Santarcangelo Festival: la manifestazione italiana dedicata alle arti performative contemporanee

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Santarcangelo Festival -
Santarcangelo Festival - Maria Magdalena Kozłowska Frascati Producties - COMMUNE ©Anna van Kooij (2)

SANTARCANGELO FESTIVAL – Can you feel your own voice – 8 – 17 luglio 2022

a cura del direttore artistico Tomasz Kireńczuk è un racconto multidisciplinare e polifonico sul presentecon tante artiste e artisti internazionali al loro debutto italiano.

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Rita Mazza – Dandelion II ©Mayra Wallraff

SANTARCANGELO FESTIVAL 2022

La 52esima edizione di Santarcangelo Festival, la più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti performative contemporanee, si terrà dall’8 al 17 luglio 2022 nel borgo medievale di Santarcangelo di Romagna. Can you feel your own voice è il titolo scelto dal nuovo direttore artistico Tomasz Kireńczuk, che ha deciso di coinvolgere tante compagnie internazionali – molte delle quali per la prima volta in Italia – con l’intenzione di trasformare lo spazio dell’arte in un’enclave sicura in cui ritrovare i nostri valori innegoziabili, la nostra voce più intima e profonda. 

Teatro, danza, musica ma anche discipline trasversali che vanno dall’attivismo politico al documentario. Parte all’insegna dell’impegno sociale e politico il triennio 2022-2024 condotto dal drammaturgo, critico teatrale e curatore polacco, che con Can you feel your own voice ha orchestrato un racconto polifonico sul presente che porta la firma di una moltitudine di corpi e voci: artiste e artisti molto differenti tra loro per linguaggi, estetica e per le tradizioni culturali, ma che ci invitano a sperimentare forme di convivenza sociale e confrontarsi con ciò che è nascosto, scomodo e dimenticato.  

Lucy Wilke, Paweł Duduś with music by Kim Twiddle – SCORES THAT SHAPED OUR FRIENDSHIP ©Jean-Marc Turmes(2)

Can you feel your own

Oltre 40 tra artiste, artisti, gruppi e compagnie per un totale di oltre 170 repliche: Can you feel your own voice offrirà per dieci giorni un programma ricco e articolato, in grado di restituire lo stato attuale delle performing art, attraverso le più innovative pratiche della scena emergente globale e numerose presenze internazionali per la prima volta in Italia. La coreografa portoghese Mónica Calle in Ensaio Para Uma Cartografia, tramite la ripetizione ossessiva di uno stesso passo di danza classica da parte di dodici corpi femminili, porta alla luce la tenacia delle donne, il loro bisogno di comunità e di ribellione contro il dominio dei modelli maschili e la dittatura della perfezione (8 e 9/07). In Violences la regista e performer franco-belga Léa Drouet ricorda la dolorosa esperienza di due bambine, tra cui sua nonna Mado, come emblema della violenza esercitata sulle donne delle classi emarginate, così spesso dimenticate (16 e 17/07). La performer mozambicana Marilú Mapengo Námoda è presente a Santarcangelo con Mom, I* am no longer Black, un rituale funebre di 9 ore in cui l’interprete offre il proprio corpo alla natura, ripetendo le medesime attività vitali in uno stato di trance, rinunciando così alle definizioni di identità ed etnia (16/07). Il danzatore, performer e coreografo brasiliano Calixto Neto riprende la coreografia O Samba do Crioulo Doido, ideata nel 2004 da uno dei più importanti coreografi brasiliani contemporanei, Luiz de Abreu: un’ampia gamma di associazioni erotiche porta il corpo nero maschile ad emaniciparsi attraverso la celebrazione della propria queerness (15, 16 e 17/07). In programma, al Supercinema, anche la proiezione del corto documentario su O Samba do Crioulo Doido (16 e 17/07). L* interprete e coreograf* brasilian* Catol Teixeira, sperimentando l’improvvisazione come strumento di esibizione, mette al centro di la peau entre les doigts l’elemento corpo, per non dimenticare che esso è un campo immaginario all’incrocio tra materia organica, politica e culturale (8, 9 e 10/07). In SCORES THAT SHAPED OUR FRIENDSHIP l’artista tedesca Lucy Wilke, il danzatore polacco Paweł Duduś e le musiche della compositrice tedesca Kim Twiddle tessono un racconto sull’intimità di Lucy stessa, affetta da atrofia muscolare spinale, esplorando l’intero spettro della loro relazione, tra amicizia, sensualità e interazioni giocose, sfidando gli stereotipi di discriminazione del diverso (15, 16 e 17/07). La regista polacca Anna Karasińska presenta all’interno dell’ex-cementificio BUZZI-UNICEM un nuovo lavoro tra teatro documentaristico, installazione ed esperienza intimista, realizzato a partire da una residenza creativa a Santarcangelo (9, 10, 12, 13, 14, 15 e 16/07). Sarà un progetto site-specific anche quello del regista, filmmaker e giornalista svizzero Mats Staub, che metterà in scena Death and Birth in My Life in otto diversi appartamenti privati di Santarcangelo, dove restituirà i dialoghi con persone intervistate circa le loro personali esperienze con la morte e la nascita (9, 10, 12, 13, 14, 15, 16 e 17/07). Gli svizzeri Igor Cardellini e Tomas Gonzalez con Emilia Verginelli presenteranno nel centro commerciale Le Befane di Rimini il loro ultimo lavoro L’Âge d’or, un progetto che simula visite guidate all’interno di spazi della quotidianità come fossero passeggiate turistiche in siti archeologici (13, 14, 15 e 16/07). Nello spazio pubblico di Piazza Ganganelli, attorno alla tavola rotonda di 12 metri di diametro realizzata appositamente per questa edizione del Festival, si esibirà il performer emergente polacco Paweł Sakowicz con Jumpcore: un’estenuante performance sull’azione del salto che traduce il tragico atto del danzatore, attore e coreografo americano Fred Herko, il quale nel 1964 portò a compimento una coreografia con il proprio suicidio, gettandosi da un palazzo di New York (15, 16 e 17/07). Nella stessa location, si svolgerà anche Siamo ovunque, lettura partecipativa dei collettivi svizzero-italiani Dreams Come True, Hichmoul Pilon Production, collectif anthropie e Siamo ovunque (9 e 10/07), che darà spazio alle voci di antifascist*, femminist*, anticapitalist*, antirazzist*, antispecist*, hacker e tutte e tutti coloro che si battono contro ogni forma di oppressione sociale, componendo così un archivio dell’attivismo contemporaneo.  

