Amor Sacro e Amor Profano è un capolavoro che porta la firma di uno dei più grandi Maestri della Storia dell’Arte: Tiziano Vecellio. Realizzato nel 1515, è un dipinto di monumentali dimensioni – 118 x 279 cm ed oggi è conservato a Roma presso la Galleria Borghese.

 

Tiziano Vecellio, Amor Sacro e Amor Profano, 1515, olio su tela, 118 x 279 cm. Roma, Galleria Borghese
Tiziano Vecellio, Amor Sacro e Amor Profano, 1515, olio su tela, 118 x 279 cm. Roma, Galleria Borghese

Descrizione dell’opera: Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano

Le protagoniste di questo straordinario capolavoro sono le due figure femminili: a una a sinistra osserviamo l’Amor Sacro e una a destra l’Amore Profano. La donna a sinistra veste un ampio vestito bianco con una cintura dorata ed indossa dei guanti. Il panneggio è stato eseguito con una incredibile maestria da Tiziano.  La posizione di entrambi i corpi sono frontali mentre il viso della donna di dx guarda l’osservatore e quello di sinistra guarda verso l’Amor Sacro.   Osserviamo una manica di un color rosso tenue che viene ripreso – nella sua tonalità di rosso più accesso – ad indicare la carnalità – nella figura di destra. L’Amor Profano, si presenta in tutta la sua sensualità con un panno bianco copre le parti intime e uno lungo drappo rosso che dalla spalla scende sulla schiena lasciando visibile il seno. L’antico sarcofago trasformato in una vasca domina al centro. Un piccolo cupido gioca con l’acqua.

Un paesaggio fiabesco

Il sarcofago è usato come una grande vasca per l’acqua e decorato con un pregiato bassorilievo classicheggiante. Il paesaggio dietro le tre figure è bucolico: troviamo in alto a sinistra un castello con un torrione di forma cilindrica. Osserviamo un cavaliere sulla strada verso il castello e alcune figure prossime alla porta. In basso troviamo due conigli bianchi. A destra del dipinto c’è un piccolo villaggio e due cavalieri  impegnati nella caccia alla lepre. E ancora: un pastore con il suo gregge sotto uno scorcio lacustre. Nonostante ci siano molti elementi paesaggistici – il luogo non è mai stato identificato con certezza.

La storia

Questo dipinto di Tiziano – Amor Sacro e Amor Profano – fu commissionato in occasione del matrimonio di Niccolò Aurelio con Laura Bagarotto nel 1514. La conferma ci viene dallo stemma che osserviamo nel pregiato bassorilievo del sarcofago e sul bacile d’argento. Successivamente, nel 1608, l’opera fu acquistata e inclusa nella collezione Borghese su volontà di Scipione Borghese. Questo straordinario dipinto colpì molti nobili e ricche famiglie nel tempo che cercarono invano di acquistarlo offrendo anche ingenti cifre. Nel 1899 anche i banchieri Rotschild tentarono di acquistarlo. Oggi il dipinto è conservato ed esposto ancora nella Galleria Borghese ed incanta tutti i suoi visitatori.

Interpretazioni di Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano Vecellio

Sono stati molti gli studi su questo dipinto e ci sono state tante interpretazioni: dall’amore spirituale e carnale a Venere terrena e Venere Celeste. In primis il titolo dell’opera Amor Sacro e Amor Profano non è quello originario. In passato lo ritroviamo con il nome: Beltà disornata e beltà ornatadel 1613, Tre Amori del 1650, Amor profano e Amor divino del 1693, Donna divina e donna profana del 1700. L’ipotesi più accreditata è stata proposta da Rona Goffen nel 1993 che ha presentato una ricca documentazione per supportare la tesi che Amor Sacro e Amor Porfano sia la rappresentazione della dualità del matrimonio. Secondo questa tesi, a sinistra si trova la futura sposa e molti elementi lo confermano: i due conigli sono simbolo dell’impegno coniugale alla procreazione e la corona di foglie di mirto rappresentano il matrimonio.

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Tra classicismo cromatico ed equilibrio compositivo

É indubbio che Tiziano con quest’opera abbia saputo realizzare un capolavoro di altissimo livello. Qui non vediamo più traccia di quel marcato tonalismo che rimanda a Giorgione: i colori sono qui brillanti e portano tutta l’innovazione di un classicismo cromatico ben studiato ed equilibrato in ogni parte. Osserviamo un colorismo ricco, intenso e chiaroscuri che mettono il risalto un panneggio di altissima qualità. Si osservi infine come il cielo dipinto a destra sia presente in altre opere del Maestro – una sorta di modello riutilizzato – che troviamo in Baccanale degli Andrii, Bacco e Arianna e nella Madonna del coniglio. Il dipinto ha una struttura centrale e simmetrica, un equilibrio compositivo sapientemente studiato.

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