Left to right : Mark RothkoNo. 13 (White, Red on Yellow), 1958No. 9 / No. 5 / No. 18, 1952Green on Blue (Earth-Green and White), 1956Untitled, 1955 Vue d'installation de l'exposition Mark Rothko, galerie 4, niveau 0, salle Les années 1950, exposition présentée du 18 octobre 2023 au 2 avril 2024 à la Fondation Louis Vuitton, Paris. © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Left to right : Mark RothkoNo. 13 (White, Red on Yellow), 1958No. 9 / No. 5 / No. 18, 1952Green on Blue (Earth-Green and White), 1956Untitled, 1955 Vue d'installation de l'exposition Mark Rothko, galerie 4, niveau 0, salle Les années 1950, exposition présentée du 18 octobre 2023 au 2 avril 2024 à la Fondation Louis Vuitton, Paris. © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023

La retrospettiva su Mark Rothko inaugurata il 18 ottobre 2023 alla Fondation Louis Vuitton di Parigi riunisce 115 opere provenienti dalle più importanti collezioni internazionali, sia istituzionali che private, tra cui la National Gallery of Art di Washington D.C., la famiglia dell’artista e la Tate di Londra, offrendo una panoramica cronologica dell’intera carriera dell’artista. Essa traccia un percorso completo nella quale è perfettamente riconoscibile il centro attorno al quale ruota tutta sua indagine: l’espressione della condizione umana.

“Mi interessa solo esprimere le emozioni umane di base”

La mostra si apre con le prime opere degli anni Trenta ancora di stampo figurativo. Qui Rothko si concentra su scene intime e paesaggi urbani, come le visioni della metropolitana di New York, dove non troviamo però treni, binari o scale, ma distorte figure umane, anonime e solitarie. Sono allungate, tese, statiche e costrette in uno spazio chiuso di cui imitano le architetture, scomparendo in linee orizzontali e verticali, come se fossero intrappolate nella cornice. Tuttavia, l’artista abbandona queste figure che vede come mutilate, trovando impossibile esprimere ciò che cercava di dire attraverso esse, e passa a un repertorio ispirato ai miti antichi e al surrealismo. L’artista vede nel mito un linguaggio universale per comunicare al nostro io più elementare. A Rothko non interessa tanto la semplice storia, quanto il fatto di comprendere cosa significhi essere umani, utilizzando il mito per esprimere la dimensione tragica della condizione umana durante la guerra.

Mark Rothko Underground Fantasy, vers / c. 1940 Untitled (Subway), 1937 Untitled, 1935Entrance to Subway, 1938 Untitled, 1938-1939Portrait, 1939Street Scene, 1936-1937The Road, 1932-1933Vue d'installation de l'exposition Mark Rothko, galerie 1, niveau -1, salle Scènes urbaines, métro et portraits, exposition présentée du 18 octobre 2023 au 2 avril 2024 à la Fondation Louis Vuitton, Paris. © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko Underground Fantasy, vers / c. 1940 Untitled (Subway), 1937 Untitled, 1935Entrance to Subway, 1938 Untitled, 1938-1939Portrait, 1939Street Scene, 1936-1937The Road, 1932-1933
Vue d’installation de l’exposition Mark Rothko, galerie 1,
niveau -1, salle Scènes urbaines, métro et portraits,
exposition présentée du 18 octobre 2023 au 2 avril 2024 à la
Fondation Louis Vuitton, Paris.
© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp,
Paris, 2023

“I miti sono i simboli delle paure e delle motivazioni primitive dell’uomo in qualsiasi terra ed epoca” 

L’approdo definitivo all’astrazione giunge con Multiforms, tra il 1945 e il 1949, dove le aree cromatiche sono sospese in una sorta di equilibrio sulla tela. Rothko arriva a tale sintesi ritenendo che l’unico modo per indagare e comunicare le emozioni umane di base fosse il colore. Egli esprime le sue idee nel modo più diretto e semplice possibile, liberando i dipinti dal cavalletto e li struttura in campi cromatici indefiniti fluttuanti e trasparenti, caratterizzati da sottili velature di colore.

