Meaningfool di Nick Landucci all’Archivio Viafarini, Fabbrica del Vapore – Milano
A cura di Giulio Verago
Nel cuore dell’Archivio Viafarini, luogo simbolico della memoria e della storia dell’arte contemporanea milanese, prende forma Meaningfool, l’ultimo lavoro di Nick Landucci, sarà presentato il 5 dicembre 2025 in occasione di un open studio, e visitabile su appuntamento fino al 20 dicembre. A cura di Giulio Verago, il progetto si colloca nel solco delle riflessioni più attuali sulle trasformazioni epistemologiche introdotte dalle tecnologie dell’intelligenza artificiale nel campo della produzione culturale.
L’intervento di Landucci si sviluppa come un’installazione site-specific dove l’Archivio – inteso non solo come contenitore di libri e materiali, ma come custode di un canone e di un ordine della conoscenza – viene messo in dialogo con un sistema di generazione testuale in tempo reale basato su AI. I libri dell’archivio diventano supporti su cui si proiettano frasi generate da un’intelligenza artificiale addestrata, che agisce come agente estraneo, decodificante e ricodificante, capace di alterare e disturbare le narrazioni consolidate.
Il contrasto – solo apparente – tra sapere codificato e nuove forme di produzione del linguaggio apre una riflessione più ampia sul ruolo dell’artista e sulle dinamiche della costruzione del senso. Come ci ricorda Ludwig Wittgenstein, il linguaggio non descrive soltanto il mondo, ma lo costruisce: Meaningfool si inserisce precisamente in questo “gioco linguistico” che oggi, con l’avvento dei sistemi generativi, sembra aver perso ogni centro stabile.

Archivio Viafarini, Fabbrica del Vapore – Milano
A cura di Giulio Verago
Il lavoro di Landucci assume così una doppia valenza: da un lato, è un’indagine sui limiti e le potenzialità delle macchine nel partecipare al discorso culturale; dall’altro, è un gesto poetico e critico che interroga la nostra fiducia nel testo come fondamento del sapere. L’artista, con formazione tra scienze elettroniche e design, elabora da anni una ricerca in cui installazione, performance e sperimentazione digitale convergono in un’indagine sulla materia e sullo spazio nell’epoca post-digitale.
Dopo esperienze internazionali in Cina e negli Stati Uniti, e la recente partecipazione a mostre come The Work of Art in the Age of AI (Parma, 2024) e Dialoghi Uomo–Macchina (MIA Art Fair, Milano, 2025), Landucci si confronta qui con un tema cardine del nostro presente: come cambiano le forme del pensiero e dell’immaginario artistico quando si inserisce nel processo creativo un sistema automatizzato di generazione linguistica?
Nel contesto della cosiddetta “post-AI era”, in cui i modelli generativi vengono integrati sempre più profondamente nei processi cognitivi e creativi, Meaningfool assume il valore di una riflessione necessaria. Non sull’intelligenza delle macchine, ma sulla nostra capacità – ancora umana – di ridefinire i confini tra memoria, linguaggio e immaginazione.



