Napoli fu la seconda patria di Artemisia Gentileschi, città dove si trasferì a 37 anni, nel 1630, e rimase per il resto della sua vita. Un capitolo fondamentale nell’arte e nella vicenda biografica di Artemisia, che tuttavia non ha mai ricevuto una attenzione specifica da parte della critica e delle iniziative espositive dedicate all’artista. Si è aperta invece ora, proprio a Napoli, una mostra su questa fase della carriera di Artemisia Gentileschi.
Fino al 19 marzo 2023, infatti, nel museo napoletano delle Gallerie d’Italia è visitabile la mostra Artemisia Gentileschi a Napoli. Realizzata con il patrocinio del comune di Napoli, in special collaboration con la National Gallery di Londra e in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’Archivio di stato di Napoli e l’Università degli studi L’Orientale, la mostra presenta una selezione di circa 50 opere provenienti da raccolte pubbliche e private, italiane e internazionali.
La mostra
Il percorso espositivo presenta sia opere realizzate da Artemisia, sia opere realizzate da artisti di primo livello a lei strettamente collegati, per lo più attivi a Napoli negli stessi anni della pittrice, come Massimo Stanzione, Paolo Finoglio, Francesco Guarino, Andrea Vaccaro o la riscoperta “Annella” Di Rosa, la maggiore artista napoletana della prima metà del Seicento. La selezione delle 21 opere di Artemisia in mostra offre un quadro essenziale della parabola napoletana della “pittora”, come veniva chiamata proprio a Napoli, con i suoi vertici e i suoi aspetti ancora problematici.
Per la prima volta sono esposte al pubblico italiano capolavori come la giovanile Santa Caterina d’Alessandria, di recente acquisita dalla National Gallery di Londra, che costituisce l’antefatto della mostra; inoltre, la medesima Santa del Nationalmuseum di Stoccolma o la Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne del Nasjonalmuseet di Oslo. Non mancano poi le grandi e rare commissioni pubbliche della pittrice, dall’Annunciazione di Capodimonte a due delle tre monumentali tele realizzate tra il 1635 e il 1637 circa per il coro della cattedrale di Pozzuoli, il San Gennaro nell’anfiteatro e i Santi Procolo e Nicea, quest’ultima restaurata per l’occasione.
Artemisia Gentileschi a Napoli
La realizzazione della mostra è stata preceduta da una intensa attività di indagine scientifica e di ricerca archivistica che ha restituito nuovo e importante materiale per la biografia di Artemisia, che fa del catalogo uno strumento fondamentale anche per il prosieguo degli studi, grazie a un accurato regesto documentario. Si sono finalmente chiarite le circostanze dell’arrivo di Artemisia Gentileschi a Napoli, nel 1630, direttamente da Venezia, così come si sono aggiunte ulteriori tracce per i suoi anni estremi, afflitti da difficoltà economiche, confermando l’intuizione letteraria di Anna Banti. Sia la sua vicenda privata (il concubinato della figlia Prudenzia Palmira e il matrimonio riparatore seguito alla nascita del nipote Biagio, nel 1649), sia alcuni degli aspetti salienti della sua attività, a cominciare dal ruolo della committenza vicereale e borghese, per finire con le relazioni tra Artemisia e le accademie letterarie, che già in vita contribuirono ad amplificarne la fama.
Informazioni
Artemisia Gentileschi a Napoli è visitabile alle Gallerie d’Italia di Napoli, in via Toledo 177, da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00.
La mostra alle nuove Gallerie d’Italia di Napoli nasce come approfondimento dell’esposizione monografica dedicata all’artista alla National Gallery di Londra nel 2020, con la consulenza speciale di Gabriele Finaldi, direttore del museo londinese, e la curatela di Antonio Ernesto Denunzio e Giuseppe Porzio. Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.
Il museo di Napoli, insieme a quelli di Milano, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.