Il documento-film: “Tintoretto. L’Artista che uccise la pittura” al Cinema dall’11 al 13 aprile

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Jacopo Robusto detto il Tintoretto Deposizione dalla croce, 1562 ca olio su tela, 227 x 294 cm Venezia, Gallerie dell’Accademia
Jacopo Robusto detto il Tintoretto Deposizione dalla croce, 1562 ca olio su tela, 227 x 294 cm Venezia, Gallerie dell’Accademia

 Nelle sale cinematografiche italiane, l’11, il 12 e il 13 aprile, arriva il documentario biografico
“TINTORETTO. L’ARTISTA CHE UCCISE LA PITTURA

Tintoretto. L’Artista che uccise la pittura

Tintoretto. L’Artista che uccise la pittura è un documentario biografico che ci conduce nei luoghi di Tintoretto, nella sua Venezia del Cinquecento, alla scoperta delle atmosfere del tempo, delle luci della città vibrante sull’acqua e di quei colori dei preziosi pigmenti che giungevano nella Serenissima come in nessun altro luogo e di cui Jacopo, figlio di un tintore, sapeva servirsi con straordinaria maestria. Un racconto filmico originale, una coproduzione internazionaleKublai Film, Videe, ZetaGroup, Gebrueder Beetz Filmproduktion in collaborazione con la rete televisiva franco-tedesca ARTE, con la regia di Erminio Perocco e le musiche di Carlo Raiteri e Teho Teardo

Irrequieto e caparbio, determinato nella costruzione della propria carriera, Tintoretto volle contrapporsi allo stile e alle mode del tempo, giungendo per primo a sfaldare la pennellata, a usare il non finito, imponendo prospettive diverse all’interno di uno stesso quadro, soluzioni inattese e audaci che – coniugando le esperienze della pittura, della sculturae dell’architettura – diedero vita a narrazioni complesse, storie che si svolgono dinnanzi agli occhi dello spettatore fino ad assorbirlo e a renderlo parte delle stesse.

Jacopo Robusto detto il Tintoretto  Susanna e i vecchioni, 1555 ca olio su tela, 147 x 194 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie
Jacopo Robusto detto il Tintoretto
Susanna e i vecchioni, 1555 ca
olio su tela, 147 x 194 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie

Tintoretto come un regista cinematografico ante litteram; Tintoretto che dall’esperienza del teatro (ove pure aveva lavorato), è stato capace di trasporre in pittura l’azione scenica e la forza espressiva dei movimenti dei corpi, come evidenzia il documentario con fascinosi tableux vivant; Tintoretto capace di infrangere le regole della pittura unendo la potenza del disegno di Michelangelo e la tavolozza di Tiziano: il “primo poeta maledetto della storia”. Sono la forza travolgente delle sue innovazioni, la potenza immaginativa, il tratto espressionista delle sua pittura, l’originalità assoluta con cui egli seppe interpretare le iconografie tradizionali che tanto piacquero ad artisti come Rubens ed El Greco, fino a Max Beckmann, Jackson Pollock, Emilio Vedova.

Jacopo Robusto detto il Tintoretto  Tarquinio e Lucrezia, 1578 - 1580 ca  olio su tela, 175 x 152 cm The Art Institute of Chicago, Art Institute Purchase Fund
Jacopo Robusto detto il Tintoretto
Tarquinio e Lucrezia, 1578 – 1580 ca
olio su tela, 175 x 152 cm
The Art Institute of Chicago, Art Institute Purchase Fund

Modernità e spirito rivoluzionario di una artista geniale che il film prova a investigare carpendo i suoi pensieri, i segreti della sua tecnica e gli studi preparatori e inquadrando il contesto storico e politico; ma anche attraverso i contributi di importanti studiosi e guests star – Robert Echols (curatore dell’ultima grande mostra a Venezia sull’artista), Roland Krischel Antonio Manno, Stefania Mason, Gabriele Matino, Miguel Falomir (Direttore del Prado di Madrid), Fabrizio Gazzarri, Mario Infelise, Roberto Mazzetto, Luciano Pezzollo, Jorge R. Pomboscrutando – e soprattutto scavando, con la macchina da presa, nelle sue opere drammatiche e travolgenti: quegli enormi teleri realizzati per gli edifici pubblici veneziani, Scuole e Chiese, soprattutto, fino al Palazzo Ducale cuore del potere e del governo cittadino.