Catol Teixeira – la peau entre les doigts ©Julie-Folly

A questi debutti assoluti si aggiungono diverse prime italiane: GO GO OTHELLO della performer sudafricana Ntando Cele che affronta sul palco di uno strano cabaret i temi di razzismo e postcolonialismo servendosi del proprio corpo come strumento di emancipazione da rappresentazioni legate all’esotismo, al desiderio e allo sfruttamento, attraverso il racconto della vita di alcune artiste di colore come Sarah Baartman, Josephine Baker, Sissieretta Jones o Jessye Norman (14 e 15/07); la performer e coreografa austro-svizzera Teresa Vittucci presenterà il suo ultimo spettacolo DOOM, seconda parte di una trilogia sul tema della vulnerabilità, in cui insieme al compositore e interprete Colin Self esplora le origini del concetto di femminile, esaminando le figure di Eva e Pandora, cruciali all’interno delle società patriarcali cristiano giudaiche e abramitiche, da una prospettiva critica queer e femminista (12 e 13/07); l’argentina Marina Otero, tra le artiste più importanti della nuova generazione di theatre-maker sudamericani, propone la prima europea di love me, un manifesto teatrale radicalmente femminista che parte da un’esperienza individuale e intimista per confrontarsi con alcune norme sociali da lei rifiutate (15 e 16/07); il giovane performer bielorusso Igor Shugaleev, con la performance 375 0908 2334. The body you are calling is currenly not available, ci parla della drammatica situazione del proprio Paese, in cui gli oppositori dell’attuale regime sono sottoposti a violente persecuzioni (9 e 10/07); Maria Magdalena Kozłowska presenta per la prima volta fuori dai Paesi Bassi COMMUNE, spettacolo ispirato alle proteste contro la penalizzazione dell’aborto, dall’attività delle Pussy Riot all’idrofemminismo, in cui la performer e attivista polacco-olandese, interessata alla natura politica della voce umana, invita un gruppo di musicisti classici a decostruire i canoni del genere operistico per celebrare il potere del femminile (9 e 10/7). 

