#Iorestoacasa con l’Arte #1
Per aiutarci a passare questa quarantena, vi proponiamo la lettura di un’opera che sia ambientata all’interno di una casa per seguire quello che oggi è diventato (purtroppo) un dovere: #iorestoacasa. L’opera che oggi vi proponiamo è un dipinto di Edward Hopper: “Excursion into Philosophy”, 1959, olio su tela, 76,2 x 101,6 – collezione privata.
E. Hopper “Excursion into Philosophy”
Eccoci ad osservare un interno di casa, una stanza da letto – in una dimensione sospesa, un momento di silenzio e riflessione quasi palpabile. Un uomo seduto su un bordo del letto, una donna sdraiata di schiena seminuda. E’ chiaro che l’uomo sta riflettendo – e Hopper ci porta in questa dimensione immobile e quasi trascendente. Ferma. Silenziosa. Senza tempo.
“Quello che vorrei dipingere è la luce del sole sulla parete di una casa.” E.H.
Fermiamoci ad osservare la rappresentazione della luce – tema davvero caro ad Hopper. Per l’artista Americano, la luce è uno strumento per definire le geometrie dello spazio e degli ambienti. La luce non è un decoro – è funzionale: ad esempio è la natura che entra nella stanza dalla finestra per illuminarla. Siamo oltre il realismo.
“L’essenziale di un quadro è quello che non si può spiegare”. (in K. Kuh, Edward Hopper)
La grande sfida di Hopper era quella di riuscire a rappresentare sulla tela quella che ai suoi occhi era l’essenza della quotidianità: rappresentare la vita delle persone comuni. Hopper riusciva a cogliere quella che era una situazione quotidiana – con tutta la sua introspezione – e a riprodurre quell’autentica visione. E così le figure silenziose di Hopper ci parlano tutt’oggi dei loro stati d’animo, della loro solitudine, della loro natura interiore. Il quotidiano diventa trascendentale – un momento di vita che diventa assoluto, un fermo immagine senza tempo.