“La Nuova Museologia: le nuove opportunità nell’incertezza. Verso uno sviluppo sostenibile”, (Celid Edizioni, 2020)

La trama del libro: La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza

Due grandi nomi, due professionisti d’élite del mondo della museologia – Maurizio Vanni, museologo internazionale e Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale a Milano –  ci regalano con questo libro l’opportunità di approfondire importanti e necessarie tematiche legate allo sviluppo del museo inteso come luogo che congloba oggi il suo ruolo nel binomio tradizione/innovazione –  fronte anche ad una  società sempre più digital e alle criticità sia storiche che recenti – che il post-Covid ha sicuramente creato o evidenziato.

Partendo dalla storia dei beni culturali nella legislazione Italiana – le radici della tutela del patrimonio culturale – verso le ultimissime tecnologie di realtà aumentata – questo libro accompagna il lettore ad approfondire e valutare i futuri scenari possibili per la cultura e le sue istituzioni. Il museo non è più (solo) uno scrigno della cultura – si apre al pubblico, lo coinvolge diventando parte di quello storytelling umano e quotidiano. Si aprono le porte dei musei a nuove e topiche tematiche: dallo sviluppo sostenibile al Green Marketing, dalla responsabilità sociale alla comunicazione digitale 3.0.

La nuova museologia dovrà inserire tra i suoi nuovi obiettivi quello di poter essere considerata una piattaforma del benessere esperienziale in grado di facilitare relazioni interper- sonali, condivisione della conoscenza estetica, partecipazione dei percorsi emozionali e, in generale, un benessere legato alla qualità dell’ambiente in un luogo che abbatte, oltre alle barriere architet- toniche, anche quelle sociali. Maurizio Vanni

Gli autori: Domenico Piraina e Maurizio Vanni

Domenico Piraina, laureato in Materie letterarie e in Scienze dell’amministrazione, master in Management pubblico, è direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano e direttore di Palazzo Reale a Milano. Direttore di museo, curatore, progettista culturale, ha realizzato più di 1500 mostre in Italia e all’estero.

Maurizio Vanni, storico dell’arte, museologo, specialista in governance e gestione museale. Collabora con la Soprintendenza Archeologia, Bene Culturali, Paesaggio delle province di Lucca e Massa Carrara, è docente di Museologia per il turismo (UNIPI) e Marketing non convenzionale (Università Tor Vergata). Ha curato 600 mostre in oltre 60 musei di 27 paesi del mondo e ha collaborato in più di 40 università in città come Seoul, Shanghai, Pechino, Tokyo, New Delhi, San Paolo, Mosca, Buenos Aires, Parigi, Chicago, Toronto, Citta del Messico.  Già autore de Il Museo diventa impresa. Il marketing museale per il break even di un luogo da vivere quotidianamente (Celid, 2018).

Il nostro commento al libro “La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza”

“La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza” è un libro – edito da Celid – che ha da subito catturato la nostra attenzione per la tematica trattata di indubbio e attuale interesse. Con un approccio interdisciplinare – inclusi case studies, approfondimenti ed interviste – gli autori ci presentano, capitolo dopo capitilo – le tematiche più importanti, tra criticità e opportunità – che riguardano i musei di oggi: realtà culturali e istituzionali fondamentali per la nostra umanità che oggi si trovano davanti alle tante sfide imposte dalla società, dalla crisi pandemica e da un rivoluzione tecnologica in divenire. Un manuale oggi sicuramente di riferimento nel settore e consigliato a tutti gli appassionati d’arte e museologia.

“La vera ricchezza del Museo non risiede soltanto nelle proprie collezioni, ma soprattutto nei visitatori che, portatori di un proprio vissuto personale e culturale, arricchiscono di significato e di senso il patrimonio culturale. Mai i visitatori devono essere visti come consumatori ma sempre come produttori di senso e, questo, contribuisce ad arricchire la visione pluralistica del patrimonio che è la realizzazione di una effettiva democrazia culturale”. Domenico Piraina