L’arte e la tecnologia sono sempre più intrecciate in un dialogo che ridefinisce la creatività e la fruizione artistica. L’Intelligenza Artificiale, da strumento sperimentale, è oggi protagonista nella produzione artistica, nella narrazione e nella costruzione di nuovi immaginari. In questo contesto nasce Sunset AI World, un progetto ideato da Manuel Macadamia che fonde storytelling immersivo, ricerca artistica e innovazione tecnologica, per esplorare il rapporto tra umanità e AI, tra memoria e futuro. In questa intervista doppia, Manuel Macadamia e Dino Torrisi ci raccontano il percorso di Sunset AI World, la recente collaborazione con Futureberry e il modo in cui l’arte generata con l’AI può diventare un veicolo per riflessioni etiche e sociali, anche ispirate anche agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Un confronto tra visione artistica e ricerca sull’innovazione che ci invita a interrogare il nostro presente e le possibilità della narrazione nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale.
![Manuel Macadamia, Sunset AI World 2084, 2024, AI generated video, 1920 x 1080 px. Sound design Nicolò Bianco.](https://notiziarte.com/wp-content/uploads/2024/04/10_MANUEL-MACCADAMIA_Sunset-AI-World-2084.png)
Sound design Nicolò Bianco.
INTERVISTA A MANUEL MACADAMIA
Puoi raccontarci il progetto artistico Sunset AI World?
MM: Sunset AI World è un progetto artistico multidisciplinare che fonde arte, tecnologia e storytelling immersivo per esplorare il rapporto tra umanità, intelligenza artificiale e futuro. Nato con l’idea di sensibilizzare sui punti dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, utilizza la narrazione immersiva per invitare il pubblico a riflettere sulle grandi sfide globali attraverso esperienze coinvolgenti e innovative.
Si sviluppa attraverso dodici episodi, undici ambientati in momenti diversi del futuro e uno nel presente narrativo. Il filo conduttore che lega l’intera narrazione è l’autogenerazione di }•{, un’intelligenza artificiale autoconsapevole che interagisce con l’umanità cercando di creare le condizioni per la propria esistenza. Il progetto si articola su due livelli: da un lato, racconta le trasformazioni tecnologiche e sociali che definiscono il futuro; dall’altro, esplora il vissuto emotivo e psicologico dei personaggi, il loro rapporto con il cambiamento, la memoria e l’identità.
Ma Sunset AI World non è solo una storia: è un ecosistema narrativo che si sviluppa attraverso piattaforme digitali, eventi dal vivo, esperienze in realtà virtuale e aumentata, e sperimentazione tecnologica. Ogni episodio può essere fruito su più livelli, e lo spettatore può entrare nella storia attraverso molteplici punti di accesso, costruendo la propria esperienza personale. Ad oggi, Sunset AI World è un hub creativo in continua evoluzione, in cui collaborano creativi provenienti da diversi background. Il progetto ha dato vita a una rete di collaborazioni con realtà che lavorano nell’ambito dell’arte digitale e dell’innovazione tecnologica. Tra queste: il MEET Digital Culture Center, Auge Next – Augmented Europe, il Parma360 Festival, i festival Duemila30 e PerformIA, e – di recente – anche Futureberry.
A livello produttivo, il progetto si sta sviluppando su più fronti. Oltre alla realizzazione degli episodi narrativi, stiamo lavorando su nuove modalità di interazione con il pubblico, esplorando linguaggi innovativi e nuove forme di storytelling che fondono l’uso dell’intelligenza artificiale con la ricerca artistica.
![SunsetAIWorld_2059 Courtesy of the artist](https://notiziarte.com/wp-content/uploads/2025/02/SunsetAIWorld_2059_Courtesy-of-the-artist-4.png)
Stai ora ultimando un nuovo capitolo: ce ne puoi parlare?
