Tra Oro e Secessione: i capolavori di Gustav Klimt in mostra a Roma

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klimt mostra roma

Klimt. La Secessione e l’Italia

dal 27 ottobre 2021 al 27 marzo 2022 Museo di Roma a Palazzo Braschi, Roma

Fino al 27 marzo 2022, il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospita un evento espositivo eccezionale che celebra la vita e il percorso artistico di uno dei più grandi maestri della storia dell’Arte e fondatore della Secessione viennese: Gustav Klimt.”Klimt. La Secessione e l’Italia” è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna. La mostra vede come main sponsor Acea, special partner Julius Meinl e Ricola, partner Catellani & Smith, radio partner Dimensione Suono Soft ed è consigliata da Sky Arte.

mostra Klimt
Gustav Klimt
Giuditta, 1901
Olio su tela, 84×42 cm
© Belvedere, Vienna Photo: Johannes Stoll

Klimt: il ritorno in Italia

É con questa importante mostra, “Con l’esposizione Klimt. La Secessione e l’Italia” che finalmente le opere dell’artista austriaco tornano in Italia e proprio a Roma, dove 110 anni fa, dopo aver partecipato con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1910, Klimt era stato premiato all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911. L’esposizione accompagna il visitatore a ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, ne sottolinea il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e – per la prima volta – indaga sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi espositivi.

Gustav Klimt
Ritratto di Signora, 1916-17
Olio su tela, 68×55 cm
Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

Le opere in mostra

In mostra oltre 200 opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Museo Belvedere di Vienna e dalla Klimt Foundation, tra i più importanti musei al mondo a custodire l’eredità artistica klimtiana. Alcune opere provengono invece da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz. La mostra propone al pubblico opere iconiche di Klimt come la famosissima Giuditta I (1901), Signora in bianco (1917-18), Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18). Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation, e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019. Nel racconto espositivo del periodo della Secessione viennese, troviamo dipinti e sculture del Museo Belvedere, firmati da altri artisti, quali Josef Hoffmann, Koloman Moser, Carl Moll, Johann Victor Krämer, Josef Maria Auchentaller, Wilhelm List, Franz von Matsch e molti altri.

Gustav Klimt
Johanna Staude, 1917-1918
Olio su tela, 96×68,5 cm Belvedere, Vienna
© Belvedere, Vienna
Photo: Johannes Stoll

Google Arts & Culture

Grandi capolavori ma non solo. Al Museo di Roma, infatti, grazie alla collaborazione tra Google Arts & Culture Lab Team – nuova piattaforma di Google dedicata all’approfondimento delle arti – e il Belvedere di Vienna, tornano in vita tre celebri dipinti conosciuti come Quadri delle Facoltà – La Medicina, La Giurisprudenza e La Filosofia -, allegorie realizzate da Klimt tra il 1899 e il 1907 per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna e rifiutate da quest’ultima perché ritenute scandalose. Ciò che rimane di queste opere andate perdute nel 1945 durante un incendio scoppiato al castello di Immendorf in Austria, sono solo alcune immagini fotografiche in bianco e nero e articoli di giornale. La sfida di Google Arts & Culture è stata quindi di ricostruire digitalmente i pannelli a colori, attraverso il Machine Learning (un sottoinsieme dell’Intelligenza Artificiale) e con la consulenza del dott. Franz Smola, curatore della mostra e tra i maggiori esperti di Klimt al mondo.

Franz von Matsch Hermine e Klara Klimt, 1882 circa Olio su tela, 33x43 cm Belvedere, Vienna. Prestito permanente da collezione privata © Belvedere, Vienna Photo: Johannes Stoll
Franz von Matsch
Hermine e Klara Klimt, 1882 circa
Olio su tela, 33×43 cm
Belvedere, Vienna. Prestito permanente da collezione privata
© Belvedere, Vienna Photo: Johannes Stoll

Un processo di ricostruzione del colore.

Partendo da una ricerca condotta dallo stesso Smola su descrizioni che gli studiosi del tempo e giornalisti avevano fatto dei tre dipinti ancora esistenti, il materiale raccolto è stato messo a confronto con le colorazioni utilizzate dall’artista austriaco nei dipinti realizzati in quello stesso periodo e ancora esistenti. Da qui, Emil Wallner, programmatore creativo per Google Arts & Culture, ha programmato un algoritmo di machine learning per creare un modello statistico di texture, motivi e colori di ciò che rimaneva dei Quadri delle Facoltà; Smola e Wallner hanno quindi hanno preso i riferimenti cromatici e li hanno aggiunti con cura ai tre dipinti di Klimt. Mettendo insieme le testimonianze in bianco e nero e i riferimenti cromatici, il modello statistico è stato in grado di collegare i motivi in scala di grigi con le colorazioni dei dipinti del Maestro ancora esistenti, restituendo ai Quadri delle Facoltà i loro colori originali.

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