Tra blockchain, OnLife e nuove tecnologie. L’intervista a Giulio Bozzo, fondatore e CEO di Reasoned Art

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Reasoned Art - Giulio Bozzo

Blockchain, NFT, etheurum, Crypto Arte, Intelligenza Artificiale, wallet, metaverso. Chi è nel mondo dell’arte – dall’artista al professionista – si muove anche in un mondo digital che in poco tempo ha visto l’arrivo di nuove dinamiche di vendita, nuovi modi di collezionare e certificare le vendite delle opere d’arte. Dietro a questo mondo sempre più tecnologico c’è l’arte che da sempre è lo specchio della società – e la nostra società è oggi sempre più phygital e tecnologica. In queste nuove dimensioni decentralizzate è quanto più necessario oggi riprendere concetti chiave come “consapevolezza”, “diritto”, “cultura”, “innovazione” intesa nella sua accezione costruttiva ed anche partecipativa.

E in questa nuova rivoluzione culturale che si sta via via delineando – tra culture digitali e nuovi mercati, ci sono dei professionisti che hanno idee chiare e progetti di valore da portare avanti. E parlando di progetti di valore si fa sempre più strada Reasoned Art: “la prima galleria d’arte digitale italiana che crea un ecosistema di qualità fondendo i valori artistici tradizionali con quelli innovativi grazie ad un approccio OnLife unico nel settore“. “L’ecosistema” che stanno creando, tra blockchain, progettazione di mostre fisiche e grandi eventi OnLife di arte digitale e arte generativa partendo da un’approfondita conoscenza delle nuove dinamiche culturali e del mercato dell’arte verso un futuro consapevole fatto anche di valori e di partecipazione – come ben spiegano nel loro Manifesto della Post-Contemporaneità.

Per risolvere i problemi culturali, sociali, ambientali ed economici della contemporaneità, è necessario gestire e non subire il progresso tecnologico, adottando una governance di innovazione partecipata e consapevole. Manifesto della Post-Contemporaneità.

Reasoned Art

Abbiamo incontrato il dott. Giulio Bozzo, fondatore – con Andrea Marec – e CEO di Reasoned Art, e gli abbiamo fatto alcune domande, per approfondire l’arte e cultura 3.0 e comprendere come Reasoned Art si sta muovendo in questo panorama tra nuove dinamiche di mercato e un mondo sempre più digital che guarda ad un futuro sempre più phygital – o meglio “OnLife”.  Eccovi la nostra intervista: buona lettura.

premio angi. – Giulio Bozzo e Andrea Marec

L’intervista a Giulio Bozzo, fondatore e Ceo di Reasoned Art

RP: Con Reasoned Art state avendo un indiscusso successo. Ci può spiegare qual è la vostra mission?

GB: Il nostro grande obiettivo è quello di mettere l’arte e la cultura in primo piano per avviare un cambiamento sistemico in cui vogliamo analizzare pro e contro delle nuove tecnologie attraverso l’arte. Questo è un meccanismo che vuole innescare un processo di rivoluzione prima culturale e poi economico-politica. Per fare questo il contatto con gli artisti è fondamentale e quindi il modus operandi delle gallerie tradizionali che organizzavano prima gli aspetti artistici, e poi quelli economici, è un nostro punto di riferimento. Il nostro obbiettivo è quello di creare un ponte tra il mondo dell’arte tradizionale prendendo appunto “i blocchi” che sono un processo di generazione del valore tipico del mondo dell’arte fatto di mostre, di contenuti editoriali, di critica d’arte – ed unirli a questo mondo di tecnologie fatto di blockchain e NFTs creando un mercato più trasparente e tracciabile. Risolveremmo così da una parte il problema di quell’opacità del mercato dell’arte tradizionale e dall’altra daremmo visibilità agli artisti digitali, una possibilità per vivere della propria arte e quindi di poter commercializzare file digitali unici attraverso gli NFTs. Questo è il nostro grande obiettivo. Il nostro approccio lo definiamo OnLife un neologismo del filosofo e professore Luciano Floridi: qualcosa che sia online dal punto di vista della vendita e della galleria mentre, invece, offline per quanto riguarda l’esposizione delle opere d’arte. Si va così a creare quella partecipazione e socialità che è intrinseca poi nel godimento delle opere d’arte. Un confronto, ma anche una critica verso il presente e il futuro che ci aspetta. 