MM: Abbiamo appena concluso Sunset AI World: 2059, una serie di sei cortometraggi realizzati con l’intelligenza artificiale, che si inserisce nel più ampio universo narrativo di Sunset AI World. Questo capitolo esplora il legame tra memoria, tecnologia e relazioni umane in un futuro segnato da trasformazioni radicali, ponendo interrogativi profondi sul rapporto tra passato e presente in un’epoca di cambiamenti accelerati. La storia segue Ayla e Kareem, due persone profondamente legate che vengono separate da eventi traumatici. Nel tentativo di affrontare la perdita, Ayla si rifugia in Dreamlink, una piattaforma di realtà virtuale avanzata che le permette di rivivere i ricordi del loro tempo insieme. Ma mentre rielabora il passato, inizia a scoprire indizi che la portano a mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere. Più che il contesto futuristico, ci interessava esplorare il modo in cui i personaggi affrontano il cambiamento e il ricordo in un mondo in continua evoluzione. Quanto possiamo fidarci della nostra memoria? La tecnologia può aiutarci ad elaborare il dolore o rischia di trasformarsi in una prigione? Queste domande guidano la narrazione, rendendo il viaggio di Ayla un’esplorazione intima delle fragilità umane nel confronto con il digitale. Sunset AI World: 2059 è un progetto sperimentale che ridefinisce il linguaggio visivo e sonoro, fondendo elementi di intelligenza artificiale con un’estetica immersiva. Insieme a Nicolò Bianco, che ha curato la parte sonora, abbiamo lavorato per creare un universo in cui suono e immagine si intrecciano, amplificando l’impatto emotivo della storia e trasportando lo spettatore in una dimensione percettiva alternativa. La collaborazione con Futureberry è stata fondamentale per portare avanti questa sperimentazione e approfondire nuove forme di storytelling. Con Sunset AI World: 2059, abbiamo voluto spingere i confini della narrazione tradizionale, immaginando un futuro in cui la tecnologia non è solo un mezzo, ma una componente attiva nel modo in cui costruiamo e interpretiamo la nostra realtà.
INTERVISTA A DINO TORRISI
Il nuovo capitolo di Sunset AI World vede la partecipazione di Futureberry: ci puoi raccontare come nasce questa collaborazione?
DT: Come spesso accade alle cose belle questa collaborazione nasce quasi per caso. Anche se c’è sempre un motivo dietro a ciò che appare casuale. Manuel era uno dei partecipanti al secondo AI Creative Hackathon di Futureberry, una sfida tra artisti, creativi, esploratori per la produzione di arte anche attraverso l’uso delle tecnologie e delle intelligenze artificiali. Non sapendo quale sarebbe stata la classifica finale stilata dalla giuria di esperti (credo che Manuel alla fine sia arrivato quarto) il lavoro di Manuel, che non conoscevo, mi ha colpito più di altri e ho deciso di condividerlo sui miei canali social per celebrare il successo dell’Hackathon, ringraziare chi aveva partecipato e condividere una parte della bellezza che durante l’evento era stata creata. Da questo contatto social è iniziata una conversazione con Manuel che poi mi ha presentato il progetto Sunset AI che ho deciso Futureberry avrebbe sostenuto per alcuni motivi: il primo, di carattere artistico: credo che il lavoro di Manuel e del gruppo di lavoro abbia un’estetica inquietante, contemporanea, anche romantica che mi ha subito colpito. Il secondo, di carattere più etico direi: Futureberry è una società benefi con certificazione B Corp e quindi abbiamo trovato molto coerente l’idea di sostenere un progetto che ha l’ambizione di riportare l’attenzione sugli SDGs attraverso l’arte. Il terzo, ha una dimensione morale. Con Futureberry ci occupiamo di innovazione, di creatività, di futuro, di persone, siamo esploratori del futuro, degli space cowboys e l’arte, in ogni sua forma, è un mondo a cui sentiamo di dover molto, che ci piace sostenere e a cui ricorriamo per ricercare la meraviglia, come recita il primo dei nostri valori “we pursue wonder”. In ultimo, non per importanza, questa scelta nasce in modo un po’ istintivo per incontro di anime e la volontà di sostenere la ricerca di Manuel e del gruppo di Sunset AI World.
![I Hackathon by © Futureberry](https://notiziarte.com/wp-content/uploads/2025/02/14File-copia-scaled.jpeg)
Con Futureberry avete già avuto modo di incontrare il mondo dell’arte anche con i vostri due scorsi Hackathon e un terzo in programma dedicato al Sound. Com’è stata questa esperienza per voi?
