che guida qui il carro. Il disco misura 25 cm di diametro è in bronzo e da un lato è adornato da una patina dorata come vuole la tradizione. Secondo questa credenza il sole veniva trasportato nel cielo da Est a Ovest durante il giorno – illuminando la Terra – mentre di notte il viaggio continuava in senso inverso, mostrando alla Terra il suo lato oscuro.
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La Creazione degli astri e delle piante, Michelangelo
Creazione degli astri e delle piante è un capolavoro di Michelangelo che rientra nel ciclo di decorazioni della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma. Commissionata da Giulio II, gli affreschi della Sistina sono opere senza tempo. Qui vediamo raffigurato il Dio creatore qui raffigurato dal Buonarroti come un uomo anziano con capelli e una folta barba grigi (ricordiamo che nella Bibbia non c’è nessuna descrizione fisica di Dio). L’Onnipotente sta creando il mondo – e questa tensione e forza è quasi palpabile: con l’indice della mano destra dà vita al sole mentre con la sinistra crea alle sue spalle la luna. Un capolavoro eccelso.
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Impression, soleil levant, Claude Monet
“Ho avuto il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli, e sono desolato di essere stato la causa del nome dato a un gruppo, la maggior parte del quale non aveva nulla di impressionista.” C. Monet
“Impression, soleil levant” del Maestro Claude Monet è uno dei dipinti più famosi della storia dell’Arte. Un importante motivo di fama e notorietà per l’opera “Impression, soleil levant” è quella di aver dato ufficialmente il nome al movimento impressionista. Troviamo in questo capolavoro – un sunto stilistico dei principi cardini del movimento impressionista. L’opera fu esposta nel 1874 a Parigi dove incontriamo il critico d’arte Louis Leroy che criticò aspramente questo movimento – quello degli “impressionisti” in grado solo di rifinire opere. Uno dei movimenti più affascinanti della storia dell’Arte aveva trovato il suo nome. Ci incantiamo a vedere ancora oggi questo solo che carico del suo rosso si leva verso l’alto riflettendosi sul mare.
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Campo di grano con mietitore, Van Gogh
Van Gogh ha saputo realizzare opere incredibili – ma se c’è un colore che è riuscito a declinare in tutte le possibili accezioni è il giallo. Dai papaveri ai campi di grano – Van Gogh ha regalato a questo colore un’espressività senza precedenti. L’opera Campo di grano con mietitore è un’esplosione di luce. Un sole pieno che quasi ci fa sentire il suo calore. Ma non pensiamo ad un quadro invaso di positività. Siamo nel 1889 – l’anno prima della morte di Van Gogh – e il pessimismo invade l’anima e le opere del grande Maestro. Scriveva al fratello Theo: «Io vidi allora quel mietitore, una figura indistinta che combatte contro il demonio […] vidi in lui l’immagine della morte, nel senso che l’umanità era il grano che egli stava mietendo. È, se vuoi, l’opposto del seminatore che ho dipinto tempo fa».
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