RP: Avete rivestito un monumento simbolo di Milano – l’Arco della Pace – di data sculpture a 360°. Quanto il grande pubblico ha recepito il grande lavoro che è stato realizzato, dall’uso dell’IA al vasto dataset utilizzato?

GB: Sicuramente il momento storico non è stato dalla nostra parte. La comunicazione purtroppo è dovuta partire qualche ora prima dell’evento perché con il Covid è stato tutto complicato. La partecipazione fisica, anche per nostra volontà è stata abbastanza limitata (per non creare assembramenti). Le persone che erano in loco raccontano di una grande emozione ed attenzione – un’esperienza immersiva e multisensoriale. Un po’ come osservare un’opera in realtà virtuale, solo che in questo caso c’era una location fisica. L’aspetto estetico e visivo dell’Arco e l’aspetto sonoro di questi suoni quasi primordiali hanno creato un quid in più. Una cosa molto interessante sarà vedere poi l’aspetto dell’opera nella realtà virtuale: creeremo, insieme all’artista, il modello 3D dell’Arco della Pace con la messa in opera dell’opera d’arte e si potrà girare in questo ambiente immersivo e godersi l’esperienza andando a ricreare questo aspetto più fisico. Sicuramente c’è tanto lavoro da fare sull’educazione anche con gli artisti che lavorano con le intelligenze artificiali per capirne il modus operandi: un lavoro importante che non è ancora percepito dal pubblico. É un primo passo anche verso un’educazione all’utilizzo dell’IA sia in ambito artistico che in ambito comunitario per il nostro futuro. Sarà interessante nei prossimi mesi, quando avremo eventi di questo tipo in altre location per valorizzare il patrimonio artistico culturale italiano e sperando che non ci siano restrizioni Covid – e avremo allora un impatto maggiore sulla fisicità ed esperienza.

AI Dataportal_Arch of Light
AI Dataportal_Arch of Light
RP: “AI Dataportal_Arch of Light” diventerà un NFT: l’Arco della Pace sarà il primo monumento al mondo ad entrare nel Metaverso. Su quale piattaforma verrà venduto?

GB: Sulla nostra! Noi abbiamo una piattaforma Blockchain che permetterà la compravendita di NFTs – un po’ come funzionano le piattaforme Opensea e SupeRare. Punto interessante della nostra Blockchain, dal nostro punto di vista, è che abbiamo voluto mettere in primo piano l’aspetto legale mentre i nostri competitors non sono molto attenti a questo perché sono in altri paesi e non in Italia. Noi abbiamo voluto inserire delle dinamiche legate agli Smart Digital Contracts per abbinare anche gli aspetti legali tipici del mondo dell’arte per andare a declinare nel migliore dei modi i diritti morali e patrimoniali legati agli NFTs.

RP: Come sarà strutturata la vendita di “AI Dataportal_Arch of Light”?

Partiamo da quali saranno i lotti di vendita: sarà un’asta che faremo in collaborazione con una casa d’asta internazionale e verrà annunciato nelle prossime settimane. I lotti saranno divisi in due file: uno comprenderà la testimonianza della “Performance” quindi i vari video che sono stati girati anche sui nostri social networks e ci saranno tre lotti di questo tipo: drone, best of ed inquadratura statica dell’Arco. Mentre il secondo target sarà sulla seconda verticale: due lotti in realtà virtuale, uno legato solamente alle opere d’arte senza l’Arco della Pace, è l’opera d’arte realizzata da Ouchhh. La seconda invece comprende il modello 3d dell’Arco della Pace: il primo monumento ad entrare in uno dei Metaversi. In questo momento stiamo parlando con i vari players come Decentraland per trovare un accordo per portare anche lo spirito legato più all’edutainment in un mondo che è prevalentemente entertainment in cui la parte gaming fa da padrone. Stiamo quindi cercando la chiave migliore per entrare nel Metaverso che è molto interessante in questo momento per giocare ma può essere anche interessante per imparare. C’è tanto lavoro da fare da questo punto di vista. 

RP: Se avete anche il supporto e la partnership di una casa d’aste internazionale, allora l’ipotetico acquirente può essere sia l’amatore/collezionista sia una società che ha già dei terreni nel Metaverso e vuole includervi l’Arco della Pace.

GB: Esatto. Da una parte “il WEB3” è più legato ai crypto-collectors – è il loro linguaggio – mentre invece i file mp4 ci rimandano ad una dimensione di videoarte che guarda ad un collezionismo di arte contemporanea.