DT: In realtà l’incontro tra Futureberry e il mondo dell’arte nasce ancora prima. Già nel 2018 avevamo integrato nel nostro gruppo un artista che definivamo il nostro “resident artist”. Carlo Alberto Giardina che curava l’estetica di alcuni nostri lavori (copertine di magazine, installazioni per i clienti, l’attuale logo di Futureberry e i ritratti delle persone di Futureberry che per tanto tempo hanno decorato i muri del vecchio ufficio) e ci ispirava con il suo punto di vista sempre originale e spiazzante. Nel 2020, nel primo lockdown totale, abbiamo creato Spazio Eclissi, un contest per artist* emergenti a cui abbiamo chiesto di creare la loro visione di futuro “preferibile”. Era, Spazio Eclissi, un modo per far sentire il nostro sostegno ad una comunità che forse soffriva ancor più di altre, quella degli/delle artist* emergenti, in un momento in cui con una comunicazione quantomeno goffa l’arte era stata indicata come attività non essenziale.
Dal 2023 stiamo investendo per realizzare dei nostri prodotti basati sull’Intelligenza Artificiale sempre chiedendoci come l’AI possa diventare uno strumento positivo per costruire un futuro migliore. Nel 2024, ancora quasi per caso, abbiamo deciso di esplorare in particolare il rapporto tra processo creativo, produzione artistica e intelligenze artificiali. Così è nato il primo AI Creative Hackathon, abbiamo sfruttato le nostre connessioni con accademie creative come Naba e Ied, abbiamo cercato relazioni con chi sembrava si stesse muovendo in questo campo, siamo andati alla ricerca di artist*, creativ*, esploratori* che non avessero timore di usare la tecnologia per produrre arte. Il risultato è stato incredibile con oltre 60 AI Artist (o comunque si voglia chiamarl*), oltre 200 curiosi, un panel molto ricco di espert* e tanta energia positiva. La replica, con il secondo AICH ospitato all’interno di ETH Milano 2024, è stata di ugual successo.
Ma siccome gli space cowboy non riescono a non continuare a esplorare, sperimentare, mettere in discussione, ci siamo chiesti quale potesse essere la frontiera successiva. Ci è sembrato di notare che nel mondo musicale, forse più che in altre forme d’arte, ci fosse un timore a integrare le nuove tecnologie come le AI. Quasi come se fosse una colpa, una riduzione di talento, portando al paradosso di creatività conservatrice. Per questo, in una posizione di curiosità e di ricerca abbiamo deciso di focalizzare il terzo Hackathon proprio sul suono e sulla musica. Sull’esplorazione di come la tecnologia di oggi, un po’ come l’elettronica negli anni ‘80, possa arricchire la produzione musicale. È nato così AI Creative Hackathon – Sound Edition, il 18 febbraio da Arca Milano con un palinsesto di workshop creativi, panel di artist* ed espert* e soprattutto festa e performance musicali, ovviamente con produzioni anche a base di AI. Perché AI, esplorazione, creatività, musica e party crediamo stiano insieme alla grande!
![II Hackathon by © Futureberry](https://notiziarte.com/wp-content/uploads/2025/02/aaaa-scaled.jpg)
WHO’s WHO
Manuel Macadamia
Manuel Macadamia è un artista multidisciplinare che indaga il rapporto tra tecnologia e società, intrecciando arti visive, media digitali e storytelling immersivo per esplorare l’impatto delle tecnologie emergenti sulla percezione umana e sulle narrazioni collettive. Il suo percorso artistico si muove tra ricerca personale e sperimentazione transmediale, con un’attenzione particolare alla creazione di scenari futuri che riflettono le tensioni del presente. Tra i suoi lavori più significativi c’è Sunset AI World, un’antologia transmediale che esplora i cambiamenti della società attraverso il prisma della coscienza digitale, della crisi climatica e della trasformazione sociale. Parallelamente alla sua ricerca individuale, ha realizzato diverse performance e opere digitali che ampliano il dialogo tra arte e realtà contemporanea. L U X (2020) è una performance realizzata in collaborazione con la casa di moda Album di Famiglia, in cui luce e suono si fondono in un’esperienza sensoriale. Requiem for a Hero (2020), nata durante una residenza al Teatro delle Condizioni Avverse, riflette sul ruolo dell’eroe nella società moderna e sulle sue contraddizioni. Doorbell (2022) è un cortometraggio animato che affronta il tema della violenza domestica, presentato al Festival della Filosofia di Modena. Slave (2022) esplora dimensioni alternative dell’esistenza umana, proponendo una riflessione critica sulla percezione della realtà. Breath (2021) è un video performativo che, nel contesto della pandemia, indaga il valore del contatto fisico e delle connessioni umane.
Dino Torrisi
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