Altamira 2042 e Untitled (Holding Horizon)

Completano il programma internazionale: Altamira 2042 della performer, regista e ricercatrice brasiliana Gabriela Carneiro da Cunha che, mediante dispositivi tecno-sciamanici, porta all’attenzione del pubblico il problema della diga di Belo Monte, che ha messo a rischio la biodiversità del fiume Xingu, in Amazzonia, e la vita dei suoi abitanti (9 e 10/07); Untitled (Holding Horizon) del coreografo polacco-britannico Alex Baczyński-Jenkins, una performance “intensamente relazionale”, che attraverso movimenti alienati e il box step – movimento di base di molte danze – crea una fusione di sincronizzazione e disorientamento, di limitazione e perdita, suscitando costantemente associazioni mutevoli da un rave a una fantasia pastorale (14 e 15/07).

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Léa Drouet, Vaisseau – Violences ©CindySechet

Il programma internazionale: le collaborazioni

Il programma internazionale è stato realizzato in sinergia con diversi istituti esteri tra cui Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, che ha co-finanziato la partecipazione di artiste e artisti svizzeri quali Mats Staub, Cardellini | Gonzalez e Teresa Vittucci o originari di altri continenti ma residenti in Svizzera come Catol Teixeira e Ntando Cele, e il progetto collettivo Siamo ovunque in Piazza Ganganelli. Goethe-Institut Mailand sostiene il trio Lucy Wilke, Paweł Duduś e Kim Twiddle, Alex Baczyński-Jenkins e la coreografa Rita Mazza; l’Istituto Polacco di Roma supporta le performance di Paweł Sakowicz e Anna Karasińska; Institut français Italia co-finanzia le performance di Léa Drouet e Calixto Neto; Performing Arts Funds NL il lavoro di Maria Magdalena Kozłowska.

Can you feel your own voice: le artiste e gli artisti italiani

Can you feel your own voice vede la partecipazione anche di artiste e artisti italiani. La coreografa e danzatrice Annamaria Ajmone propone il suo nuovo lavoro La notte è il mio giorno preferito, una riflessione sul rapporto con l’Altro che indaga le rotte dagli animali selvatici nel tentativo di prenderne in prestito lo sguardo e intuirne le possibilità d’azione (8, 9 e 10/07). Con Dandelion II, la coreografa di stanza a Berlino, Rita Mazza, crea una nuova forma di poesia visiva, combinando il linguaggio dei segni con studi libanesi sul movimento, danza classica e il Visual Vernacular, forma d’arte legata al lessico gestuale (16 e 17/07). Cristina Kristal Rizzo – tra le più rinomate dancemaker della scena contemporanea italiana – torna a Santarcangelo con il lavoro ECHOES, dove cinque corpi danzanti disegnano una coreografia costruita su ripetizioni e differenze, musicalmente sostenute da loop e lunghissimi rallentamenti di ritmo generati dal sound pop melodico della star R&B Frank Ocean, a cui si somma una dimensione virtuale generata dai danzatori stessi, e fruibile in streaming attraverso il proprio telefono (13 e 14/07). Con My Body solo, Stefania Tansini continua il suo percorso di ricerca sul corpo, esponendo con generosità il proprio lato vulnerabile attraverso un’accettazione della propria precarietà (9 e 10/07). La coreografa e danzatrice è protagonista – insieme alla performer Silvia Calderoni e alla musicista R.Y.F. – di Tutto Brucia di Motus, incentrato sulla figura di Cassandra, uno dei personaggi più scomodi perché non corrispondente ai canoni sociali, restituendo importanza alle narrazioni femminili e a ciò che la narrazione maschile considera debole e privo di valore (13 e 14/07). Santarcangelo Festival presenterà inoltre Le Merende di Industria Indipendente, un dispositivo site-specific attraverso il quale prendersi cura di noi stessi e costituire una comunità temporanea attorno a pratiche semplici, quotidiane, ricreative (9 e 10/07).

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santarcangelo festival – Annamaria Ajmone – La notte è il mio giorno preferito ©Andrea Macchia

Questa edizione vedrà anche il debutto di due giovani performer italiani: Giovanfrancesco Giannini presenta in prima nazionale CLOUD_extended, una riflessione sulla politica delle immagini, sulla rappresentazione mediatica dei corpi e della violenza su essi, ispirata al manifesto del comunismo queer e alle idee di Georgy Mamedov e Oksana Shatalova, attivisti radicali del Kyrgyzstan (14, 15 e 16/07); Camilla Montesi, individuata attraverso la call di KRAKK per un periodo di residenza artistica a Santarcangelo, propone Caronte, un solo che poggia le fondamenta sull’omonima figura mitologica, presentata come guida verso la conoscenza del proprio corpo (13 e 14/07).

