Il Blu nell’Arte: Cinque opere d’arte “Blu” famose

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monocromo: Yves Klein - Pigment pur et résine synthétique sur gaze montée sur panneau 150 x 198 cm © Succession Yves Klein c/o ADAGP Paris
Yves Klein - Pigment pur et résine synthétique sur gaze montée sur panneau 150 x 198 cm © Succession Yves Klein c/o ADAGP Paris

Il colore Blu

La Storia del Blu come pigmento per realizzare opere d’arte ha origini antichissime. Troviamo il blu oltremare degli Egizi realizzato con il lapislazzuli ed impiegato per dipingere i gioielli più preziosi. Lo troviamo come pigmento per dipingere dal VI secolo e come colore regale e prezioso come l’oro per i dipinti Medievali. Il colore del cielo, della notte, del mare – gli artisti hanno impiegato questo colore sulle loro tele in tutte le sue sfumature. Vediamo insieme 5 dipinti famosi in cui il Blu è protagonista.

Yves Klein e l’invenzione del Blu IKB

monocromo: Yves Klein - Pigment pur et résine synthétique sur gaze montée sur panneau 150 x 198 cm © Succession Yves Klein c/o ADAGP Paris
Yves Klein – Pigment pur et résine synthétique sur gaze montée sur panneau
150 x 198 cm
© Succession Yves Klein c/o ADAGP Paris

La ricerca della monocromia per Klein va oltre l’uso di un solo colore. Klein ha un rapporto viscerale con i colori – usa pigmenti puri non uniti a leganti per non perderne la luminosità. Il colore e il suo impiego è per lui una ricerca di stile e un modello filosofico. A Klein infatti non basta ricercare il colore, lo vuole creare in toto. Nel 1956, dopo tante sperimentazioni, ecco che Yves crea «la più perfetta espressione del blu», un blu oltremare intenso – sintesi per lui di cielo e terra -. International Klein Blue – IKB (IKB, =PB29, =CI 77007) è il prodotto finale della sua ricerca dell’essenza del colore. Il monocromo di Klein è purezza e ricerca.

Storia di un artista e del suo colore:

«Avevo un colorificio in Boulevard Quinet e ho visti artisti d’ogni genere passare dal mio negozio. Dai più convenzionali ai più estrosi. Yves Klein è stato l’unico con cui ho stabilito un’amicizia e una complicità professionale. Credo di aver avuto un ruolo chiave nell’avventura della monocromia. […] Un giorno mi chiese se potevo aiutarlo a trovare la miscela di una pittura blu luminosa, vellutata, particolarmente resistente. Aveva provato di tutto per legare il pigmento blu oltremare 1311 che comprava da me: la colla di pelle, l’olio di lino, la caseina … senza mai ottenere l’effetto desiderato. Allora mi sono lanciato in quella preparazione tutta blu, ma senza successo. […] Yves ha chiamato il colore IKB, International Klein Blu, il solito sbruffone. Detto questo, l’effetto era fantastico e la formula andava tutelata depositando il brevetto. Mi sarebbe piaciuto essere menzionato come co-inventore: senza di me, Yves non ci sarebbe arrivato. Ma lui era come tutti gli altri artisti: vengono da me in cerca di idee o di suggerimenti, poi mi dimenticano in un batter d’occhio. […] Ma non avevo avuto io l’idea, e ora vale milioni! ».
 ( T. Gilabert, Blu K. – Storia di un artista e del suo colore, 2014, Skira editore).

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La “Notte stellata” di Vincent Van Gogh

Vincent van Gogh, Notte stellata, 1889, olio su tela, cm 73,7 x 92. New York, Museum of Modern Art (MoMa)
Vincent van Gogh, Notte stellata, 1889, olio su tela, cm 73,7 x 92. New York, Museum of Modern Art (MoMa)
Il Blu – insieme al Giallo – sono due colori molto cari al Maestro Olandese Vincent Van Gogh. Notte stellata (De sterrennacht) è uno dei dipinti più famosi al mondo. Realizzato nel 1889 dal Maestro olandese Vincent van Gogh e oggi conservato al Museum of Modern Art di New York. Qui il colore blu è protagonista nella rappresentazione di una notte stellata: una visione quasi onirica che raccoglie emozioni, timori, visioni. Il Cielo Blu con le sue stelle è espressione dell’anima di Van Gogh, un’anima tanto inquieta quanto affascinante. Il cielo stellato diventa quindi uno specchio dell’lo emotivo di Van Gogh. Le stelle sembrano ruotare vorticosamente su sé stesse come fossero dei gorghi – effetto reso da pennellate materiche. In questo cielo con le sue stelle – che paiono anime smarrite, sole e allucinate – troviamo tutto il tormento di van Gogh: una potente raffigurazione di un’anima inquieta.

