MICHELANGELO GRIGOLETTI (Rorai Grande, 1801-Venezia, 1870) La famiglia Paris con la nobildonna Isabella Fossati Mazzarolli dopo il 1840 olio su tela, cm 136 × 169 Venezia, collezione Palumbo Fossati Crediti: Foto Matteo De Fina, Venezia, 2023

IL RITRATTO VENEZIANO DELL’OTTOCENTO

Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna 

21 ottobre 2023 – 1 aprile 2024

A cura di Elisabetta Barisoni e Roberto De Feo

Un secolo di grande storia e di grande pittura, di profonde trasformazioni sociali, politiche, economiche. Un secolo popolato da liberali e da patrioti, rivoluzionari e reazionari, nobili e borghesi, intellettuali e artisti romantici, neoclassici, realisti, veristi, fino alla soglia delle Avanguardie, che ha visto la nascita delle Pinacoteche, dei musei civici, de La Biennale di Venezia. Un secolo da riscoprire nei volti e nelle opere dei suoi protagonisti con la mostra Il ritratto veneziano dell’Ottocento, a Ca’ PesaroGalleria Internazionale d’Arte Moderna dal 21 ottobre 2023 al 1° aprile 2024, a cura di Elisabetta Barisoni e Roberto De Feo.

Un’esposizione che intende raccontare il primo secolo dell’età contemporanea che a Venezia apre, idealmente, con la caduta della Serenissima e prosegue in tutto il Paese con la Restaurazione, passando per i moti del ‘48, il Risorgimento, l’Unità d’Italia. Ma è anche, e soprattutto, un progetto che rimanda in modo preciso e puntuale all’intuizione e alla grande mostra che Nino Barbantini, primo Direttore della Galleria di Ca’ Pesaro, organizzò e allestì esattamente cento anni fa, nel 1923, sullo stesso tema e con lo stesso titolo: Il ritratto veneziano dell’Ottocento. Tra le prime retrospettive dedicate a questo secolo, un’esposizione “blockbuster” per il tempo, coronata da un grande successo di pubblico, di stampa e di critica, realizzata con criteri museografici attualissimi e con un numero eccezionale di opere e prestiti, provenienti da tutto il Triveneto: 241 lavori di 50 artisti, pittori, scultori, miniaturisti, tutti operanti dall’inizio dell’Ottocento fino al penultimo decennio del secolo, che per lo studioso si apriva con Teodoro Matteini e si chiudeva con Giacomo Favretto. 

"Il ritratto veneziano dell’Ottocento"FRANCESCO HAYEZ (Venezia, 1791-Milano, 1882) Matilde Speck Pirovano Visconti 1837-1840 circa olio su tela, cm 113 × 94 Collezione privata Crediti: Foto Matteo De Fina, Venezia, 2023
FRANCESCO HAYEZ
(Venezia, 1791-Milano, 1882)
Matilde Speck Pirovano Visconti
1837-1840 circa
olio su tela, cm 113 × 94
Collezione privata
Crediti: Foto Matteo De Fina, Venezia, 2023

Un excursus tra autori celebri come Hayez, Molmenti, Grigoletti, Schiavoni, Lipparini, scoperti e riscoperti, artisti che a Venezia avevano vissuto, si erano formati, lasciando testimonianze preziose della società, dello spirito dell’epoca, dei suoi protagonisti e dei suoi grandi stravolgimenti: un patrimonio di immagini di famiglie, di intellettuali, di artisti, di patrioti, di donne – alcune, artiste a loro volta – persone che hanno animato il territorio da Venezia, luogo privilegiato d’incontro, fino a Padova, Vicenza, Bassano del Grappa, Pordenone, Trieste, Trento, Treviso, Belluno. Volti eterni del secolo più lungo della modernità e, non ultimo, primo esempio – confermato ai nostri giorni – della grandezza artistica di un secolo dimenticato, a favore della mitizzazione di quello precedente. Per dirla con le parole dello stesso Barbantini: per portare un poco di luce su un periodo della storia artistica della nostra città ingiustamente oscuro.

Tutto questo rivive oggi in un prezioso e lungo lavoro di ricerca condotto dai curatori per ricostruire l’allestimento e il catalogo della storica esposizione: un enorme sforzo critico che in due anni ha portato a rintracciare ben 166 opere di 52 artisti già della mostra originale, ora conservate in Musei e collezioni su tutto il territorio nazionale. Accanto, i capolavori rimasti a Venezia, provenienti dalle collezioni di Ca’ Pesaro, del Museo Correr, e dalle Gallerie dell’Accademia, insieme a numerose raccolte private. Una ricostruzione che ha permesso di sviluppare importanti nuovi contributi rispetto al progetto di Barbantini, tra cui riattribuzioni – con 11 nuovi autori riconosciuti – e aggiornate schede scientifiche279 per 60 artisti – grazie al lavoro di una rete di studiosi, conservatori e ricercatori di tutto il territorio.

TEODORO MATTEINI(Pistoia, 1754-Venezia, 1831) La soprano Elizabeth Billington 1797 olio su tela, cm 63 × 50 Venezia, Gallerie dell’Accademia, cat. 840 Crediti: G.A.VE Archivio fotografico, Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina, Venezia, 2023 “su concessione del Ministero della Cultura”
TEODORO MATTEINI
(Pistoia, 1754-Venezia, 1831)
La soprano Elizabeth Billington
1797
olio su tela, cm 63 × 50
Venezia, Gallerie dell’Accademia, cat. 840
Crediti: G.A.VE Archivio fotografico, Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina, Venezia, 2023 “su concessione del Ministero della Cultura”

Nelle quattro sezioni in cui è articolata, l’esposizione “Il ritratto veneziano dell’Ottocento” ripercorre quindi La nascita di un secolo, che parte dal Congresso di Vienna (1815) per arrivare in un lungo travaglio all’unificazione del Paese; significativi approfondimenti monografici de I grandi protagonisti, seguiti da Vita e società dell’Ottocento, tra nobili e borghesi, tra città e campagna; infine il Ritratto verso la modernità in cui la materia pittorica si sgrana e si illumina, arrivando alle soglie del ‘900.

L’elenco realizzato da Barbantini, organizzato per ordine alfabetico, oltre a scarne notizie biografiche degli autori, riportava i nomi dei proprietari di allora. Da queste informazioni ha preso avvio lo strenuo lavoro di ricerca e di identificazione delle opere dopo cento anni dalla loro esposizione a Ca’ Pesaro. Molte di esse, anche grazie al successo dell’esposizione, confluirono in raccolte pubbliche, mentre altre rimasero presso gli eredi o confluirono in collezioni private. Se un esiguo numero è andato definitivamente perduto, tuttavia altre opere attendono di essere rintracciate poiché l’ubicazione è ad oggi sconosciuta. Una decina di lavori furono donati proprio a Ca’ Pesaro dopo la mostra del 1923, e l’istituzione passò così da essere galleria ad essere un museo accogliendo il primo nucleo di autori del XIX secolo e arricchendo la propria collezione, dove i ritratti dell’Ottocento trovarono posto accanto ai Maestri internazionali, acquisiti dal Comune di Venezia sin dalle prime edizioni di Biennale e ai capesarini di inizio secolo come Arturo Martini, Felice Casorati e Gino Rossi.