Quadrati, triangoli, cerchi e rettangoli: le figure geometriche sono da sempre presenti nelle opere d’arte sia come riferimento compositivo o simbolico e – in epoca più moderna – anche come protagoniste dell’opera. Tra i tanti artisti che si rifanno al geometrico, in particolare dai pittori astrattisti ai futuristi – ecco cinque opere d’arte in cui la geometria è protagonista.

 opere d’arte con le forme geometriche protagoniste

Piet Mondrian, Composizione II, The National Museum in Belgrade

Composition 2 Piet Mondrian Date: 1929 - National Museum of Serbia, Belgrade, Serbia
Composition 2 Piet Mondrian Date: 1929 – National Museum of Serbia, Belgrade, Serbia

“Costruisco combinazioni di linee e di colori su una superficie piatta in modo da esprimere una bellezza generata con una somma coscienza”Piet Mondrian

Peter Cornelis Mondriaan, conosciuto come Piet Mondrian (Amersfoort 1872 – New York, 1944) è considerato un  pioniere dell’arte astratta. La sua ricerca artistica, lo porta dalla figurazione all’astrazione verso la creazione di uno stile unico e riconoscibile. Le sue opere iconiche raccontano l’eliminazione dell’oggettivo verso una dimensione universale in cui l’uno coincide con il molteplice. Per le sue opere, che ci raccontano l’essenza del suo pensiero tramite uno studiato geometrico, Mondrian usa i colori primari con l’aggiunta di colori neutri. Ed ecco le linee geometriche, nitide e definite, verso un’armonia delle forme in dialogo verso un nuovo equilibrio: linee e colori primari che generano le tante possibilità di esistenza e coesistenza.

Vasilij Kandinskij, giallo rosso blu, Musée National d’Art Moderne, Paris, France

Huile sur toile (1925) de Vassily Kandinsky. Musée National d’Art Moderne, Paris, France. Donation Nina Kandinsky 1976. AM 1976-856

Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta.
Il colore è la tastiera, gli occhi sono il martelletto, l’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che suona, toccando un tasto o l’altro, per provocare vibrazioni nell’anima. Kandinskij

In questo omaggio al geometrico – con le 5 opere d’arte con le forme geometriche protagoniste – non poteva mancare un’opera iconica del Maestro Vassily Kandinsky. Giallo, rosso, blu è un dipinto olio su tela che misura 127×200 cm, realizzato nel 1925 dal pittore Vasilij Kandinskij. Un capolavoro straordinario, un’opera astratta senza tempo e famosa in tutto il mondo. Gli elementi sono disposti su due gruppi principali. A sinistra troviamo un rettangolo giallo sormontato da un altro rettangolo più piccolo e affiancato da un cerchio nero e rosso ed altri elementi geometrici e linee nere e rosse. A destra invece osserviamo un grande cerchio blu che interseca altre forme non tutte regolari. In tutto il dipinto vediamo linee di diverse lunghezza che si distribuiscono intersecandosi con altri elementi. Una sinfonia di geometrismi.

Kazimir Malevich, Black Suprematic Square, Tretyakov Gallery, Moscow

Kazimir Malevich, 1915, Black Suprematic Square, oil on linen canvas, 79.5 x 79.5 cm, Tretyakov Gallery, Moscow
Kazimir Malevich, 1915, Black Suprematic Square, oil on linen canvas, 79.5 x 79.5 cm, Tretyakov Gallery, Moscow

Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell’arte. Dal punto di vista dei suprematisti le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L’oggetto in sé non significa nulla. L’arte perviene col suprematismo all’espressione pura senza rappresentazione.

Con queste parole Kazimir Malevic apre le porte al Suprematismo, di cui fu fondatore e di cui l’opera Quadrato nero ne è l’esito programmato. Il “Quadrato nero” intanto non è un quadrato: i suoi lati non hanno uguali dimensioni. Inoltre il colore utilizzato non fu il nero ma un probabilmente usò una miscela di diversi colori. Il primo monocromo, “Quadrato nero” (conservato alla Tretyakov Gallery, Moscow)  fu dipinto da Malevič nel 1915 e ne seguirono quattro varianti. “È da zero, nello zero, che il reale movimento dell’essere comincia”. K. Malevic. Tra le opere d’arte con le forme geometriche sicuramente il quadrato di Malevic è un dipinto immancabile per la purezza del suo quadrato nella doppia valenza estetica e filosofica.

Joseph Albers, Homage to the square

JOSEF ALBERS, Study for- Homage to the square “Towards Fall II”, 1961. Courtesy- Sotheby’s
JOSEF ALBERS, Study for- Homage to the square “Towards Fall II”, 1961 – collezione privata – Courtesy: Sotheby’s

“Io non insegno arte, ma filosofia e psicologia dell’arte. Non insegno a dipingere ma a vedere, (…) ad aprire gli occhi. Questo è diventato il motto di tutto il mio insegnamento”. JOSEF ALBERS

Quando si parla del Maestro Josef Albers pensiamo subito alla serie  “Omaggio al quadrato” che inizia nel 1949 di cui realizzerà molte versione. Semplici quadrati sovrapposti per esplorare le possibilità visive e percettive del binomio forma/colore. Le diverse tonalità e le diverse figure in relazione tra di loro creano effetti ottici a profondità diverse talvolta. Con  Omaggio al quadrato tre o quattro quadrati concentrici sono rappresentati in un rapporto proporzionale fisso: lo spazio in basso si raddoppia sui lati e si triplica in alto. I quadrati ci portano in una dimensione ferma – statica – ma al contempo riflessiva: sono quadrati caratterizzati da sempre diverse campiture di colore, dipinte in modo uniforme con l’ausilio di una spatola.

Giacomo Balla, Linee forza di paesaggio + sensazione di ametista

Giacomo Balla, Linee forza di paesaggio + sensazione di ametista, 1918 © Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Giacomo Balla, Linee forza di paesaggio + sensazione di ametista, 1918 © Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Non solo geometrico nell’astrattismo: il torinese Balla aderisce dal 1910 al Futurismo ma elaborando un suo stile personale che si fonda in primis sullo studio del movimento, del colore e della luce. La sua ricerca stilistica lo porta progressivamente verso la scoperta di composizioni geometriche astratte in evoluzione e distacco dalla sua precedente produzione figurativa. Nel suo manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo”, scritto con Depero nel 1915, Balla ci racconta il suo obbiettivo:

“dare l’espressione dinamica, simultanea, plastica, rumoristica della vibrazione universale […] scheletro e carne all’invisibile, all’impalpabile, all’imponderabile, all’impercettibile” per  trovare “degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell’universo” creando il “paesaggio artificiale”.

Questa nuova dimensione stilistica verso un geometrico che punta alla rappresentazione di questo “paesaggio artificiale”  si pone all’interno di una nuova visione dell’universo tra colorismo e dinamismo in cui si intrecciano diversi elementi – naturali e artificiali – verso inedite espressioni stilistiche.