Machine Imaginaire | Vera Molnar
Venerdì 27 gennaio dalle 19:00 alle 21:00
Prima release, software generativo “Hommage à Molnar” di Casey Reas
28 gennaio – 1 aprile 2023
Il famoso concetto di “Machine Imaginaire”, ovvero il computer immaginario di Vera Molnar degli anni ’60, fornisce l’accesso a tutta la sua opera, composta da disegni, dipinti, collage e successivamente anche disegni o stampe al computer. Alla base c’era sempre la sua visione, il suo concetto, che spesso sviluppava in serie. All’inizio immaginava solo il computer, ma dal 1968 in poi ha dato il via ad un’importante sviluppo del suo lavoro creativo. Vera Molnar è già passata alla storia dell’arte digitale come importante pioniera. Tuttavia, ridurre i suoi meriti al suo uso del computer non renderebbe giustizia al suo lavoro di oltre 70 anni.
Vera Molnar ha festeggiato il suo 99° compleanno a gennaio e cogliamo questa opportunità per fornire una panoramica del suo lavoro insieme ai disegni a plotter che hanno contribuito a modellare il suo lavoro nel corso dei decenni. DAM Projects mostrerà esempi di varie fasi del suo lavoro, inclusi disegni, collage, tecniche miste e dipinti, oltre a lavori al computer degli ultimi 40 anni.
Vera Molnar
Vera Molnár, nasce nel 1924 in Ungheria, ed è considerata come una delle pioniere delle arti informatiche e algoritmiche. La sua produzione artistica attingerà al costruttivismo e all’arte concettuale, così come al cubismo e ad altri movimenti d’avanguardia. Formatosi come artista tradizionale, Molnár si diploma in storia dell’arte ed estetica al Budapest College of Fine Arts. Molnár crea le sue prime immagini non rappresentative nel 1946 e già nel 1959 realizza le sue prime “combinatorial images “. Nel 1947 riceve una borsa di studio per artisti per studiare a Roma alla Villa Giulia, per poi trasferirsi in Francia, dove attualmente risiede. Nel 1968 inizia a produrre opere con i computer, creando dipinti algoritmici basati su semplici forme geometriche e temi geometrici.
Negli anni ’60, Molnár ha co-fondato diversi gruppi di ricerca artistica. Il primo, nel 1960, fu il Groupe de Recherche d’Art Visuel, che studia approcci collaborativi all’arte meccanica e cinetica. Il secondo è l’Art et Informatique, con particolare attenzione all’arte e all’informatica. Molnar apprende i primi linguaggi di programmazione di Fortran e Basic e ed ottiene l’accesso a un computer in un laboratorio di ricerca di Parigi dove inizia a fare disegni grafici al computer su un plotter.
Tra le tante e importanti mostre ricordiamo quella del 2010 “On Line: Drawing Through the Twentieth Century” al Museum of Modern Art di New York che mise in luce la storia del disegno delle linee e (Un)Ordnung.( Dés)Ordre. al Museum Haus Konstruktiv che mise in luce i suoi primi disegni a mano libera (mai esposti prima), dalla fine degli anni ’60 alla nuova installazione al Museum Haus Konstruktiv. Troviamo ancora Vera Molnar tra i 213 artisti annunciati come parte della 59a Biennale di Venezia nel 2022.
La parola a Zsofi Valyi-Nagy, storica dell’arte
La storica dell’arte Zsofi Valyi-Nagy, che ha svolto ricerche approfondite sul lavoro della sua vita, ha scritto: “Gli spettatori che già conoscono l’artista riconosceranno il linguaggio visivo di Molnar: le sue forme geometriche, le sue variazioni su un tema e le sue linee minimaliste, che, disegnate a mano o con un plotter, sono inconfondibilmente sue. Nella dichiarazione dell’artista per la mostra di Berlino del 1981, Molnar ha scritto che usa le forme geometriche non perché le trovi più belle o “migliori” di altre forme, ma perché resistono alle interpretazioni soggettive. Da un punto di vista pratico, sono anche più facili da descrivere e manipolare. Infatti, nei primi sistemi di grafica vettoriale, cerchi, quadrati e linee erano le forme più semplici che si potessero ‘disegnare’ con un computer.“