Gustav Klimt. Giuditta I. 1901 Olio su tela cm. 84X42 Vienna, Österreichische Galerie Belvedere
Gustav Klimt. Giuditta I. 1901 Olio su tela cm. 84X42 Vienna, Österreichische Galerie Belvedere

Giuditta, la bellezza in un dipinto

Giuditta I è un’opera di Gustav Klimt realizzata nel 1901. È uno dei capolavori assoluti della Storia dell’Arte, un dipinto magnetico, sublime –  con una Giuditta senza tempo, tra sensualità e forza. Nel dettaglio: è un dipinto olio su tela (84×42 cm) oggi conservato nell’Österreichische Galerie Belvedere a Vienna.

«Il volto di Giuditta possiede una carica di seduzione. I suoi lineamenti sono trasfigurati al fine di raggiungere il massimo grado di intensità, che Klimt ottiene respingendo la donna in una dimensione irraggiungibile.» Federico Zeri

La Giuditta qui rappresentata ha un chiaro riferimento biblico dall’Antico testamento. Giuditta è la celebre eroina ebrea che per salvare la sua città di Betulla dall’assedio degli Assiri sedusse il generale assiro Oloferne. Una volta sedotto Giuditta lo fece ubriacare per poi ucciderlo tagliandogli la testa. In quest’opera, la bellissima Giuditta ha infatti in mano la testa del generale.

Gustav Klimt. Giuditta I. 1901 Olio su tela cm. 84X42 Vienna, Österreichische Galerie Belvedere
Gustav Klimt. Giuditta I. 1901 Olio su tela cm. 84X42 Vienna, Österreichische Galerie Belvedere

Giuditta e Adele Blochbauer

Sensuale, forte, consapevole. La Giuditta di Klimt è una donna affascinante, un’eroina senza tempo – crudele e seduttrice. La Giuditta di Klimt è una nobildonna della borghesia viennese, amante e musa – è Adele Bloch-Bauer. Lei è la protagonista e modella dei dipinti più famosi, da Giuditta alla Goldene Adele, ad Adele Bloch-Bauer II. E’ qui un’icona sacra, contornata da una preziosa cornice dorata. Il dipinto ruota attorno a questa eroina, rappresentata con un taglio verticale. La testa di Oloferne si intravede di scorcio in basso a destra. Dietro la testa di Giuditta vediamo un paesaggio stilizzato fatti di alberi di fico e viti, tratto da un fregio assiro del Palazzo di Sennacherib a Ninive.

«Questa Giuditta è una bella jourdame ebrea… che non perde l’occasione per sedurre lo sguardo degli uomini. Una donna sottile e flessuosa con occhi scuri dallo sguardo di fuoco, con una bocca crudele… In questa donna affascinante, sembrano sopite enigmatiche forze, energie, impulsi che non potrebbero essere placati, una volta che ciò che è costretto a rimanere borghesemente assopito, dovesse davvero prendere fuoco.. Meravigliosamente dipinto è il corpo di questa Giuditta, questo corpo mascolino, quasi scarno, che sembra distendersi e allungarsi.» Felix Salten

Gustav Klimt, il padre della Secessione Viennese: il trionfo dell’oro

Dopo un importante viaggio in Italia, Klimt subisce la seduzione dei mosaici bizantini a Ravenna. Da qui, la tavolozza di Klimt si arricchirà del prezioso color oro (dalle lamine alla polvere). Klimt è cresciuto nella nella bottega del padre orafo e sa come usare questo colore. Sarà proprio questa Giuditta I (1901) la prima opera della nuova poetica dell’artista – il suo periodo aureo – tra astrazione e il nuovo colore.