A Torino la mostra di Ernesto Fava: “Digital Humanity “ Umanità Digitale

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Ernesto Fava - Arrondissement III 2020, Illustrazione digitale | Lightbox, 120x80cm - particolare

Torino. Ossimoro Art Gallery, centro espositivo permanente dell’associazione culturale Ossimoro, presenta la mostra dell’artista Ernesto Fava:“Digital Humanity “- Umanità Digitale, aperta al pubblico dal 17 al 21 gennaio 2022.

Riflessa in un mondo Ipercinetico, Super-connesso, Extra-produttivo.  Crisi, politica, sociale, umana. I valori cardine del nostro mondo travolti da un turbine di immagini, short video, spot.

“Digital Humanity“

Con le opere di Ernesto Fava, ci troviamo catapultati in una dimensione parallela in cui le architetture ci raccontano mondi metafisici, mondi lontani ma spaventosamente vicini. Per Ernesto Fava, fare arte significa “intraprendere una profonda ricerca individuale, una rielaborazione dei meccanismi della mente, delle emozioni”. L’artista ha saputo coniugare la sua professione di architetto nelle sue opere, creando visionarie opere che ci raccontano un’Umanità Digitale in cui “Umanità” chiama una forte riflessione. É ad esempio un’umanità smarrita nel visionario futuro raccontato nell’opera “La Ville Radieuse” in cui la matrice digitale – e architettonica – si ripete – nella sua bellezza lucente in cui neanche all’ombra vediamo l’uomo.

Ernesto Fava, La Ville Radieuse, 170x80cm
Ernesto Fava, La Ville Radieuse, 170x80cm

Dall’architettura nello spazio all’architettura della mente, una connessione tra visioni e tecniche artistiche completamente differenti, ma strettamente legate dall’intimo della psicologia umana.

Ernesto Fava, Nomadi 2020, Illustrazione digitale, 140x70cm - dettaglio
Ernesto Fava, Nomadi 2020, Illustrazione digitale, 140x70cm – dettaglio

Parlando dell’opera “Nomadi” l’artista Fava ci spiega:

La mia opera, Nomadi, vuole rappresentare il disagio collettivo, la crisi psicologica di un mondo le cui nuove generazioni rischiano una pericolosa, interminabile procrastinazione. L’arte è la mia spinta. La città dei Nomadi è un grido di protesta velato, il grido di una gioventù precaria, stufa di essere sfruttata, il grido di tutte le persone emarginate, il grido di tutte le vittime di strumentalizzazione, il grido di chi reclama la propria libertà..”

Le realtà parallele di Fava ci spingono da un lato ad ammirarne l’estetica, frutto di un dualismo ben riuscito tra arte e architettura – e dall’altro a riflettere sulla nostra identità mostrandoci un secondo livello di lettura che porta tutta l’attenzione sull’alienazione ed esasperazione di un mondo in cui i “data” vincono sul pensiero profondo – diventando dominatori di un nuovo futuro che potrebbe infine avere la colonna sonora di Blade Runner. Ed ecco che queste opere ci portano a riflettere diventando “Un grido ribelle dinanzi ad una collettività che non riesce a guardare oltre alla nostra condivisione su una piattaforma. 
Una responsabilità di tutti, perché il mondo che viviamo è anche figlio degli Uomini, Noi lo abbiamo costruito“.

Ricordiamo infine la nostra intervista all’artista Ernesto Fava per NotiziaArte, in occasione della fiera REA! tenutasi a Milano del 2020 che ci ha offerto un interessante approfondimento sulle sue opere e la sua filosofia artistica.

Fare Arte è anche rielaborare  la nostra visione del mondo. Digital Humanity è una serie distopica di visioni urbane deliranti in cui esprimo tanti timori della nostra società: l’alienazione, l’individualismo estremo, il consumismo frenetico, la difficoltà di tessere relazioni umane stabili e durature. Ernesto Fava (intervista su NotiziArte)

Informazioni Utili:

Apertura mostra sabato 15 gennaio 2022 dalle 18,30 alle 21,00
Durante la serata: Live Drawing Performance di Ernesto Fava e
presentazione del nuovo progetto grafico della Cantina DEFILIPPI Oliva Gessi in stretta collaborazione con l’artista.

Mostra personale dell’artista Ernesto Fava dal 17 al 21 gennaio 2022
ingresso libero gratuito dal lunedì al venerdì dalle 15,00 alle 19,00

Presso Ossimoro Art Gallery Via Carlo Ignazio Giulio 6 10122 Torino­­­­
Ingresso gratuito consentito con mascherina e Green Pass rafforzato.

Ernesto Fava
Ernesto Fava

ERNESTO FAVA: Biografia

Ernesto Fava, giovane architetto ed illustratore, inizia il suo percorso formativo a Torino, spostandosi successivamente verso la Francia ed infine a Mumbai, dove conclude un approfondito studio sulle architetture informali in contesti di emarginazione politica, economica e sociale.
La sua carriera si distingue per il dualismo con cui affronta questioni legate all’arte e all’architettura. Da sempre confidente nei confronti dello stretto legame tra le due, opera sia nel campo della progettazione per clienti privati, spaziando dalla realizzazione di nuove case al design d’interni curato al dettaglio, che nell’ambito artistico, realizzando dalle singole opere ad interi allestimenti su commissione.
Specializzato nella progettazione basata su modellazione 3D parametrica, applica la stessa al mondo artistico attraverso il quale realizza visioni urbane distopiche strettamente legate con i temi più critici della società contemporanea che si riflettono nell’intimo della persona: senso di isolamento, crisi di identità, ansia, mancanza di riferimenti, senso di insoddisfazione, procrastinazione.
Le città di Ernesto sono uno specchio di un mondo in cui i valori cardine di una società sono messi in ginocchio, una realtà socioeconomica in cui si venera qualcosa di intangibile, e nella quale è impossibile definire un vero legame tra persone, andando oltre a quello che ci mostrano attraverso un filtro o uno schermo.
Amante del disegno ad acquerello, applica questa tecnica a rappresentazioni figurative più intime, psicologiche.
Le persone di Ernesto sono l’appendice di questo mondo, la psicologia che sta contemporaneamente alle spalle e davanti ad esso. Personificazioni degli aspetti più umani del nostro vivere, un manifesto della più primitiva umanità. Sagome ipercinetiche, come il nostro quotidiano, che esprimono nelle loro espressioni, nei propri movimenti, tutto lo specchio di emozioni compresse in una realtà alienante e divisiva.
Dall’architettura nello spazio all’architettura della mente, una connessione tra visioni e tecniche artistiche completamente differenti, ma strettamente legate dall’intimo della psicologia umana.

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Rebecca Pedrazzi
Classe 1982, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano con la tesi “Il Mercato dell’Arte nel decennio 1998-2008”. Dopo la laurea viaggia in Europa e si trasferisce a Londra. Rientrata a Milano, la sua città natale, lavora come Art-Advisor e commerciale nel settore Luxory. Ha collaborato con diverse testate, online e cartacee, con articoli di approfondimento sull’arte. Dopo aver conseguito il patentino da giornalista pubblicista, fonda nel 2017 NotiziArte, website di notizie d’arte e cultura. É autrice del libro "Futuri possibili. Scenari d'arte e Intelligenza Artificiale" edito con Jaca Book nel 2021.