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Marc Chagall, Le paysage bleu

Marc Chagall, Le paysage bleu, 1949. Wuppertal, Von der Heydt Museum © VG Bild Kunst, Bonn ; Photo © ARTOTHEK © Adagp, Paris 2019
Lasciamoci ora avvolgere dall’intensità di questo quadro che cattura – nella dimensione onirica di Chagall – la forza del romanticismo in una visione intima, al chiaro di luna. Eccoci immersi da quel blu intenso – il colore di Chagall – che lo stessa artista definisce come qualcosa che è più di un semplice colore :“Un’anima blu irrompe nei miei quadri”. Il mondo pittorico di Chagall si nutre di poetica, di rimandi culturali, di simbologia e magia onirica che qui ritroviamo in una visione romantica – in un bacio dolcissimo e in un abbraccio stilizzato da due mani.

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Miró. Figure di Notte guidate da tracce fosforescenti di lumache, dalla serie Costellazioni

Miró. Figure di Notte guidate da tracce fosforescenti di lumache, dalla serie Costellazioni, 1940. Tecnica: Acquerello e Gouache su Carta, 37,9 x 45,7 cm. Filadelfia, Philadelphia Museum of Art
Miró. Figure di Notte guidate da tracce fosforescenti di lumache, dalla serie Costellazioni, 1940. Tecnica: Acquerello e Gouache su Carta, 37,9 x 45,7 cm. Filadelfia, Philadelphia Museum of Art

Con questo dipinto ci tuffiamo nel mondo onirico del Maestro Joan Miró. Jacques Prévert lo definiva come “Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. Alla fine degli anni ’20 Miró guarda a una nuova estetica della forma, un mondo surrealista tra armonie, libere associazioni mentali – senza freni ma con grande armonia delle forme. Anche quando crea contrasti cromatici, Miró riesce a creare un mondo parallelo dove armonia, creatività, sogno e personale interpretazione delle forme si fondono dando vita ad opere surrealiste di grande emotività e fascino. Questo dipinto di una notte ci porta infatti in una dimensione fantastica tra lumache, stelle, luna e sogno – quasi fosse una lente d’ingrandimento su un mondo tra l’onirico e il fantastico.

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Katsushika Hokusai, Under the Wave off Kanagawa

Katsushika Hokusai, Under the Wave off Kanagawa (Kanagawa oki nami ura), also known as The Great Wave, from the series Thirty-six Views of Mount Fuji (Fugaku sanjūrokkei) ca. 1830–32
Katsushika Hokusai, Under the Wave off Kanagawa (Kanagawa oki nami ura), also known as The Great Wave, from the series Thirty-six Views of Mount Fuji (Fugaku sanjūrokkei)
ca. 1830–32

Uno dei più famosi artisti dell’ukiyo-e è sicuramente  Katsushika Hokusai (葛飾 北斎; Edo, ottobre o novembre 1760 – Edo, 10 maggio 1849). Tra pittura e incisione, Hokusai ci ha lasciato un’eredità di opere di qualità straordinaria (non solo opere d’arte ma anche splendide poesie –  haiku – ). Il suo lavoro ha influenzato grandi Maestri – da Claude Monet a Vincent van Gogh. Hokusai ha saputo indagare e rappresentare la natura con uno stile personale e sublime che ci incanta ancora oggi. Questa onda bianca e blu porta con se tutta la forza e la bellezza della forza della natura.

Katsushika Hokusai:

“Sin dall’età di sei anni ho amato copiare la forma delle cose, e dai cinquant’anni pubblico spesso disegni, ma fino a quel che ho raffigurato a settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato.» Katsushika Hokusai, postfazione di Cento vedute del Monte Fuji, 1835

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