I dipinti con le mani protagoniste
Le mani sono per gli artisti l‘estensione del pensiero creativo, il mezzo per creare opere d’arte. Nella Storia dell’Arte, le mani ci hanno sempre raccontato qualcosa, attraverso la loro gestualità, il loro significato simbolico e la valenza espressiva. Tra le numerose opere famose, che possono darci la dimensione dell’importanza della messa in scena di una mano (o più) nel quadro, ve ne sono alcune in cui la mano svolge il ruolo della protagonista. Ecco quattro dipinti (e disegni) in cui la mano domina la scena del dipinto.
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Mani che disegnano, Maurits Cornelis Escher
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“Drawing Hands” è una famosa litografia dell’olandese M. C. Escher stampata nel gennaio 1948. Raffigura un foglio di carta, dal quale “escono” visivamente due mani, nell’atto paradossale di disegnarsi a vicenda. Questo è uno degli esempi dell’uso del paradosso da parte di Escher. Il disegno è un enigma irrisolvibile: quale delle due mani disegna l’altra? Non vi è risposta, siamo nel limbo del paradosso grafico – e non poteva essere diversamente con Escher.
2. Le mani della Creazione di Adamo
Tra le mani più celebri della storia dell’arte, sicuramente un posto d’onore spetta alle mani che vediamo nella “Creazione di Adamo”. Anche se non è un dipinto con “le mani” come unico soggetto – facciamo un’eccezione per questo straordinario dettaglio realizzato da Michelangelo Buonarroti (1475-1564). Queste mani sono infatti il punto focale di uno degli affreschi (1511 circa) della volta della Cappella Sistina, nella Città del Vaticano. Questo incredibile capolavoro fu commissionato da papa Giulio II e rappresenta il soffio divino di Dio che dà vita ad Adamo, il primo uomo, con il tocco della sua mano. La mano divina (destra) è forte – è la mano della creazione – e si protende con l’indice verso quella di Adamo ancora priva di forza, in attesa della vita.
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3. Studio di braccia e mani, Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci durante la sua carriera artistica ha realizzato importanti studi sul corpo umano, con una particolare attenzione e predilezione alla gestualità della mano. In questo “Studio di braccia e mani” (studio per il ritratto di Cecilia Gallerani, 1486-1488, conservato alla Royal Collection, Castello di Windsor, Regno Unito) possiamo ammirare ogni dettaglio anatomico delle due mani, tra eleganza e attenzione alla resa reale. Le mani con la loro gestualità sono fondamentali per Leonardo, sono l’estensione dei suoi soggetti, spesso enfatizzate nei dipinti attraverso tecniche di sfumato e di luce, (“le tracce luminose” di Leonardo).
4. Mani in preghiera , Albrecht Durer
L’Albertina oggi possiede circa 140 disegni di Albrecht Durer. Le opere su carta per il maestro di Norimberga prefigura l’autonomia del disegno come forma d’arte. Con questo disegno siamo oltre lo studio preparatorio. In Mani in preghiera (1508) possiamo osservare – ed ammirare – la minuziosa precisione tecnica e la perfetta e studiata resa chiaroscurale. Il gesto stesso è espressione. La precisione per Durer è nel DNA, dalla tradizione artigianale familiare di orefice lo vedremo anche lavorare con raffinata maestria a bulino e acquaforte. Queste “mani in preghiera” ci parlano – non sono un dettaglio, uno studio – sono protagoniste di un capolavoro.
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