Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta: Pamela Diamante. Stato di flusso

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Pamela Diamante, Stato di flusso, 2022, dettaglio dell’installazione / installation detail. Foto: Carlos Tettamanzi Courtesy the artist and Fondazione Arnaldo Pomodoro

Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta: PROJECT ROOM #15: Pamela Diamante. Stato di flusso. A cura di Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone

Primo appuntamento del 2022 con il progetto “osservatorio” sulle arti contemporanee della Fondazione Arnaldo Pomodoro, dedicato quest’anno al tema dell’origine e affidato alle curatrici Chiara Pirozzi e Alessandra Troncon

Stato di flusso di Pamela Diamante

Dal 18 marzo al 24 giugno 2022, con la mostra Stato di flusso di Pamela Diamante, la Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta il primo appuntamento del nuovo ciclo espositivo di Project Room, il progetto “osservatorio” dedicato dalla Fondazione ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale, e affidato per il 2022 alle curatrici Chiara Pirozzi eAlessandra Troncone. Pamela Diamante (Bari, 1985) presenta negli spazi della Project Room il progetto inedito Stato di Flusso, un’installazione ambientale immersiva dal forte impatto percettivo.

Pamela Diamante, Stato di flusso, 2022, dettaglio dell’installazione / installation detail. Foto: Carlos Tettamanzi Courtesy the artist and Fondazione Arnaldo Pomodoro
Pamela Diamante, Stato di flusso, 2022, dettaglio dell’installazione / installation detail.
Foto: Carlos Tettamanzi
Courtesy the artist and Fondazione Arnaldo Pomodoro

Stato di flusso è il risultato di un processo relazionale innescato dall’artista con un gruppo di persone invitate a compiere un percorso di autoanalisi e di riflessione sulla propria condizione esistenziale. Affiancata da professioniste nei campi del teatro e della psicoanalisi, Diamante ha realizzato 6 video nei quali le persone coinvolte sono ferme, distese e a occhi chiusi, intente a compiere l’azione più vitale possibile: respirare.

Sospesi in un tempo e uno spazio indefinito, questi ritratti-video in bilico fra stasi e movimento, sono distribuiti nello spazio dell’installazione, prestandosi a essere guardati e ascoltati, rendendo il pubblico partecipe di un’azione minima ma al contempo potente, capace di racchiudere l’essenza dell’energia vitale, rappresentata anche dall’immagine fotografica della Menade danzante di Skopas, che per l’artista è il simbolo trans-storico dell’energia vitale, archetipo di estasi e frenesia.

Pamela Diamante, Stato di flusso, 2022, dettaglio dell’installazione / installation detail.
Foto: Carlos Tettamanzi
Courtesy the artist and Fondazione Arnaldo Pomodoro

L’immaginario visivo proposto da Pamela Diamante crea un luogo sospeso sostanziato da identità altrettanto sospese nel quale il tempo non scorre lineare ma ritorna circolare. Qui troviamo capsule del tempo dalle quali i ritratti dei “dormienti” sembrano fuoriuscire, e davanti ai quali resta il dubbio di trovarsi di fronte a individui provenienti dal passato o a presenze del futuro. Con questa edizione delle Project Room, Fondazione Arnaldo Pomodoro dà avvio a un nuovo corso del progetto, che intende evidenziare le assonanze tra temi e interessi di ricerca delle nuove generazioni con quelli che hanno caratterizzato il percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, oggetto delle mostre Open Studio allestite nello Studio dell’artista.

Pamela Diamante, Stato di flusso, 2022, veduta dell’installazione / installation view. Foto: Carlos Tettamanzi Courtesy the artist and Fondazione Arnaldo Pomodoro
Pamela Diamante, Stato di flusso, 2022, veduta dell’installazione / installation view.
Foto: Carlos Tettamanzi
Courtesy the artist and Fondazione Arnaldo Pomodoro

Project Room: l’origine

Il tema scelto dallo staff di Fondazione e dalle guest curators come chiave interpretativa trasversale delle Project Room e dell’Open Studio 2022 è quello dell’origine, da intendersi nelle sue molteplici valenze espressive, contenutistiche e materiche. Tra le attività di indagine storica e quelle dedicate agli sviluppi del panorama artistico contemporaneo viene così a crearsi un filo diretto, non tanto nel segno di una dinamica di reinterpretazione puntuale o d’après, quanto piuttosto dell’individuazione di una affinità intergenerazionale che permette di guardare con occhi nuovi sia al passato che al futuro dell’arte.