Gli Angeli e i cherubini nell’Arte: cinque dipinti da Giotto a Caravaggio

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Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, Dettaglio, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Dresda, Gemäldegalerie
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, Dettaglio, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Dresda, Gemäldegalerie

Creature divine, messaggeri della parola di Dio, figure celestiali alate. La parola “Angelo” deriva dal latino angelus e anticamente dalla parola greca ἄγγελοςmesso, servitore, messaggero. La Storia dell’Arte è ricca di raffigurazioni degli angeli: angeli adoranti, annunciatori, ribelli – un’iconografia vastissima per i «potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola» (Sal. 103,20). Abbiamo scelto cinque capolavori di grandi artisti che rappresentano gli angeli: con stili, attributi e funzioni diverse.

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1 – Gli angeli di Giotto

Giotto, Compianto sul Cristo morto, 1303-1305 circa - Tecnica: affresco, 200×185 cm © Cappella degli Scrovegni, Padova
Giotto, Compianto sul Cristo morto, 1303-1305 circa – Tecnica: affresco, 200×185 cm © Cappella degli Scrovegni, Padova

Iniziamo con gli angeli di Giotto che troviamo raffigurati nel cielo nell’opera Compianto del Cristo morto (Cappella degli Scrovegni a Padova) 1305-1313. Nel Medioevo troviamo angeli antropomorfici sempre composti – rappresentazione del solenne messaggio della parola di Dio. Ma qui, un visionario Giotto va oltre la rappresentazione celeste, e rappresenta i suoi angeli straziati dal dolore per la morte di Cristo. Se osserviamo attentamente queste figure, vediamo il loro tormento, i visi che quasi diventano grotteschi in una smorfia di dolore. Se lo scopo di Giotto era quello di suscitare emozioni forti, qui ci è riuscito magistralmente.

2 – L’angelo di Lorenzo Lotto

La Annunciazione di Recanati, olio su tela (166x114 cm) di Lorenzo Lotto, databile al 1534 circa e conservato nel Museo civico Villa Colloredo Mels a Recanati.
La Annunciazione di Recanati, olio su tela (166×114 cm) di Lorenzo Lotto, databile al 1534 circa e conservato nel Museo civico Villa Colloredo Mels a Recanati.

Ecco una delle Annunciazioni più famose della storia dell’Arte. Troviamo l’angelo – qui messaggero di Dio, sulla destra con un giglio bianco nella mano sinistra e con il braccio destro, in un gesto quasi forzato, indica Dio che si è manifestato attraverso una nuvola e con le mani giunte manda la sua benedizione su Maria. La posa dell’Angelo sembra quasi innaturale – come se si fosse fermato appena dopo la sua apparizione. L’Angelo annunciante ha i capelli ancora sollevati dal vento, porta con se l’immediatezza di un’annunciazione che genera stupore, nella Madonna e nel gatto in posa spaventata al centro.

 3 – Gli angeli di Raffaello

Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, Dettaglio, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Dresda, Gemäldegalerie
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, Dettaglio, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Dresda, Gemäldegalerie
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Dresda, Gemäldegalerie
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Dresda, Gemäldegalerie

Questi dolcissimi cherubini, situati nella parte bassa del capolavoro di Raffaello “Madonna Sistina”, si appoggiano al bordo inferiore – un possibile o ideale parapetto – ed attirano subito l’attenzione dell’osservatore. I volti paffuti, l’atteggiamento pensoso – questi angioletti sembrano presenziare la scena senza partecipare. Questi angeli sono tra i soggetti più riprodotti di tutti i tempi, protagonisti di centinaia di oggetti al mondo. Lo stilista Elio Fiorucci li aveva scelti come logo del suo Brand.

4) L’angelo di Caravaggio

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, 1597, Olio su tela, 166.5 x 135.5 cm, Roma, Galleria Doria Pamphilj
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, 1597, Olio su tela, 166.5 x 135.5 cm, Roma, Galleria Doria Pamphilj

Sublime, etereo e bellissimo è l’angelo suonatore di Caravaggio nel dipinto “ Riposo durante la fuga in Egitto”. Questo angelo sta suonando il violino e divide idealmente in due parti la scena del quadro. A sinistra troviamo Giuseppe che regge la partitura mentre a sinistra la Madonna con Gesù bambino. Nel 1983, Franca Camiz e Agostino Ziino hanno identificato la partitura che riproduce con precisione un mottetto del compositore fiammingo Noel Bauldewijn(1480-1529), basato sul testo del Cantico dei Cantici e intitolato “Quam pulchra es“. Una delle corde del violino è spezzata ad indicare la precarietà della vita umana (con riferimento a Giuseppe) rispetto all’immortale vita celeste (simboleggiata dalla Vergine e da Gesù).

5 – L’angelo di Guido Reni

Guido Reni.l'arcangelo Michele combatte il drago, Roma Chiesa dei Cappuccini 1635
Guido Reni.l’arcangelo Michele combatte il drago, Roma Chiesa dei Cappuccini 1635

Dai celestiali angeli passiamo agli angeli combattenti ben rappresentati da questo stupendo capolavoro di Guido Reni, esposto nella prima cappella a destra, della chiesa di Santa Maria Immacolata Concezione dei Cappuccini di Roma. L’iconografia dell’opera rimanda e riprende la visione di san Giovanni Evangelista descritta nell’Apocalisse in cui gli apparve:

« […] un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano […che…] afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e lo incatenò […] » (Ap 20:1-3).

Una “visione” che Guido Reni interpreta con un perfetto taglio compositivo e con un calibrato gioco delle linee e dei colori. La spada è sollevata e brandita in segno di dominazione verso Satana incatenato e calpestato. Un angelo combattente, forte, che vince il male: l’Arcangelo Michele.

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