La mostra “Who the Bær” di Simon Fujiwara a Prada Aoyama Tokyo

0
844
Who’s in Japan? (Prada Aoyama), 2022 Charcoal, pastel and paper collage 100 x 70cm Courtesy of the artist
Who’s in Japan? (Prada Aoyama), 2022 Charcoal, pastel and paper collage 100 x 70cm Courtesy of the artist

PRADA PRESENTA LA MOSTRA “WHO THE BÆR” DI SIMON FUJIWARA A PRADA AOYAMA TOKYO DAL 15.10.2022 AL 30.01.2023

Prada presenta la mostra “Who the Bær” di Simon Fujiwara, organizzata con il supporto di Fondazione Prada, a Prada Aoyama Tokyo dal 15 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023. Il quinto piano dell’edificio progettato da Herzog & de Meuron ospiterà una versione inedita del progetto esposto per la prima volta alla Fondazione Prada a Milano nel 2021. Who the Bær è un personaggio dei cartoni animati creato dall’artista e ispirato al mondo delle fiabe, della letteratura fantasy, dell’animazione e dei parchi a tema. “Who”, come viene chiamat*, sembra non aver ancora sviluppato una forte personalità o istinti propri. Non ha un’identità, un genere e una sessualità definiti e non ha acquisito un aspetto preciso in quanto entità in continuo divenire. Who è consapevole solo di essere un’immagine e cerca di definirsi percorrendo un Whoniverse di rappresentazioni. Il mondo di Who the Bær è un ambiente piatto, online, visivo, pieno di infinite potenzialità.

Who is Greta Whonberg?, 2022 Colored paper collage Collage dimensions: 68 x 95.5 cm Courtesy of the artist
Who is Greta Whonberg?, 2022 Colored paper collage
Collage dimensions: 68 x 95.5 cm Courtesy of the artist

Attraverso il percorso di formazione di Who, Simon Fujiwara esplora una pluralità di temi appartenenti a vari contesti: dalla crisi climatica all’appropriazione culturale, dalla chirurgia estetica all’arte pop. La mostra “Who the Bær” può essere interpretata come uno specchio distorto della nostra società ossessionata dallo spettacolo, dall’auto-rappresentazione e dalla ricerca del “vero io”.
Una serie di nuovi disegni, collage, sculture e animazioni introduce il pubblico giapponese a Who the Bær nella perenne ricerca di un sé autentico. L’allestimento della mostra si sviluppa in una successione di aree delimitate da tappeti color pastello. Queste sezioni tematiche si concentrano sui diversi aspetti di Who segnando le tappe del caotico viaggio di cui è protagonista.

Who is Nefertiti? (Whoseum of Anthropology Artifact), 2022 Pastel, paper and inkjet print collage Unframed dimensions: 100 x 70 cm Framed dimensions: 113 x 83 x 3,5 cm Courtesy of the artist
Who is Nefertiti? (Whoseum of Anthropology Artifact), 2022 Pastel, paper and inkjet print collage
Unframed dimensions: 100 x 70 cm
Framed dimensions: 113 x 83 x 3,5 cm
Courtesy of the artist

Come nelle fiabe, la storia di Who inizia con un collage di grandi dimensioni che raffigura la copertina di un libro dal titolo “Who is Who?”, la prima delle tante domande sollevate dalla mostra. L’animazione in stop motion Hello Who? introduce il pubblico alle questioni filosofiche, di identità e di autenticità che Who deve affrontare nel suo viaggio attraverso diversi contesti culturali e geografici. Una serie di disegni spontanei, dall’aspetto infantile e simili a meme rappresenta l’abilità di Who nel trasformarsi in qualunque momento in un’identità sempre diversa. Dal punto di vista di Who the Bær, le personalità umane sono semplicemente un insieme di codici estetici, di umori e di stili che possono essere liberamente manipolati e combinati utilizzando la logica dei social media e della performatività online.

Attraverso i desideri irrefrenabili di un cartoon con le sembianze di un* ors*, sperimentiamo il mondo esterno come fosse un repertorio di rappresentazioni stereotipate e possibili scenari per avventure sempre nuove. All’interno della mostra i visitatori accedono a una serie di Whoseum: musei e depositi dell’immaginario di Who the Bær. Il primo, “Whoseum of Anthropology”, ospita collage, installazioni e sculture che imitano artefatti africani, asiatici ed egiziani nei quali è inscritta la figura di Who the Bær. Questi oggetti naïf e cartooneschi esplorano temi complessi come l’appropriazione culturale, la restituzione e il saccheggio coloniale attraverso i desideri narcisistici e autoreferenziali di Who the Bær. Nel “Whoseum of Art”, Who ritrova se stesso rappresentato in iconici capolavori della storia dell’arte. In queste opere apparentemente giocose Who the Bær è artista, musa, opera d’arte, spettatore e anche Whoseum, in una fantasia che diventa oscura e totalitaria. In un’altra serie di dipinti delicati e nostalgici Who è il protagonista delle classiche fiabe per bambini. Il viaggio attraverso il Whoniverse si conclude con la più grande rappresentazione fisica tridimensionale di Who the Bær: la scultura robotica Who’s Only Whoman? (2021).

Il lavoro di Simon Fujiwara (Londra, 1982; vive e lavora a Berlino) è un’indagine personale del desiderio umano che sta alla base delle attrazioni turistiche, delle icone storiche, delle celebrity, dell’edutainment e del neocapitalismo. Collocata in questo territorio attraente e al contempo inquietante, l’opera di Fujiwara rivela il paradosso della duplice ricerca dell’invenzione e dell’autenticità nella cultura che consumiamo quotidianamente. Nelle sue mostre, che includono una ricostruzione in scala reale della Anne Frank House (“Hope House”, 2017), una campagna di rebranding della sua insegnante di arte del liceo (“Joanne”, 2016–2018) e l’esperienza di un parco tematico che ci immerge nel mondo di YouTube (“Empathy I”, 2018), si rintracciano visioni distorte del mondo reale attraverso l’immaginario fantastico e talvolta angosciante dell’artista.

Fujiwara ha creato Who the Bær durante il primo lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 nel 2020, come “una risposta infantile e dadaista al carattere sempre più insensato della cultura dell’intrattenimento iper-capitalista”. Dopo la sua creazione Who the Bær è stato il soggetto di una prima grande mostra alla Fondazione Prada a Milano, seguita da un’esposizione al Kunstinstituut Melly di Rotterdam, entrambe nel 2021. Who è stato anche il protagonista di una campagna pubblicitaria globale in città come Milano, New York, Londra e Tokyo.