Anche quest’anno in programma al Festival ci saranno gli esiti dei laboratori Let’s Revolution! / Teatro Patalò (13/07) e della non-scuola del Teatro delle Albe / ZoeTeatro (12/07), frutto di quattro mesi di lavoro con i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e superiori di Santarcangelo. Nel corso dei dieci giorni di Festival è previsto anche un nutrito programma di talk e workshop aperti al pubblico (9, 10, 12, 13, 14, 15, 16 e 17/07).

Dopo due anni di assenza, quando cala la notte e anche l’ultimo spettacolo si conclude, torna finalmente ad accogliere il pubblico la programmazione di Imbosco, uno chapiteau nascosto tra gli alberi ai piedi del Parco Cappuccini, realizzato appositamente per ascoltare musica, ballare e ricaricarsi di energia: qui dj italiani e internazionali si alternano in consolle ogni sera in un programma curato da Chris Angiolini / Bronson Produzioni. Già confermati i live-set di BAMBII, Ehua, Trinity, SATAMUSICA, Colin Self e Toffolomuzik, Mentalità, Giulia Tess e POCHE Cltv. Il Festival amplia inoltre la propria offerta musicale con quattro concerti gratuiti organizzati allo Sferisterio: Blind & Lame (Germania, 12/07), Joan Thiele (Italia, 10/07), WOW (Italia, 15/07), il duo SIKSA (Polonia, 9/07) e NAVA (Iran/Italia, 16/07).

La parola alla sindaca di Santarcangelo, Alice Parma

“Il Festival 2022 è il primo con la direzione artistica di Tomasz Kireńczuk un momento di passaggio fondamentale che salutiamo con curiosità e interesse. L’edizione di quest’anno sarà particolare anche perché, pur essendo stata progettata in una situazione ancora pesantemente condizionata dalla pandemia, dovrà confrontarsi con un contesto sociale in cui stiamo cercando, seppur con fatica, la strada verso il ritorno alla normalità. Siamo particolarmente soddisfatti – conclude la sindaca – per il livello raggiunto nella collaborazione con le istituzioni culturali europee, ancora più alto rispetto alle edizioni precedenti: un risultato che garantisce un posizionamento internazionale sempre più elevato e ha portato importanti riscontri anche in termini economici.”

La parola a Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Relazioni Esterne del Gruppo Hera

“È molto ricco il programma di quest’anno del Festival, e include tanti temi anche diversi tra loro ma ognuno urgente. In particolare il ruolo della donna, le discriminazioni, gli stereotipi, l’emancipazione. Ogni anno sorprende la creatività e la voglia di sperimentare nuovi linguaggi che questo evento porta con sé e la sua capacità di creare una rete tra tanti artisti e la città stessa, che viene occupata in tutti i suoi spazi. E proprio la capacità di dare voce a espressioni così diverse ci accomuna al festival: come Hera, infatti, ogni giorno lavoriamo per fare sì che i cittadini possano diventare sempre di più attori del cambiamento, con iniziative che li facciano essere protagonisti di una transizione ecologica ed energetica che rappresenta la nostra sfida, una sfida che solo insieme può essere affrontata”.

La parola a Amalia Maggioli, Consigliere Delegato Commerciale, Marketing, Estero del Gruppo

“La capacità del Santarcangelo Festival di dar voce alle molteplici culture che arricchiscono il nostro mondo e di porre in evidenza temi di assoluta attualità, ci spinge a confermare il nostro supporto. L’impegno nella cura della selezione di artisti internazionali e la volontà di cercare un ‘hub’ di condivisione e confronto, raccontando di un mondo in costante evoluzione senza dimenticare l’essenzialità dei principi fondamentali, ci ricorda l’approccio con cui affrontiamo il quotidiano come Gruppo. Lodevole l’attenzione prestata dall’organizzazione anche al tema della sostenibilità, in linea con gli obiettivi di Responsabilità Sociale d’Impresa che il Gruppo Maggioli si prefigge al fine di generare valore condiviso per il territorio e le comunità”.