a cura di Stefano Lazzari e Dario Buratti
Nel corso della storia le tecnologie emergenti hanno costantemente agito come catalizzatori nella ridefinizione dei confini della creatività, modellando e trasformando l’essenza stessa dell’esperienza artistica. Alla luce di questa continua evoluzione oggi si delineano nuovi modelli e paradigmi estetici che combinano arte, Ai Generativa e realtà estesa (XR).
L’arte del Novecento esplora i bordi, ne scandaglia i limiti, si autocritica. A partire dalla materia, dal Medium il veicolo stesso col quale si rappresenta, sino al concetto stesso di cosa sia arte, la quale nella sua forma più pura è sempre stata l’espressione del continuo desiderio umano non solo di esplorare ed interpretare in modo creativo il mondo, la società e la propria realtà, ma anche lo strumento per immaginare ed inventare nuovi modelli e rappresentarli. Da questo processo emerge sempre più evidente la dialettica tra arte e scienza nell’esplorare sempre più in profondità e lontananza la scintilla della vita e del senso del nostro vivere e dell’universo che ci circonda. La sperimentazione è diventata non solo un mezzo di espressione, ma il fulcro attorno al quale ruota l’intera esperienza artistica.
In questa gara di velocità tra il modello evolutivo della tecnologia che ha nel superamento del limite, e dunque sul tempo e sulla obsolescenza e il modello dell’arte che invece non conosce evoluzione, che esiste in quanto esiste l’umanità, stiamo giungendo ad una inaspettata sintesi, una sorta di eterogenesi dei fini, dove i due modelli della tecnologia e di Arte convergono, dove l’una non è più strumento dell’altra. Per giungere a questa sintesi rivoluzionaria di creatività artistica di cui noi stiamo vivendo i primi momenti, i balbettii, le indecisioni, i colossali errori e le magnifiche sorti, siamo giunti attraverso l’esplosione cambriana innescata dalla rivoluzione digitale che letteralmente, culturalmente, antropologicamente ha modificato il modo con cui l’umanità guarda e percepisce il mondo attorno a sé e dunque dotandoci di una sensibilità potenziata.
L’integrazione della scienza e dell’algoritmica nell’arte non solo amplia il campo delle possibili espressioni creative, ma permette anche agli artisti di esplorare e rappresentare concetti complessi come il caos, i pattern nella natura o le strutture matematiche in modi visualmente stupefacenti. Un approccio olistico che abbraccia più discipline e che converge verso l’idea che questo tipo di sperimentazione sarà in grado di proporre nuove forme di pensiero. Paradossalmente questa arte per prima cosa mette in dubbio e relega nel passato proprio il concetto di nuovo, nel senso di evolutivo, ulteriore, altro.
Albert Laszlo Barabasi particolare figura di matematico e d’artista, che ha saputo cogliere la bellezza dei dati e delle relazioni e su cui ha costruito la sua estetica ci dice che “l’arte della connessione coglie qualcosa di molto più profondo, essenziale all’esistenza umana, che di fatto ci precede. Coglie la nostra esistenza biologica, le radici della coscienza e persino la biologia delle emozioni, che emergono da un’interazione di elementi che non possiamo veramente comprendere e controllare. La connettività è ciò che rende possibile la vita e le emozioni, che sono solo impronte della complessità. Da parte nostra pensiamo all’arte non solo come forma espressiva ma come “ecosistema” in cui coesistono più elementi interconnessi e discipline parallele, tutti parte di un tessuto che si estende fra il reale ed il virtuale.
Un ecosistema che attraverso l’azione collaborativa di umani e sistemi AI diventa esperienza estetica che si manifesta all’interno di spazi dotati di una profonda componente immersiva. Così facendo l’interazione fisico/digitale si pone alla base della chimica creativa ed è per questo motivo che abbiamo introdotto il concetto di “Arte Estesa”. Un ambito in cui gli artisti non si limitano a definire o a costruire manufatti creativi, ma concepiscono interi sistemi, una serie di processi che possono manifestarsi attraverso l’interpretazione di flussi di dati, procedure generative o anche trasposizioni visive di intuizioni intellettuali.