Gibellina. Il Grande Cretto di Burri, o Cretto di Gibellina, è un’opera di Land-Art che ti prende il cuore. È un’opera colossale che racconta una storia e che porta nelle sue radici la memoria di qualcosa che è stato distrutto. Il Grande Cretto, con la sua superficie di 8000 metri quadrati, è una delle più grandi opere di arte contemporanea al mondo. Realizzato da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 dove un tempo sorgeva la città vecchia di Gibellina.

The Cretto di Burri of Gibellina, by Gabriel Valentini - general view - by Wikipedia
The Cretto di Burri of Gibellina, by Gabriel Valentini – general view – by Wikipedia

Gibellina: dalla cenere alla Land Art

La città di Gibellina è stata distrutta da un terremoto nel 1968 e ricostruita in seguito su un nuovo territorio. La storia di questo tragico sisma è racchiusa in uno dei più monumentali interventi artistici sul territorio. Dalle ceneri nasce l’arte: la Land Art di Alberto Burri, con il suo Grande Cretto ha preso l’anima di una città distrutta e ne ha creata una colossale opere d’arte. Il Grande Cretto riprendere formalmente la tipologia dei Cretti realizzati dall’artista negli anni Settanta – in scala ovviamente monumentale. Il risultato è uno straordinario labirinto formato da ventitue cubi di cemento bianco. Uno spettacolo da guardare e “da percorrere”.

La storia del Grande Cretto

Lo stesso Alberto Burri ci racconta la genesi del suo Grande Cretto: «Andammo a Gibellina con l’architetto Zanmatti, il quale era stato incaricato dal sindaco di occuparsi della cosa. Quando andai a visitare il posto, in Sicilia, il paese nuovo era stato quasi ultimato ed era pieno di opere. Qui non ci faccio niente di sicuro, dissi subito, andiamo a vedere dove sorgeva il vecchio paese. Era quasi a venti chilometri. Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangere e subito mi venne l’idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest’avvenimento