Per poi, infine, nel 1949 arrivare allo stile che noi tutti conosciamo: forme rettangolari di colore radiante, dai bordi indefiniti, sono disposte in un ritmo binario o ternario. Qui, attraverso molteplici strati di velature traslucide, si giocano infinite varianti di toni, valori, accordi e dissonanze. Misterioso e magico, un tocco atmosferico soffoca l’intero spazio e genera emozioni. Mark Rothko è uno di quegli artisti che ti fa rimanere senza parole. Il silenzio e un senso di svuotamento sono tutto ciò che può seguire alla visione delle sue opere.

Mark Rothko, The Ochre (Ochre, Red on Red), 1954Mark Rothko, The Ochre (Ochre, Red on Red), 1954 Oil on canvas 235.3 x 161.9 cm The Phillips Collection, Washington DC Acquired 1960 © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko, The Ochre (Ochre, Red on Red), 1954
Oil on canvas
235.3 x 161.9 cm
The Phillips Collection, Washington DC
Acquired 1960
© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp, Paris, 2023

La sua opera viene spesso fraintesa e ridotta a semplici chiazze di colore indifferenziate e informi che non significano nulla e che hanno tagliato ogni tipo di rapporto con tutta la storia dell’arte precedente. Rothko, però, non l’ha né distrutta, né cancellata. Ha spazzato via molti elementi superficiali ma senza fare tabula rasa. 

Il processo di Rothko è additivo e comporta una conversazione attiva con l’arte dei suoi predecessori. Ma non solo. Oltre al dialogo con il passato, fondamentale nelle sue opere è il dialogo con chi si pone davanti a esse. Riempire quel vuoto sta anche e soprattutto allo spettatore. Trovare il materiale in questi vuoti comporta un viaggio, da una parte verso ciò che ci è familiare attraverso l’ignoto, e dall’altra verso l’ignoto attraverso ciò che conosciamo più intimamente. Lo spettatore può perdersi in queste opere dalla scala monumentale.

“Dipingo quadri di grandi dimensioni perchè voglio creare uno stato di intimità. Un quadro di grandi dimensioni è una transazione immediata, ti porta dentro”

 

Left to right :Mark RothkoNo. 8, 1949Untitled (Blue, Yellow, Green on Red), 1954No. 7, 1951No. 11 / No. 20, 1949No. 21 (Untitled), 1949Vue d'installation de l'exposition Mark Rothko, galerie 2, niveau -1, salle Multiformes et début des oeuvres dites « classiques », exposition présentée du 18 octobre 2023 au 2 avril 2024 à la Fondation Louis Vuitton, Paris. © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Left to right :Mark RothkoNo. 8, 1949Untitled (Blue, Yellow, Green on Red), 1954No. 7, 1951No. 11 / No. 20, 1949No. 21 (Untitled), 1949
Vue d’installation de l’exposition Mark Rothko, galerie 2,
niveau -1, salle Multiformes et début des oeuvres dites
« classiques », exposition présentée du 18 octobre 2023 au 2
avril 2024 à la Fondation Louis Vuitton, Paris.
© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp,
Paris, 2023

Un quadro  di Rothko non è un’immagine di un’esperienza, ma è un’esperienza. È un processo che coinvolge lo spettatore in prima persona, il quale non è più l’oggetto dell’arte, ma ne diventa il soggetto. Tale esperienza assume un valore profondamente personale: ognuno troverà le proprie parole, serafiche o tragiche. Rothko non sceglie tra la beatitudine e l’angoscia. Se le persone vogliono esperienze sacre le troveranno qui; se le persone vogliono esperienze profane, troveranno anche quelle. Occorre smettere di guardare il quadro e iniziare a guardare attraverso esso. Cosa si è venuti a cercare? Che cosa si è trovato? Che tipo di ricerca si cela nel profondo di ognuno di noi?

“L’arte è un’avventura in un mondo sconosciuto che può essere esplorato solo da chi è disposto a rischiare”

 

Mark Rothko, The Omen of the Eagle, 1942Mark Rothko, The Omen of the Eagle, 1942 Oil on canvas 65.4 x 45.1 cm National Gallery of Art, Washington DC Gift of the Mark Rothko Foundation, Inc., 1986.43.107 © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko, The Omen of the Eagle, 1942
Mark Rothko, The Omen of the Eagle, 1942
Oil on canvas
65.4 x 45.1 cm
National Gallery of Art, Washington DC
Gift of the Mark Rothko Foundation, Inc., 1986.43.107
© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp, Paris, 2023