Creature divine, messaggeri della parola di Dio, figure celestiali alate. La parola “Angelo” deriva dal latino angelus e anticamente dalla parola greca ἄγγελος: messo, servitore, messaggero. La Storia dell’Arte è ricca di raffigurazioni degli angeli: angeli adoranti, annunciatori, ribelli – un’iconografia vastissima per i «potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola» (Sal. 103,20). Abbiamo scelto cinque capolavori di grandi artisti che rappresentano gli angeli: con stili, attributi e funzioni diverse.
Nessun prodotto trovato.
1 – Gli angeli di Giotto
Iniziamo con gli angeli di Giotto che troviamo raffigurati nel cielo nell’opera Compianto del Cristo morto (Cappella degli Scrovegni a Padova) 1305-1313. Nel Medioevo troviamo angeli antropomorfici sempre composti – rappresentazione del solenne messaggio della parola di Dio. Ma qui, un visionario Giotto va oltre la rappresentazione celeste, e rappresenta i suoi angeli straziati dal dolore per la morte di Cristo. Se osserviamo attentamente queste figure, vediamo il loro tormento, i visi che quasi diventano grotteschi in una smorfia di dolore. Se lo scopo di Giotto era quello di suscitare emozioni forti, qui ci è riuscito magistralmente.
2 – L’angelo di Lorenzo Lotto
Ecco una delle Annunciazioni più famose della storia dell’Arte. Troviamo l’angelo – qui messaggero di Dio, sulla destra con un giglio bianco nella mano sinistra e con il braccio destro, in un gesto quasi forzato, indica Dio che si è manifestato attraverso una nuvola e con le mani giunte manda la sua benedizione su Maria. La posa dell’Angelo sembra quasi innaturale – come se si fosse fermato appena dopo la sua apparizione. L’Angelo annunciante ha i capelli ancora sollevati dal vento, porta con se l’immediatezza di un’annunciazione che genera stupore, nella Madonna e nel gatto in posa spaventata al centro.
3 – Gli angeli di Raffaello
Questi dolcissimi cherubini, situati nella parte bassa del capolavoro di Raffaello “Madonna Sistina”, si appoggiano al bordo inferiore – un possibile o ideale parapetto – ed attirano subito l’attenzione dell’osservatore. I volti paffuti, l’atteggiamento pensoso – questi angioletti sembrano presenziare la scena senza partecipare. Questi angeli sono tra i soggetti più riprodotti di tutti i tempi, protagonisti di centinaia di oggetti al mondo. Lo stilista Elio Fiorucci li aveva scelti come logo del suo Brand.
4) L’angelo di Caravaggio
Sublime, etereo e bellissimo è l’angelo suonatore di Caravaggio nel dipinto “ Riposo durante la fuga in Egitto”. Questo angelo sta suonando il violino e divide idealmente in due parti la scena del quadro. A sinistra troviamo Giuseppe che regge la partitura mentre a sinistra la Madonna con Gesù bambino. Nel 1983, Franca Camiz e Agostino Ziino hanno identificato la partitura che riproduce con precisione un mottetto del compositore fiammingo Noel Bauldewijn(1480-1529), basato sul testo del Cantico dei Cantici e intitolato “Quam pulchra es“. Una delle corde del violino è spezzata ad indicare la precarietà della vita umana (con riferimento a Giuseppe) rispetto all’immortale vita celeste (simboleggiata dalla Vergine e da Gesù).
5 – L’angelo di Guido Reni
Dai celestiali angeli passiamo agli angeli combattenti ben rappresentati da questo stupendo capolavoro di Guido Reni, esposto nella prima cappella a destra, della chiesa di Santa Maria Immacolata Concezione dei Cappuccini di Roma. L’iconografia dell’opera rimanda e riprende la visione di san Giovanni Evangelista descritta nell’Apocalisse in cui gli apparve:
« […] un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano […che…] afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e lo incatenò […] » (Ap 20:1-3).
Una “visione” che Guido Reni interpreta con un perfetto taglio compositivo e con un calibrato gioco delle linee e dei colori. La spada è sollevata e brandita in segno di dominazione verso Satana incatenato e calpestato. Un angelo combattente, forte, che vince il male: l’Arcangelo Michele.
Nessun prodotto trovato.