Alla scoperta di Rachele Bianchi: l’Artista delle donne. L’Intervista a Elena Sacchi

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Trittico Rachele Bianchi. courtesy Archivio Rachele Bianchi
Trittico Rachele Bianchi. courtesy Archivio Rachele Bianchi

Rachele Bianchi: alla scoperta dell’“artista delle donne”

Iscritta tra le prime cento grandi cittadine benemerite e illustri nel Famedio del Cimitero Monumentale, ha passato un’intera esistenza a raccontare l’universo femminile nei suoi aspetti più intimi. Oltre settant’anni di attività trascorsi in una casa-studio al numero 9 di Via Parini, portando avanti una “battaglia” silenziosa. Rachele Bianchi, nata nel 1925 a Milano da una famiglia di industriali che ha sempre osteggiato la sua marcata vena artistica, non è mai stata una femminista militante. Eppure ha incentrato la sua intera produzione sullo studio della figura femminile e sulle difficoltà che ogni donna incontra diventando moglie, madre, lavoratrice, cercando al contempo di essere se stessa e di non lasciare in secondo piano le proprie passioni. I ruoli che la società impone alle donne portano i soggetti a rinchiudersi in una sorta di guscio protettivo, un manto che ingigantisce e protegge le figure femminili di Rachele, circondate da “gabbie” così variamente rappresentate dall’artista nelle sue composizioni. Reticoli che prevedono sempre un’apertura. 

Figura 1971 - 1994, Marmo di Carrara
Figura 1971 – 1994, Marmo di Carrara

Rachele ha inteso l’arte come “uno spazio di assoluta libertà personale, quella libertà che i vincoli sociali e la cultura borghese “benpensante” le impedivano”. Abbandonata l’Università nel 1948, si iscrive ad un corso di disegno per corrispondenza. Non frequenterà mai un’accademia di belle arti: sarà sostanzialmente un’autodidatta. I suoi primi disegni risalgono al 1949, ma già nel 1950 inizia a sperimentare con la cartapesta, la terracotta ed il gesso. Il plasmare la materia resterà l’elemento dominante della sua espressività. Artista estremamente prolifica, le sue oltre 1600 opere tra sculture, bassorilievi, disegni, acquerelli, tempere sono attualmente in corso di catalogazione. Molte sono custodite in collezioni private o esposte permanentemente ad Atene, Cosenza, Loreto, Malta, Roma, Sondrio, Milano. Inutile sottolineare che la quasi totalità di queste raffigura donne.

2020 - Guerriera- Palazzo Lombardo sede archivio
2020 – Guerriera- Palazzo Lombardo sede archivio

Una di esse, “Personaggio”, accoglie chi arriva a Milano in treno: la monumentale scultura in bronzo è infatti stata donata alla municipalità e collocata in Via Vittor Pisani. Prima opera pubblica di una donna a rappresentarne un’altra. Eppure, posso scommettere che non tutti voi conoscano la lunga attività creativa di Rachele Bianchi. Purtroppo non è così strano che l’opera di importanti artiste non riceva la giusta attenzione da parte del grande pubblico. Pensiamo a Regina Cassolo Bracchi, altra illustre milanese, finalmente protagonista di un’accurata ed esauriente retrospettiva tenutasi alla GaMec di Bergamo solo nel 2021, a ben 47 anni dalla sua scomparsa. Proprio per questo il lavoro d’archivio assume un’importanza fondamentale. 

Donna con la Rete, 2010, bronzo
Donna con la Rete, 2010, bronzo

L’Associazione dedicata a Rachele Bianchi è nata nel 2019, ad un anno dalla sua scomparsa, ed è presieduta da Giuseppe Bariona, figlio dell’artista, con l’apporto, dal punto di vista curatoriale, di Giorgio Uberti e Elena Sacchi, lato comunicazione. L’Associazione Archivio Rachele Bianchi si impegna anche nella promozione di iniziative a sostegno della giovane arte contemporanea femminile. NotiziArte ha intervistato per voi Elena Sacchi, che ci aiuterà ancor meglio ad avventurarci nel mondo di Rachele.

L’Intervista ad Elena Sacchi

  • Chi era Rachele Bianchi e che legame ha avuto con la città di Milano?

E.S. Rachele Bianchi è nata e ha trascorso la sua intera vita a Milano. In questa città vedono la luce tutte le sue opere d’arte e qui ha realizzato le prime esposizioni pubbliche. Milano non appare mai visivamente nella sua opera, eccetto in un rilievo che Rachele ha dedicato a sua figlia. Un fatto curioso soprattutto se pensiamo che, dopo la sua scomparsa, abbiamo ritrovato nello studio numerosi libri riguardanti la storia, l’arte e l’architettura del capoluogo lombardo. Un legame suggellato dalla donazione dell’opera “Personaggio” proprio al Comune di Milano e dall’iscrizione di Rachele tra le prime cento cittadine benemerite e illustri nel Famedio del Cimitero Monumentale.  

Personaggio inaugurazione
  • Quali sono stati i suoi principali media espressivi?

E.S. Rachele, in settant’anni di continua sperimentazione artistica, ha fatto un vastissimo uso di molteplici media espressivi, sempre come autodidatta. La sua passione nei confronti dell’arte, in contrapposizione alla famiglia, si concretizza tramite il disegno a matita e a olio tra la fine degli Anni Quaranta e i primi Anni Cinquanta. Passa poi al volume, attraverso la terracotta, negli Anni Sessanta. Si avvicina dunque al gesso e alla cartapesta con sculture e rilievi negli Anni Settanta. Attraversa anche una fase in cui tratta il linoleum, per realizzare matrici per stampe, negli Anni Ottanta. Giunta all’età matura si avventura nella prolifica realizzazione di opere in bronzo e marmo, per concludere la sua carriera con un ritorno alla tempera su tela e su carta.

