Forever Is Now, le installazioni dei due artisti italiani all’ombra delle Piramidi di Giza

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I SEE I SEE_Federica Di Carlo_Foto di MO4 Network
I See I See_Federica Di Carlo_Foto di MO4 Network

Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a Giza sono bagnate da acque contemporanee. E anche da un po’ di Italia. A rappresentare “il Bel Paese” l’artista romana Federica Di Carlo e l’artista-contadino Luca Boffi, noto anche come Alberonero, attivo a Campogalliano nella Pianura Padana modenese. Entrambi sono impegnati in una costante indagine sui limiti, le tensioni e le connessioni tra arte e scienza e sono stati selezionati tra i dodici artisti in esposizione alla quarta edizione di Forever Is Now .04. Al centro della proposta la connessione tra storia e presente, tra tradizione e innovazione, con la possibilità di impiegare una varietà differente di mezzi artistici, dalla scultura fino a progetti di intelligenza artificiale, con una chiave di lettura originale sulla cultura egiziana e le sue tradizioni.

La comprensione del mondo è un arazzo in continua evoluzione ed è l’esperienza partecipativa che permette di allargare i confini della conoscenza. Il riferimento è anche all’aspetto ingegneristico delle piramidi, che rappresentano una testimonianza delle avanzate capacità organizzative e delle conoscenze matematiche e astronomiche dell’antico Egitto legate a una creatività geniale e visionaria. Dal 24 ottobre al 16 novembre l’altopiano di Giza, patrimonio Unesco dal 1979, è la cornice scenografica di una manifestazione di respiro internazionale curata da Nadine Abdel Ghaffar. Forever Is Now .04 è una mostra d’arte contemporanea a cielo aperto che propone al pubblico echi di antichi rituali e sussurri di racconti sepolti, ancora inesplorati, attraverso le opere di dodici artisti di provenienza eterogenea.

I See, I See è il gioiello egizio di Federica Di Carlo per la quarta edizione di Forever Is Now .04. È un’installazione site-specific di grandi dimensioni che unisce fenomenologia, mito e scienza sfidando a guardare oltre il visibile e riscoprire la meraviglia del mondo attraverso nuovi occhi. Ispirata dal mito secondo cui il dio del sole Ra generò gli esseri umani dalle proprie lacrime, Federica Di Carlo ha dato vita a un dispositivo in grado di sfruttare le leggi della luce e della fisica ottica per offrire nuovi punti di vista sul mondo. La struttura interagisce con la luce del deserto, invitando gli spettatori a riscoprire il paesaggio delle piramidi sotto un nuovo punto di vista, quello dell’arte contemporanea legato alla scienza.

Federica Di Carlo con l opera I SEE I SEE_Foto di HF4
Federica Di Carlo con l’opera I See I See_Foto di HF4

Il suo interesse verte su temi come l’ignoto, l’inesplorato, l’astratto, zone d’ombra che l’essere umano non è stato ancora in grado di decodificare. Grazie alle collaborazioni decennali con scienziati e fisici di fama internazionale, Federica Di Carlo miscela sapientemente la ricerca scientifica con la dimensione poetica e simbolica dell’arte, indagando il rapporto dell’uomo con la natura, i confini e l’ambiente. Ogni sua installazione, ogni sua opera, subisce un continuo processo di verifiche, tentativi, scarti e sintesi che dimostrano come la ricerca dell’astratto, la registrazione del presente o l’ambizione di anticipare un possibile futuro siano le sue condizioni sine qua non per dare un’ulteriore chiave di lettura del reale. Recentemente ha presentato il trailer del suo progetto I Will Watch You Burn al Maxxi di Roma e ha esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma l’opera I Wanted The Sun.

L’altra presenza italiana è quella di Luca Boffi, alias Alberonero, con l’opera Monochrome Rgb. Una griglia cromatica diventa il dispositivo ottico in grado di misurare, ordinare e reinventare l’ambiente. La sequenza di colori amplia lo sguardo dalle piramidi alla sabbia e al cielo allargando la visione sul paesaggio nella sua apparente semplicità geometrica.

Le altre opere selezionate per la quarta edizione di Forever Is Now .04 sono Four Temples di Ik-Joong Kang, Exodus di Havier Mascaró, Quadrivium di Chris Levine, Desert Waves di Jean Boghossian, Vessel of Time di Jean-Marie Appriou, The Race di Khaled Zaki, I Love di Marie Khouri, Liquid Solid di Studio Ini by Nassia Inglessis, Padma/Lotus di Shilo Shiv Suleman e We Will Meet Again In The Sky di Jake Michael Singer.

I See, I See_Federica Di Carlo_Zoom 2_Pyramids Giza_ @federicadicarlostudio
I SEE, I SEE, Federica Di Carlo, Zoom 2, Pyramids Giza @federicadicarlostudio
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Pietro Battarra
Pietro Battarra, giornalista e critico d’arte, collabora con l’azienda italiana di tokenizzazione WoV Labs promuovendo la dimensione del phygital come un ponte tra mondo fisico e digitale nel settore culturale. Nato a Caserta nel 1999, Pietro Battarra vive a Milano dal 2017, dove lavora nel mondo della moda come modello, con molteplici esperienze internazionali, legando la sua immagine ad alcune delle più prestigiose aziende del fashion. È giornalista pubblicista dal 2019 e si è laureato nel 2022 in Scienze della comunicazione all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.