RP: NFT, Blockchain, Metaverso: una nuova direzione digital che si sta imponendo sul mercato dell’arte (e non solo dell’arte) ma anche un nuovo mondo da esplorare. Se la tecnologia blockchain e gli NFTs comprendiamo che ci accompagneranno nel nostro futuro – quale invece pensate sia l’evoluzione del Metaverso?

GB: Da una parte stiamo andando a creare un mondo parallelo, un mondo virtuale parallelo, che nella migliore delle ipotesi non va a sostituire quello fisico ma lo va a implementare. Dall’altro è come se noi stessi testando il nostro futuro come fosse un Digital Twin da un certo punto di vista e in questo Digital Twin rappresentato dal Metaverso si stanno andando a cambiare tante componenti: la moneta, le leggi – quindi i contratti sostituiti dagli Smart Contracts, i diritti di proprietà sostituiti dagli NFTs e le DAO quindi le organizzazioni autonome decentralizzate sono una sorta di “politica” di questi ambienti. Da un punto di vista più antropologico lo vedo come uno studio di come può la tecnologia Blockchain andare a creare le fondamenta per la società del futuro – nell’ambito fisico.

RP: Sarà sicuramente molto interessante vedere l’evoluzione del Metaverso. Ti ricordi di Second Life?

GB: L’hanno riaperto con tutte le dinamiche legate alla Blockchain. Second Life è stato un precursore ma non ha avuto successo perché non c’era la tecnologia abilitante nel coinvolgimento delle persone. Nel 2000, ma anche prima riprendendo gli anni ’80-90, la realtà virtuale era comunque qualcosa di ben presente. É l’applicazione Mainstream, l’ingresso di nuove realtà con la tecnologia abilitante che permette appunto di ricercare un mondo con le stesse caratteristiche del mondo fisico ma con blockchain. Bisogna fare un po’ di ordine da questo punto di vista, anche con l’Intelligenza Artificiale a livello di contenuti c’è ancora tanto lavoro di educazione e di formazione da fare.

RP: Avete pubblicato “Post-contemporary Manifesto”, un Manifesto che riflette sullo stato dell’arte difronte alle nuove evoluzioni della società contemporanea, che include importanti riflessioni.
In un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo, c’è bisogno di una rivoluzione culturale per realizzare l’evoluzione umana”*. 
Il vostro Manifesto è – anche – una call to action – in cui l’uomo è chiamato a riflettere e prendere un ruolo attivo in questo processo di cambiamento, riprendendo i concetti di “capacità di pensiero” “riflessione” e “consapevolezza nel progettare un futuro migliore”. Quanto conta il pensiero critico profondo in una dimensione che diventa sempre più Digital?

GB: Secondo me è fondamentale. Faccio un passo indietro: cosa sta succedendo soprattutto per la nostra generazione? Io sono del ’97 e quindi quando avevo 13-15 anni ero completamente assorto nei Social, Facebook prima ed Instagram dopo – i contenuti sono rapidi, veloci (talvolta) superficiali. Tutto questo ha cambiato anche il nostro modo di intendere la vita in generale. Pensare di progettare includendo l’aspetto critico, di confronto e di ragionamento, che va poi a riprendere il nome della start-up, è fondamentale. Vediamo un futuro in cui c’è la luce in fondo al tunnel ma è complicato. Io sono fortunato, ho questa start-up ma ci sono tanti miei amici che vivono un momento difficile della loro vita perché non vedono un futuro. Il compito dell’arte nella cultura, in questo momento, è fondamentale per svegliare e proporre un nuovo modo di approcciare e di progettare il futuro e sicuramente, visto che viviamo in un momento in cui l’open-source sarà imprescindibile per il domani, così come la blockchain, credo che possa essere promossa anche da noi, come start-up, ma deve essere comunque un lavoro partecipativo e condiviso con la community perché il rischio della super-decentralizzazione è comunque creare entropia e caos. Bisogna quindi cercare e creare un equilibrio con il coinvolgimento di stakeholder e di professionisti ed esperti del settore ed anche con il coinvolgimento della community che è una parte attiva in tutto questo. E qui mi collego a noi visto che stiamo lanciando una nostra DAO (decentralized autonomous organization) che vuole essere il nostro next step al Manifesto e creare appunto questa partecipazione attiva degli utenti ma non in una condizione di web 2 (2.0) ma nel web 3.0 in cui gli utenti possono decidere anche le sorti e fare delle proposte, o votare l’uscita di un determinato argomento. Sicuramente stiamo andando incontro ad una società di questo tipo grazie alla blockchain, c’è un misto di cose che traducono il contesto storico in cui stanno vivendo e in cui potenzialmente vivremo nel prossimo futuro.