Senza Titolo, 1960, bronzo
Senza Titolo, 1960, bronzo
  • Quando è nata l’Associazione culturale Archivio Rachele Bianchi e di cosa si occupa nello specifico?

E.S. L’Associazione Archivio Rachele Bianchi è nata nel settembre 2019, a un anno dalla scomparsa dell’artista, con il duplice obiettivo di dare visibilità e continuità al suo lavoro, ma anche di sostenere l’iniziativa culturale e sociale delle donne nel mondo. In tutta la sua produzione Rachele ha cercato di elaborare la realtà da un punto di vista femminile. 

Archivio Rachele Bianchi
  • Da settembre 2019 “Personaggio”, un’opera monumentale dell’artista, è stata collocata in via Vittor Pisani. Una sorta di abbraccio simbolico a chi giunge o parte dalla Stazione Centrale. Può parlarci del progetto?

E.S. Il progetto nasce, da una parte, per volontà dell’artista stessa che ha selezionato, tra le sue opere, quella più adatta ad essere collocata in uno spazio pubblico a Milano. Dall’altra erano ormai diversi anni che il Comune e l’associazionismo si interrogavano sulla mancanza di un monumento dedicato a una donna in città. L’unione di intenti ha preso corpo nel 2017 e l’opera scelta, “Personaggio”, oltre al suo valore artistico rappresenta, come tutti i “Personaggi” di Rachele, una donna ideale e comune al tempo stesso. Le forme del suo vestito, la sua acconciatura, i lineamenti del volto, tutto vuole ricordare la cittadina di ogni nazione ed estrazione sociale. Il suo posizionamento, nel 2019, voluto da una commissione interistituzionale e approvato dall’assessore alla cultura Filippo Del Corno, davanti alla Stazione Centrale di Milano, sembra voler dare il benvenuto a tutte le donne che arrivano e partono. 

  • “Personaggio” è stato, tra le altre cose, il primo monumento milanese che rappresenta una donna ad essere realizzato da un’altra donna. A suo giudizio in Italia dovremmo concedere più spazio alle artiste?

E.S. Non si può continuare a ignorare il problema: lo spazio pubblico e i monumenti plasmano il nostro modo di pensare, offrono modelli, ricordano e celebrano. Grazie al censimento realizzato dall’Associazione “Mi Riconosci” possiamo affermare che, prendendo in considerazione tutte le statue dedicate a donne realmente vissute, a personaggi letterari e leggendari e a figure anonime collettive, in tutta Italia si contano solo 171 sculture! Mettendo insieme le dieci più grandi città italiane sono solo 18 le sculture dedicate a donne, le restanti sono collocate in centri più piccoli, prevalentemente in posizione defilata. “Personaggio” di Rachele Bianchi è un’opera che si può dire simbolica poiché rappresenta tutte le cittadine, ma è anche la prima opera pubblica a Milano ad essere realizzata da una donna. In tutta Italia, il 91% delle opere ritraenti soggetti femminili è di artefici uomini, un altro 4% vede la collaborazione di uomini e donne, mentre solo il 5% è effettivamente prodotto da artiste donne. Un divario ancora troppo alto.

Femminilità, 2011, tecnica mista su carta
Femminilità, 2011, tecnica mista su carta
  • Del resto, durante tutto l’arco della sua produzione, Rachele si è profondamente concentrata sulla figura femminile. Donne circondate da una rete, una sorta di gabbia spesso aperta. Una parte di reticolo è anche diventata la firma dell’artista. Cosa voleva simboleggiare?

E.S. Rachele idealizza la simbologia della rete verso la metà degli Anni Sessanta, quando si appassiona alla psicologia. La rete per Rachele è legame e al tempo stesso protezione. Non deve stupire che proprio in quegli anni le sue donne iniziano ad essere ammantate e la sua firma diviene quella di una rete aperta. Questo guscio si chiude inizialmente con linee dure e angoli netti attorno alla figura femminile, nascondendola e proteggendola. Con gli anni queste corazze hanno iniziato a rivelare particolari e a scoprire i “Personaggi” sotto le “Figure”, rivelando la donna con le sue fragilità, ma anche con tutta la sua forza. Da corazze, a manti, a reti aperte. Così il logo dell’Associazione è una trasposizione grafica della sua firma, una rete aperta. Un segno che sottolinea la liberazione del pensiero e della natura femminile ma anche, interpretandolo junghianamente come avrebbe voluto l’artista, la liberazione dell’intera umanità dai vincoli di una società maschilista e culturalmente stereotipata. 

Figura con la rete, 2005, bronzo h 65cm
  • Dalla sua apertura l’Archivio si è sempre distinto per l’impegno nel coinvolgere la cittadinanza, come ha recentemente dimostrato la vostra partecipazione a Museo City (4-6 marzo 2022). Quali saranno i prossimi progetti?

E.S. L’Archivio vuole allargare la conoscenza dell’artista ed oltre a Museo City, che quest’anno ha avuto un grandissimo successo, parteciperà ad altre manifestazioni cittadine di cui vi faremo sapere nelle prossime settimane. Ma non si fermerà qui, perché abbiamo ricevuto diverse richieste di artiste e ci stiamo organizzando per poterle ospitare condividendo con loro un percorso dedicato alle donne per le donne. Ci aspetta quest’anno un ricco calendario di appuntamenti!  

La Coppia, 1994, bronzo
La Coppia, 1994, bronzo