Il Museo Fortuny a Venezia diventa un museo permanente. Il ritorno alla grande bellezza, tra restauri e riallestimenti

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Palazzo Fortuny

Museo Fortuny. Riapre mercoledì 9 marzo a Venezia, Palazzo Pesaro degli Orfei, magico scenario del genio creativo di Mariano Fortuny y Madrazo e della moglie, musa e sodale Henriette Nigrin. A due anni dall’Acqua Granda la casa-atelier dell’artista, che a inizi novecento scelse Venezia per le sue eclettiche sperimentazioni, viene restituita alla sua
memoria e alla città, e diventa museo permanente.
Il fascino di un allestimento ideato dal maestro Pier Luigi Pizzi con Gabriella Belli e
Chiara Squarcina, che rievoca le atmosfere di uno dei luoghi più iconici della città
lagunare, all’alba del XX secolo. Le giornate a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: sabato 12 e domenica 13 marzo.

l Museo Fortuny diventa un museo permanente

Il gotico palazzo veneziano che fu dimora e laboratorio di Mariano Fortuny y Madrazo
(Granada 1871, Venezia 1949) e della musa, moglie e sodale Henriette Nigrin, luogo di
riferimento agli inizi del Novecento della élite intellettuale europea e centro produttivo
nella cosmopolita e industriosa Venezia, riapre le porte, dopo i necessari interventi
conservativi al piano terra (fortemente danneggiato dall’Acqua Granda nel novembre
2019) e il riallestimento complessivo dei piani nobili, con un nuovo destino: non più
solamente spazio espositivo temporaneo, ma un museo permanente, in cui Mariano
Fortuny e il suo universo di luce e innovazione tornano protagonisti.

Tra riallestimenti e restauri

I consistenti lavori di ripristino e messa in sicurezza, seguiti dal Comune di Venezia e
dall’Ufficio tecnico e Manutenzioni della Fondazione Musei Civici di Venezia e finanziati
tramite Art Bonus grazie all’importate contributo del marchio leader PAM Panorama,
hanno infatti permesso il restauro del portego cui si accede da Campo San Beneto, con la
riorganizzazione completa dei servizi di accoglienza. Nel contempo si è potuto ripensare
l’allestimento degli ambienti fascinosi di Palazzo Pesaro degli Orfei in senso filologico,
con la restituzione delle sale alla memoria e alla geniale e talentuosa vita dell’artista
spagnolo – di cui si sono celebrati i 150 anni dalla nascita nel 2021 – e con la riapertura ai
piani nobili delle meravigliose polifore, punto focale dell’architettura del Palazzo, ora
pienamente valorizzata, e fonte di luce naturale modulata in base alle necessità.

Il percorso espositivo, di straordinaria suggestione, è stato curato dal maestro Pier Luigi
Pizzi con Gabriella Belli e Chiara Squarcina.
Un’autentica immersione nell’atmosfera di un luogo rinomato e centrale per la Venezia
del tempo, così come testimoniata da tante fotografie d’epoca che hanno immortalato
alcuni di questi ambienti, permettendo di cogliere gusti, presenze, accostamenti, rimandi
e relazioni tra personaggi, oggetti, creazioni, arti e saperi.

Il retroterra moresco, la cultura classica, le influenze orientali, il mito e il mondo
wagneriano, i suoi molteplici interessi e passioni; e poi dipinti suoi e del padre,
scenografie teatrali e invenzioni illuminotecniche, meravigliosi abiti e incredibili tessuti
frutto del genio di Mariano e Henriette, archivi fotografici, opere della collezione
personale, documenti e brevetti, testimonianze degli artisti e degli amici che al tempo
giungevano a Venezia, convivono e trovano nuova luce nel Palazzo veneziano, visitabile
tutto l’anno con il nuovo percorso permanente e sede espositiva di mostre temporanee
dedicate alla contemporaneità.

Preziosa sarà per i prossimi 5 anni la collaborazione con Tessuti Artistici Fortuny SRL.
Intanto l’inaugurazione del Museo – festeggiata il 5 e il 6 marzo con due giorni
straordinari a ingresso gratuito, previa prenotazione obbligatoria – sarà l’occasione per
presentare per la prima volta al pubblico, in esposizione temporanea a Palazzo Fortuny,
l’eccezionale donazione ricevuta dalla Fondazione dei Musei Civici di Venezia, di un
nucleo di opere di artisti americani di primo piano della raccolta Panza di Biumo: un
omaggio in memoria di uno dei più importanti collezionisti del Novecento.