Chiara Ascioni: la creazione dell’artista Rebor realizzata con l’Intelligenza Artificiale. “Io esisto. Tu?”

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2017
Rebor - Chiara Ascioni
“Una e tre persone” © Rebor

Tra Intelligenza Artificiale e nuove riflessioni

Siamo giunti alla Rivoluzione Industriale 4.0, tra nuove tecnologie, Intelligenza Artificiale, robotica e automatismi industriali. Siamo nell’era dell’Internet of Things, del progresso nel digital. Ma se da un lato questo progresso è al servizio dell’uomo e con internet tutto è a portata di click, dall’altro lato si celano molte facce nascoste di questa moneta dell’innovazione. Da sempre sostengo che l’Intelligenza Artificiale sia un valido strumento se ben utilizzato ma cosa succede quando questa viene strumentalizzata per secondi fini eticamente dubbi? Come per tante creazioni umane, il fine per il quale sono state create non è un dogma che l’uomo spesso percorre.

L’Arte come specchio della Società

Una grande riflessione sulle nuove tecnologie è stata lanciata dal mondo dell’Arte: molti artisti contemporanei da un lato usano l’IA come nuovo strumento per creare opere, dall’altro riflettono su alcune importanti implicazione etiche. L’artista Rebor nel 2020 ha iniziato un progetto fronte ad una riflessione sulle relazioni umane in seguito al periodo di lockdown forzato che ci ha tutti portati a riflettere sul tema della solitudine e della comunicazione. La sua domanda di partenza è stata: “Può quindi il bisogno umano di comunicare essere così forte da spingerlo a confondere un IA con una persona reale?”

E’ stato uno studio sociale in cui ho creato un personaggio che non esiste, che vive sui social rapportando indirettamente un IA con degli utenti che non ne sono al corrente. Rebor

Chiara Ascioni – o meglio: Ch I.A. ra

Rebor, ovvero Marco Abrate, l’ artista torinese definito come “lo street artist gentile” ha creato con l’Intelligenza Artificiale un personaggio immaginario che vive nei social: è Chiara Ascioni. Dove sta “l’artisticità” di questo studio sociale come lo ha definito lo stesso Rebor? In una tradizione secolare che vede l’uomo sognatore e innamorato del sogno dell’amore, di donne che non conosce. La letteratura ci racconta infiniti esempi di grandi colpi di fulmini, uomini che si innamorano di donne solo guardandole. Ed è qui che nasce l’ispirazione di Rebor, dalla poesia di Carducci “Jaufré Roudel”, che riprende la storia del trovatore Roudel (che visse dal 1125 al 1148) che si innamora della contessa di Tripoli senza averle mai parlato ma solo ascoltando alcuni racconti che gli sono pervenuti dai pellegrini di Antiochia. Una donna mai vista che lo ha ispirato fino a farlo innamorare dell’ideale che rappresentava.

“ Contessa, che è mai la vita ?
È l’ombra d’un sogno fuggente,
La favola breve è finita,
Il vero immortale è l’amor.
Aprite le braccia al dolente.
Vi aspetto al novissimo bando.
Ed or, Melisenda, accomando
A un bacio lo spirto che muor. “

Giosué Carducci
25 Febbraio 1888
da Rime e Ritmi

Da Melisenda a Chiara

Dalla storia di Rudel e dall’amore platonico per la bella (e mai vista) Melisenda, contessa di Tripoli, si è sviluppato l’intero progetto. “Chiara”è un intelligenza artificiale costruita come un collage, prendendo dalla rete gli strumenti gratuiti e disponibili per crearla“. Ma se la contessa era un vero personaggio, Chiara Ascioni non è un personaggio reale, è una creazione che vive e abita i Social. Il suo fine? Stimolare riflessioni. Chiara non è solo immagine: risponde alle domande che gli utenti le pongono sul web come un chatbot. Una volta creato il personaggio, è stato aperto prima il profilo su Facebook poi quello su TikTok e gli utenti potevano interagire con lei – una creatura della IA e in pochi si sono accorti che Chiara non era una vera ragazza. Alcuni video sono diventati virali e oggi Chiara Ascioni conta 10.000 follower. Rebor è stato aiutato dal duo “Banana Killers” composto da Dennis Pezzolato e Valentina Giorgi, entrambi video maker e grafici 2D e 3D.

Chiara Ascioni

“Una e Tre Persone”

Progettata, studiata e cresciuta sui Social, Chiara Ascioni è tanto effimera quanto attuale nel suo esserci per farci riflettere. “Una e Tre Persone” è il titolo dell’opera analogica che è costituita da un manifesto composto da due parti: sulla sinistra la foto di Chiara, sulla destra il Qr code. La domanda che Rebor ci pone sul manifesto è: “Io esisto. Tu?” Questo interrogativo ci porta a farci molte domande, a riflettere sulle relazioni umani, sull’uso proprio e improprio della tecnologia. Non per ultimo: Chiara non è nata come influencer: ma se lo fosse stata? E ancora: se l’amore platonico dei trovatori era un mix di ispirazione e corteggiamento – quanto ci siamo allontanati oggi dall’idea “cortese” dell’amore? Vedendo le avance dirette e fuori luogo che l’alter ego virtuale di una bella donna, l’effimera Chiara, ha ricevuto, forse occorre aprire una riflessione anche su questo tema. Ed allora torniamo al messaggio di Rebor che ci invita con questo suo esperimento sociale – e l’opera “Una e Tre Persone” – ad una riflessione sui valori umani. E ancora: nell’era della tecnologia, abbiamo bisogno di ideali di donne virtuali (che oggi chiamiamo Fake) ? Io credo che Chiara esista per farci trovare queste e tante altre risposte.

Per vedere l’opera:

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