Ma chi era davvero Bruno Munari? Tra Design, Arte, Scrittura e creatività

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1935
bruno munari - negativo-positivo 1951 cm 32x32 coll. priv. new york

Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch’io, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima. Bruno Munari

Chi era Bruno Munari?

Bruno Munari è stato un artista nel senso più ampio che possiamo intendere: pittore, scultore, designer, insegnante (e grande comunicatore) e scrittore. In pratica una delle figure più influenti storia del design e grande protagonista del mondo dell’arte del XX secolo.

Bruno Munari: gli esordi

Nasce a Milano nel 1907, e trascorre la sua infanzia a Badia Polesine, in Veneto, dove i genitori gestiscono un albergo. Questi primi anni vissuti in campagna li ritroveremo nei fondamenti della sua estetica e del suo pensiero. Nel 1925 si trasferisce a Milano per lavorare in alcuni studi professionali di grafica. Qui incontra e frequenta il gruppo di artisti del secondo Futurismo: Severini, Marinetti, Prampolini e Aligi Sassu.

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«Ci facevamo coraggio l’un l’altro. Bruno l’avevo conosciuto ai Giardini Pubblici. Campava, disegnando nello studio di uno zio ingegnere. Si andava ai Giardini con carta e matita: decine di schizzi. Ci sentivamo futuristi. E, un giorno, decidemmo di bussare alla loro porta. Sapevamo che Marinetti era di passaggio a Milano. Per la prima volta, indossai un paio di pantaloni lunghi e, con un cartoccio di disegni, feci il mio debutto all’Hotel Corso. Era il 1927. Bruno ed io, ignoti ragazzetti, tremavamo. Ma ci trattarono alla pari, con un’incredibile apertura e una grande generosità[…] “Aligi Sassu” di Guido Vergani, in “Le persone che hanno fatto grande Milano”

Dallo Studio di Grafica al Movimento Arte Concreta

Nel 1929 Munari apre il suo studio di grafica e pubblicità e realizza visionari lavori come la macchina aerea e fonda il Gruppo Lombardo Radiofuturista nel 1929. Munari matura una grande attenzione allo studio dei limiti tecnici della pittura e della scultura: lavora sull’oggetto che diventa soggetto del suo meccanismo.

L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi.

Nel 1939 lavora come grafico presso la Mondadori, e come art director per la rivista Tempo. Non solo Arte e Design: Munari parallelamente inizia a scrivere libri per l’infanzia, inizialmente pensati per il figlio Alberto – che avranno poi un grandissimo successo. Nel 1948, lo ritroviamo insieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Galliano Mazzon e Atanasio Soldati: con loro fonda il Movimento Arte Concreta.

Non c’è stato un momento, nella mia infanzia e nella mia vita, in cui mi sono accorto che la mia strada sarebbe stata quella dell’artista. C’è sempre stata una specie di ‘dissolvenza incrociata’ tra la vita normale di paese e una mia attività che oggi si definirebbe ‘creativa’, provocata dalla curiosità e dalla voglia di fare qualcosa di diverso dal solito.

Gli studi e sempre nuovi approfondimenti nel campo visivo lo portano a realizzare i primi quadri astratti, i negativi-positivi,  le macchine aritmiche e i libri illeggibili in cui il racconto è segue un filone puramente visivo. E ancora: forchette parlanti (che esplorano il linguaggio dei segni), le sculture da viaggio e nel 1959 i fossili del 2000. Le sue creazioni spaziano in diversi campi – sono brillanti, geniali e talvolta molto ironiche. La sua creatività è paragonabile ad un fiume in piena: prende gli stimoli da ogni luogo, rielabora, approfondisce, crea.

Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Bruno Munari

Dalla collina del cinema al primo laboratorio per bambini in un museo

Tra il il 1962 e il 1972 realizza pellicole cinematografiche d’avanguardia con Marcello Piccardo e i suoi cinque figli. Questo lavoro lavoro lo affascina e da questa esperienza crea la “Cineteca di Monteolimpino – Centro internazionale del film di ricerca”. Cardina diventa “La collina del cinema” e qui troveremo Bruno Munari ogni estate, dedito al suo lavoro, fino agli ultimi anni della sua vita. Il suo laboratorio/casa oggi è la sede dell’Associazione Cardina, in via Conconi, di fronte al ristorante Crotto del Lupo. Nel libro “Alta tensione” (1991) Bruno Munari ci racconterà il suo intenso amore con i boschi della collina di Cardina.

Bruno Munari
Scultura da viaggio, 1958 prototipo-in-cartoncino-nero-185x185x12-cm-esemplare-unico – esposta 25 maggio al 23 giugno 2018, presso la Galleria 10 A.M. Art di Milano

Il primo laboratorio per bambini in un museo

L’interesse per i bambini e il mondo dell’infanzia è una costante nel suo lavoro. Munari crea il primo laboratorio per bambini in un museo, presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Munari ha inoltre creato incredibili strumenti teorici e pratici per stimolare la creatività nei bambini piccoli – ancora oggi molto attuali).

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«C’è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri.»(Bruno Munari, Arte come mestiere, 1966)

Bruno Munari – negativo-positivo 1951 cm 32×32 coll. priv. new york

Una vita di grandi opere

Negli anni ottanta e novanta Munari non esaurisce mai la sua creatività e realizza le sculture filipesi (1981), le costruzioni grafiche dei nomi di amici e collezionisti (dal 1982), i rotori(1989), le strutture alta tensione (1990), le grandi sculture in acciaio corten, e molte altre opere. Munari è stato anche insegnante in diverse scuole tra cui il Carpenter Center for Visual Arts della Harvard University (1967) e l’ISIA di Faenza. Morirà a 91 anni, nella sua città Natale, lasciandoci un’eredità di inestimabile valore: dagli scritti alle pellicole, dai lavori grafici alle opere d’arte. Bruno Munari è il sesto fra i sette grandi di Milano tumulati nel Famedio del Cimitero Monumentale, la costruzione destinata alla sepoltura di personaggi illustri.

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