La Primavera di Sandro Botticelli è una delle opere iconiche della Storia dell’Arte. É un capolavoro senza tempo che incanta ancora oggi tutti i visitatori che agli Uffizi si recano per ammirarla.
Sandro Botticelli, La Primavera, 1475-1486, tempera grassa su tavola di pioppo, 203 x 314 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
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Genesi di un capolavoro
Questo sublime capolavoro della Storia dell’Arte è stato realizzato negli anni 1475-1486 da Sandro Botticelli che in quel periodo era nella sua piena maturità artistica e la sua maestria era ormai ben riconosciuta in Italia. Secondo gli storici il celebre dipinto “la Primavera” gli fu commissionata da Lorenzo di Pierfrancesco, cugino di Lorenzo il Magnifico. Grazie a Vasari sappiamo che il dipinto alla fine del XV secolo si trovava nella dimora di via Larga degli eredi di i Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici – e fu successivamente spostato nella villa di Castello- a quel tempo appartenente al granduca Cosimo I de Medici – e descritto nel 1550 (insieme alla Nascita di Venere) da Giorgio Vasari come “la Primavera” – da qui il nome. Nel 1853 l’opera venne trasferita alla Galleria dell’Accademia e successivamente agli Uffizi nel 1919.
“Per la città in diverse case Botticelli fece tondi di sua mano, et femmine ignude assai, delle quali oggi ancora a Castello, luogo del Duca Cosimo di Fiorenza, sono due quadri figurati, l’uno, Venere che nasce, et quelle aure et venti che la fanno venire in terra con gli amori; et cosi un’altra Venere che le Grazie la fioriscono dinotando la Primavera: le quali da lui con grazia si vengono espresse” . Giorgio Vasari
Analisi dell’opera la “Primavera” di Botticelli
La Primavera è ovviamente un dipinto allegorico e raffigura il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino. Vista la complessità dell’opera e dell’allegoria, molti sono stati gli studi effettuati su quest’opera: la Primavera nasconde infatti vari livelli di lettura. La complessa composizione celebra l’amore e ovviamente la prosperità. Il colore scuro della vegetazione non è voluto ma è causato da un’alterazione dei pigmenti nel tempo. Botticelli qui realizza una composizione orizzontale distribuendo su di un unico piano le figure mitologiche. La figura di Venere è leggermente arretrata rispetto alle altre figure ed è circondata da una nicchia semicircolare che ne valorizza l’importanza e la centralità nella composizione.
Le figure del dipinto
In questo straordinario dipinto possiamo osservare nove figure della mitologia classica su un prato fiorito, circondati da aranci e alloro. Al centro possiamo ammirare Venere, dea dell’amore e della bellezza, e Cupido sopra di lei mentre scocca il dardo d’amore a significare il periodo degli amori. A destra, Zefiro abbraccia la ninfa Clori, mentre a sinistra vediamo Mercurio, il messaggero degli dei con il suo elmo e i calzari alati, ed in cerchio le tre Grazie che danzano in cerchio. L’opera è una celebrazione della primavera, dell’amore e della prosperità. Ha dell’incredibile la bellezza e la diversità di piante qui riprodotte: sono circa 138 specie diverse di piante dipinti con dovizia di particolari.
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