Jacopo Robusto detto il Tintoretto  San Marco libera lo schiavo, 1548 olio su tela, 415 x 541 cm Venezia, Gallerie dell’Accademia
Jacopo Robusto detto il Tintoretto
San Marco libera lo schiavo, 1548
olio su tela, 415 x 541 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia

Dal potente e rivoluzionario San Marco libera lo schiavo del 1548 alla Presentazione della Vergine al Tempio (1551 – 1556) realizzata per la Madonna dell’Orto; dalla monumentale Crocefissione (1565) della Scuola Grande di San Rocco alla strabiliante e gigantesca tela con il Paradiso (1588) per la Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo del Doge.

“La sua opera è immensa – disse Paul Cézanne di lui – include ogni cosa dalla natura morta fino a Dio; è un enorme arca di Noè; io mi sarei trasferito a Venezia soltanto per lui!”.

A firmare l’opera Tintoretto. L’Artista che uccise la pittura è Erminio Perocco, regista e creativo veneziano che giunge ai film d’arte dopo tanti successi nel mondo della pubblicità e della regia pubblicitaria. Dalle esperienze giovanili nel teatro e nella fotografia e dagli studi di storia medioevale, Perocco passa al mondo della pubblicità, divenendo autore di alcune della più famose campagne e serie pubblicitarie italiane,
come “Una telefonata allunga la vita” con Massimo Lopez o “Mi ami? Quanto mi ami?” per Telecom oppure l’invenzione del Paradiso per Lavazza, e direttore creativo esecutivo centrale della Armando Testa, la più grande agenzia di pubblicità italiana. Ha vinto circa duecento premi in Italia e nel mondo, tra cui il Leone d’oro a Cannes, il New York Film Festival, il Chicago Film Festival, il Telegatto, l’Art director’s club e il Mezzominuto d’oro.

Perocco ha scritto e diretto webseries e serie brand content tra cui “A un pelo dalla Victoria” con Victoria Cabello e Vittoria Belvedere (per Facebook, trasmesse anche da Fox, Comedy Central e RealTime), quella per GreenNetwork con Gigi Proietti, “I gialli del Maresciallo C”.
con Nino Frassica e Flavio Insinna per RaiUno,ecc. Numerose le iniziative che ora lo vedono impegnato nell’ambito dell’arte e della cultura: oltre al film su Tintoretto, in Texas ha girato Once we were children, sulla vita dello scrittore americano Joe Lansdale,(selezionato al Sundance Film Festival); per il Ministero dei Beni e Attività Culturali, il documentario Via! sull’antica Appia; per MondadoriElecta e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma,  ha diretto A – Elegia di Augusto (Festival Internazionale del Film di Roma). Ha vinto il primo premio per il migliore pitch trailer al Trailer Festival di Milano 2018 con The Badway.

Tintoretto. L'Artista che uccise la pittura
Tintoretto. L’Artista che uccise la pittura

 

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Rebecca Pedrazzi
Classe 1982, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano con la tesi “Il Mercato dell’Arte nel decennio 1998-2008”. Dopo la laurea viaggia in Europa e si trasferisce a Londra. Rientrata a Milano, la sua città natale, lavora come Art-Advisor e commerciale nel settore Luxory. Ha collaborato con diverse testate, online e cartacee, con articoli di approfondimento sull’arte. Dopo aver conseguito il patentino da giornalista pubblicista, fonda nel 2017 NotiziArte, website di notizie d’arte e cultura. É autrice del libro "Futuri possibili. Scenari d'arte e Intelligenza Artificiale" edito con Jaca Book nel 2021.