RP: I giovani di oggi hanno disponibile un patrimonio di conoscenza e di informazioni e a portata di click. Solo 20 anni fa si andava in biblioteca a fotocopiare libri, Lei invece è nato in questa nuova era 3.0.

GB: Io credo che nei prossimi anni non studieremo neanche più sui libri o su internet. Il Metaverso può diventare un elemento incredibile proprio per questo processo di Edutainement. Un’azienda che si chiama Querlo ha unito una IA (Intelligenza Artificiale) al David di Michelangelo. Quindi cosa succede: io posso parlare con il David che mi risponde ma non con la consapevolezza del 2022 ma di com’era nel 1500, e più interazioni ha, più l’IA diventa performante. Si delinea un futuro in cui tu puoi studiare – ed imparare – e nemmeno accorgendotene entrando in alcuni ambienti in cui mi sto divertendo ed imparare anche attraverso il principio di gamification. Questo è interessante e fa anche evolvere l’uomo: la conoscenza diventa x10.

RP: Mi aspetto anche da voi un chatbot ben studiato.

GB: Abbiamo tantissime idee e tantissimi progetti: speriamo di realizzarli.

RP: Digital o Phygital?

GB: Onlife. Phygital e onlife: il termine è lo stesso, vogliono dire la stessa cosa. Il mio cruccio è stato il collegamento a Floridi (al filosofo Luciano Floridi ndr) e quindi anche ai principi filosofici e vorremmo creare con lui – e uso una parola forte – un movimento artistico, con una teorizzazione dell’etica ed estetica del XXI secolo e quindi per fare questo ci vuole un forte riferimento filosofico.

CRY BLUE BABY by Hardmetacore – in mostra in via Gluck 50 – Milano
RP: Quali i prossimi progetti?

GB: Il primo è la disposizione delle opere dei nostri artisti su tutte le verticali, a cominciare dal valorizzare il patrimonio artistico culturale italiano, stile Arco della Pace e fare quindi altre operazioni di questo tipo nei prossimi mesi. La seconda invece sono le esposizioni nelle gallerie, nelle fondazioni e nei musei e abbiamo una prima mostra in via Gluck 50. La terza è invece un accordo che abbiamo fatto con Grandi Stazioni per andare ad esporre ogni due settimane alcune delle opere dei nostri artisti sui terminali digitali di Milano Centrale e di Roma Termini – e ricreare dunque uno spirito di arte pubblica da questo punto di vista e che coinvolge anche un target più legato alle masse. É in linea con l’evoluzione della nostra prima mostra che avevamo fatto a giugno sui 30 schermi delle edicole di Milano, una mostra decentralizzata e distribuita. Questo è il punto di vista sul tema delle esposizioni e della conseguente vendita degli NFTs mentre dall’altra c’è la nostra volontà di andare a sviluppare il lavoro di design della nostra DAO: nei prossimi mesi uscirà un nostra demo e quello sarà veramente un valore aggiunto perché andrà a creare un binomio con l’attività della galleria ma andrà al contempo a rendere più accessibile e meritocratico il sistema dell’arte: è la sfida più grande.

Future Shock: L’arte Digitale arriva sugli schermi delle Stazioni di Milano Centrale, Roma Termini e Tiburtina
RP: Molto interessante allora un grandissimo in bocca al lupo per questi progetti che state preparando.

Reasoned Art

Fondata da Giulio Bozzo e Andrea Marec, Reasoned Art è stata lanciata nell’estate 2021 al MEET Digital Culture Center di Milano, presentandosi subito al pubblico con una prima blind auction di opere di cryptoarte proiettate sugli schermi delle edicole di Milano. Successivamente è stata notata da Rosario Bifulco, presidente della casa d’aste Finarte s.p.a, e da LVenture Group, che hanno deciso di investire sul progetto permettendo a Reasoned Art di chiudere il suo primo round d’investimenti, fino ad arrivare all’assegnazione del Premio ANGI nella categoria Cultura & Turismo a dicembre 2021.