Il Manifesto dello Spazialismo di Lucio Fontana del 1947

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Lucio Fontana
A New Spirit in Painting- Works from an Important Collection LUCIO FONTANA 1899 - 1968 CONCETTO SPAZIALE, ATTESE signed, titled and inscribed Concetto Spaziale / L. Fontana / 1+1.0003 "Attese" on the reverse waterpaint on canvas 31 by 41 cm. 13 by 16¼ in. Executed in 1965 © Sotheby's Contemporary Art Evening Auction 21 October 2020

Lucio Fontana (Rosario, 19 febbraio 1899 – Comabbio, 7 settembre 1968) è stato un pittore, scultore ( e ceramista) ed è stato il fondatore del movimento Spazialista. I suoi tagli nelle tele – e i suoi buchi – ci hanno regalato la terza dimensione nella tela. Quando nel 1947 Fontana si trova a Milano crea il primo Manifesto dello Spazialismo, firmato, oltre che da Fontana, dal critico Giorgio Kaisserlian, dal filosofo Beniamino Joppolo e dalla scrittrice Milena Milani. Il testo ancora oggi è di grande attualità e contiene riflessioni legate all’Arte che non hanno tempo.

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PRIMO MANIFESTO DELLO SPAZIALISMO MILANO maggio 1947
Beniamino Joppolo, Lucio Fontana, Giorgio Kaisserlian, Milena Milani

L’arte è eterna, ma non può essere immortale. E’ eterna in quanto un suo gesto, come qualunque altro gesto compiuto, non può non continuare a permanere nello spirito dell’uomo come razza perpetuata. Così paganesimo, cristianesimo, e tutto quanto è stato dello spirito, sono gesti compiuti ed eterni che permangono e permarranno sempre nello spirito dell’uomo. Ma l’essere eterna non significa per nulla che sia immortale. Potrà vivere un anno o millenni, ma l’ora verrà sempre, della sua distruzione materiale. Rimarrà eterna come gesto, ma morrà come materia.

Ora noi siamo arrivati alla conclusione che sino ad oggi gli artisti, coscienti o incoscienti, hanno sempre confusi i termini di eternità e di immortalità, cercando di conseguenza per ogni arte la materia più adatta a farla più lungamente perdurare, sono cioè rimasti vittime coscienti o incoscienti della materia, hanno fatto decadere il gesto puro eterno in quello duraturo nella speranza impossibile della immortalità. Noi pensiamo di svincolare l’arte della materia, di svincolare il senso dell’eterno dalla preoccupazione dell’immortale. E non ci interessa che un  gesto, compiuto, viva un attimo o un millennio, perchè siamo veramente convinti che, compiutolo, esso è eterno.

Oggi lo spirito umano tende, in una realtà trascendente, a trascendere il particolare per arrivare all’Unito, all’Universale attraverso un atto dello spirito svincolato da ogni materia. Ci rifiutiamo di pensare che scienza ed arte siano due fatti distinti, che cioè i gesti compiuti da una delle due attività possano non appartenere anche all’altra. Gli artisti anticipano gesti scientifici, i gesti scientifici provocano sempre gesti artistici. Né radio né televisione possono essere scaturiti dallo spirito dell’uomo senza un’urgenza che dalla scienza va all’arte. E’ impossibile che l’uomo dalla tela, dal bronzo, dal gesso, dalla plastilina non passi alla pura immagine aerea, universale, sospesa, come fu impossibile che dalla grafite non passasse alla tela, al bronzo, al gesso, alla plastilina, senza per nulla negare la validità eterna delle immagini create attraverso grafite, bronzo, tela, gesso, plastilina. Non sarà possibile adattare a queste nuove esigenze immagini già ferme nelle esigenze del passato.

Siamo convinti che, dopo questo fatto, nulla verrà distrutto del passato, né mezzi né fini, siamo convinti che si continuerà a dipingere e a scolpire anche attraverso le materie del passato, ma siamo altrettanto convinti che queste materie, dopo questo fatto, saranno affrontate e guardate con altre mani e altri occhi e saranno pervase di sensibilità più affinata.

Beniamino Joppolo, Lucio Fontana, Giorgio Kaisserlian, Milena Milani

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