Spoleto, città d’arte e con una storia millenaria, da colonia romana a ducato, da centro culturale dello Stato Pontificio all’annessione al Regno d’Italia. Una chicca dell’Umbria, circondata da colline, vigneti e uliveti.
Nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 giugno, in occasione dell’apertura del 67esimo Festival dei Due Mondi, è prevista l’inaugurazione dei progetti espositivi dei Musei Civici di Spoleto.
Il Festival è l’appuntamento per eccellenza ideato da Gian Carlo Menotti nel 1968 per un viaggio indimenticabile dell’arte nel cuore dell’Italia. Il programma è all’insegna della contemporaneità, filo rosso attraverso il quale connettere le sedi che compongono la rete dei musei comunali. Si tratta di una proposta culturale ampia e multidisciplinare, che insieme agli artisti invitati, vede il coinvolgimento di associazioni e realtà attive a livello nazionale così come sul territorio umbro, ognuna delle quali ha offerto il proprio contributo alla realizzazione delle varie iniziative.
Il piano terra di Palazzo Collicola accoglierà dalle 17 di venerdì 28 giugno la mostra “Concerto”, la prima personale dell’artista Roberto Fassone in un museo pubblico. L’esposizione è a cura di Saverio Verini, direttore dei Musei Civici, e presenta una serie di opere realizzate dall’artista originario di Savigliano (Cuneo) nel corso dei suoi quindici anni di carriera, recentemente insignito del prestigioso Maxxi Bulgari Prize for Digital Art.
Roberto Fassone è un artista estremamente poliedrico, interessato a strutture invisibili, giochi surrealisti, storie bizzarre, coincidenze fortunose, sottili trasformazioni, e con una spiccata propensione ai concetti di immaginazione, tradimento, fake ed errore. L’inserimento di uno stato confusionario è molto presente nella sua produzione come struttura o strategia creativa e origina spazi di tensione che affiorano come luoghi di fruizione ludica.
La spiccata dimensione concettuale della sua ricerca è da sempre orientata all’indagine sullo statuto dell’opera d’arte. Il lavoro di Roberto Fassone si inserisce in tutte quelle pratiche che adoperano il fake, il travestimento, il manierismo, la finzione o l’essere qualcun altro come strumento e come risorsa. Elementi con i quali l’artista tenta di sollecitare l’immaginifico dello spettatore. Basti pensare alle corrispondenze e affinità con Maurizio Cattelan, Jonathan Mock, Eva e Franco Mattes, Chiara Fumai, Carsten Höller o Francis Alÿs.
“Le origini dell’universo”, “Ball don’t lie”, “Roi de Coupe”, “Charades” e “And we thought IV” sono alcune delle opere in mostra al Palazzo Collicola di Spoleto. Fotografia, musica, installazioni multimediali e video arte si intrecciano nella personale di Roberto Fassone, visitabile fino al 14 luglio.