Pablo Ruiz y Picasso, è stato uno dei grandi protagonisti dell’Arte del XX secolo e uno dei grandi Maestri della Storia dell’Arte. Un artista estremamente creativo e instancabile. Dal “Periodo Blu” al “Cubismo analitico”, il percorso artistico di Picasso ha sempre seguito la direzione della sperimentazione – tra critiche ed elogi.
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Oltre il pennello, Picasso ha sapientemente usato la parola per raccontare la sua vita, la sua visione, la sua arte. Per andare oltre l’opera pittorica di Picasso, per capire a fondo il suo pensiero, possiamo infatti “leggere” Picasso. Il Maestro di Malaga ha infatti scritto moltissimo: dalle poesie alle commedie, dalle lettere alle riflessioni personali. Il libro scritto da Picasso – e curato da Mario de Micheli, raccoglie i suoi scritti e ci porta ad approfondire il mondo fantastico di un’artista straordinario. Vi riportiamo qui sotto alcune frase di questo libro.
Gli Scritti di Pablo Picasso
Quando abbiamo inventato il cubismo non avevamo affatto l’intenzione d’inventare il cubismo ma l’esprimere tutto quanto era in noi. Nessuno di noi definì un programma d’azione; i nostri amici poeti che seguivano da vicino i nostri sforzi non ce l’hanno mai dettato. Ci sono giovani pittori, oggi che si fanno spesso delineare da altri il programma da seguire e poi lo applicano senza errori come un compito in classe. Il pittore subisce stati di pienezza e di restrizione. È questo il segreto dell’arte. Vado a passeggiare nella foresta di Fontaineblau, faccio indigestione di verde. Devo pur liberarmi da questa sensazione in un quadro. Il verde è il colore in esso dominante. Il pittore dipinge per un bisogno di liberarsi da sensazioni e visioni. Gli altri se ne impadroniscono per coprire un po’ della loro nudità. Prendono ciò che possono e come possono. Io credo che alla fine rimangono a mani vuote; si sono fatti, cioè, un vestito che ha le misure della loro incomprensione.
Pablo Picasso, Scritti, SE, (pagina 30,31)
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