Gennaro Sangiuliano: chi è il ministro della Cultura del governo Meloni

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Gennaro Sangiuliano con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Di MarioDico - Opera propria, CC BY-SA 4.0,
Gennaro Sangiuliano con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Di MarioDico - Opera propria, CC BY-SA 4.0,

Il dicastero non è certo stato protagonista del totoministri degli ultimi giorni, ma la nomina ha comunque destato qualche sorpresa, visto che si davano per favoriti anche altri nomi, tra i quali Giordano Bruno Guerri e Vittorio Sgarbi

Gennaro Sangiuliano, il nuovo ministro della cultura

Giornalista, saggista, docente, direttore del Tg2: Gennaro Sangiuliano ha giurato da nuovo ministro della cultura del governo Meloni, prendendo il posto di Dario Franceschini in quello che continuerà a chiamarsi MiC, il ministero con portafoglio dedicato alla cultura e slegato dal dicastero del Turismo, che sarà guidato invece da Daniela Santanché. Classe 1962, Gennaro Sangiuliano si è diplomato al liceo classico Pansini di Napoli, per intraprendere poi una formazione giuridica, con una laurea in giurisprudenza e un dottorato di ricerca in diritto ed economia all’Università Federico II e un master in diritto privato alla Sapienza.

Gennaro Sangiuliano, il giornalismo e la politica

Giornalista professionista, nel 2003 Sangiuliano ha iniziato la sua carriera in Rai, per cui è stato anche inviato in Bosnia, Kosovo e Afghanistan, fino a diventare vicedirettore del Tg1 nel 2009 e direttore del Tg2 nel 2018, con riconferma nel 2021. Da sempre dichiaratamente di destra, Sangiuliano ha fatto parte da giovanissimo del Fronte della gioventù e poi del Movimento sociale italiano, per cui è stato consigliere circoscrizionale a Napoli, fino a candidarsi, nel 2001, alla Camera dei deputati con la lista Casa delle libertà. 

Nella primavera 2022 è finito al centro delle polemiche per aver partecipato alla convention milanese di Fratelli d’Italia e alla festa della Lega, episodi che avevano spinto l’Usigrai a chiedere “ai vertici di prendere posizione per difendere l’autonomia e l’indipendenza del Tg2”. Lo stesso Sangiuliano, tuttavia, aveva spiegato in un’intervista al Foglio del 2019 che “la tradizione del giornalismo italiano è politica. Ed è certamente più onesta una faziosità limpida ed esibita di una subdola terzietà”. 

Gennaro Sangiuliano: le pubblicazioni

Già docente di Diritto dell’informazione all’università Lumsa, di Economia degli intermediari finanziari alla Sapienza, di Storia dell’economia e dell’impresa alla Luiss Guido Carli, Sangiuliano è anche direttore della Scuola di giornalismo dell’università degli Studi di Salerno dal 2015. In parallelo, ha portato avanti anche la carriera di scrittore, firmando numerosi saggi, soprattutto biografici, tra cui Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore (Mursia, 2007), Il Quarto Reich, come la Germania ha sottomesso l’Europa (Mondadori, 2014), Putin, vita di uno zar (Mondadori, 2015), Trump, vita di un presidente contro tutti (Mondadori, 2017), Il nuovo Mao, Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi, (Mondadori, 2019), Reagan, il presidente che cambiò la politica americana (Mondadori, 2021). Con Scacco allo zar. 1908-1910: Lenin a Capri, genesi della rivoluzione, edito nel 2012 sempre da Mondadori, Sangiuliano ha vinto il premio Capalbio per la saggistica storica.