Opere in via di trasformazione: Cesare Pietroiusti allo Spazio Murat di Bari

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Allo Spazio Murat di Bari soffia un’aria speciale. Saranno il vento che arriva dall’Adriatico, i profumi e i sapori della città “vecchia” dall’altra parte della piazza, il continuo viavai dei residenti e dei tanti turisti, certo che ne beneficia un ambiente euritmico, in cui si colloca radiosamente la curiosa installazione pensata e realizzata da Cesare Pietroiusti. La sala è popolata da tre grandi tavoli e tremila fogli bianchi. Su ogni pagina di carta, però, c’è uno spicchio di vita: acqua satura di sale, ossido di ferro e il più acerrimo nemico del pane, l’Aspergillus niger. Questi sono i tre elementi tecnici utilizzati dall’artista per indagare e chiarire il modo in cui agenti non-umani agiscono, in un arco temporale, sulla carta, creando geometrie dapprima ignote, ma al contempo generatrici di disegni unici.

Da qui nasce la mostra personale “Agenti patogeni e morfogenesi del disegno. Tremila opere in fieri”, curata dallo scrittore e studioso dei media Jens Hauser. L’esposizione è stata inaugurata giovedì 11 luglio e terminerà giovedì 5 settembre. Ma il finissage non sarà semplicemente un brindisi di chiusura dell’evento: gli avventori e i curiosi in quella giornata saranno omaggiati dall’artista. Ogni persona riceverà gratuitamente uno dei tremila disegni su cui sono tracciati i segni del processo di formazione di azioni chimiche, fisiche e biologiche nel tempo.

Aspergillus Niger – Cesare Pietroiusti

Un punto in divenire quello di Cesare Pietroiusti. “Panta rei”, avrebbe detto Eraclito. Nulla è fermo, nessuna esperienza è identica alla prima, o alla precedente. Cloruro di sodio e acqua, la ruggine e la muffa nera dell’Aspergillus niger, un fungo che cresce sul pane e che è in grado di attaccare e macchiare la carta; è questa la “tavolozza di colori” dell’artista romano. Il contatto degli agenti con l’azoto e l’ossigeno presenti nell’aria fa sì che questi siano i trigger in grado di innescare l’evoluzione dell’opera. Una performance nel tempo, e senza tempo.

Medico, con tesi in psichiatria, Pietroiusti ha concentrato le sue recenti attenzioni sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A partire dal 2004 ha iniziato a trasformare irreversibilmente banconote, ha distribuito gratuitamente decine di migliaia di disegni individualmente prodotti e firmati, ha venduto storie, ha aperto negozi in cui la merce in vendita erano banconote e l’acquirente poteva acquistarle con un semplice sguardo. Ha allestito mostre in cui le opere erano in vendita non in cambio di denaro, ma in cambio di idee e proposte dei visitatori. Insomma, un artista senza limiti.

Il progetto di Bari è la riproposizione ampliata di una performance realizzata da Pietroiusti in occasione della mostra “NowHere Europa”, evento collaterale della Biennale di Venezia del 2005. L’azione enfatizzava la sua indagine continua sulla natura dell’arte e del denaro. Con un approccio provocatorio e sovversivo, aveva creato per l’occasione una serie di disegni che il pubblico poteva ottenere gratuitamente, con l’unica condizione che non venissero rivenduti.

Spazio Murat

Tempo, delega di autorialità e svalutazione dell’opera come mero oggetto economico. Sulla scia di questi concetti si inserisce la mostra di Cesare Pietroiusti allo Spazio Murat. Un tentativo, ben riuscito, di rendere i cittadini parte attiva della produzione culturale promossa dall’hub del Comune di Bari, a piazza del Ferrarese, ma anche un modo per far riflettere sulle dinamiche del sistema economico dell’arte.