Nel mondo dell’arte i Grandi Artisti hanno sempre portato nelle loro opere, il loro processo creativo, la loro ricerca stilistica – che sia classica o sperimentale. Dalla prospettiva di Piero della Francesca all’Action Painting di Pollock. Con la ricerca del proprio stile, anche le sperimentazioni sui colori da usare nei dipinti ha origini ovviamente antichissime: si miscelando vari pigmenti ottenuti da elementi naturali, per ottenere nuove tonalità. Pensiamo al colore porpora: il pigmento si estraeva dal murice comune, un mollusco della famiglia dei Muricidi. Un lavoro da certosino, prodotto inizialmente dai Fenici. Il primo pigmento sintetico (escludendo il rosso di ocre riscaldato e il carbone), fu il blu egiziano, introdotto grazie alla produzione vetraria che usava di base il rame. Da sottolineare che il Blu Egiziano era ben diverso dall’indaco che invece era di origine vegetale (ottenibile ad esempio dalle piante Indigofera tinctoria e l’Isatis tinctoria).
Quando il colore è alla base di una ricerca
Nel corso dei secoli, le sperimentazioni e le composizioni dei colori si sono affinate. Il colore stesso è diventato a volte uno strumenti di stile ma non solo. Ci sono artisti che più di altri si sono dedicati al tema del “colore” con particolare interesse – e con tanta audacia -. E’ il caso di Yves Klein, l’artista francese noto per i suoi “Monocromi” e per il “suo” Blu. Le sue prime opere sono proprio dei dipinti monocromi, opere appunto realizzate con un solo colore. Klein ha un rapporto viscerale con i colori – usa pigmenti puri non uniti a leganti per non perderne la luminosità. Il colore e il suo impiego è per lui una ricerca di stile e un modello filosofico.
L’International Klein Blue (IKB) di Yves Klein
La sua ricerca di nuove nuances lo portano alla ricerca dell’essenza del colore. Ma a Klein non basta ricercare il colore, lo vuole creare in toto. Nel 1956, dopo tante sperimentazioni, ecco che Yves crea «la più perfetta espressione del blu», un blu oltremare intenso – sintesi per lui di cielo e terra -. International Klein Blue – IKB (IKB, =PB29, =CI 77007) è stato sviluppato da Klein in collaborazione con dei chimici sospendendo il pigmento asciutto in una resina sintetica. Sebbene questo nuovo colore non verrà mai prodotto a livello industriale – sarà il tema centrale delle sue opere: sia sulla tela che nelle performance (ben note sono quelle in cui l’artista verniciava le modelle nude che si rotolavano su tele bianche creando così opere d’arte).
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L’avventura della monocromia
Il Blu di Klein viene prodotto dal colorificio “Adam” situato a Montparnasse a Parigi. Il titolare storico del colorificio collaborò con Klein alla realizzazione del pigmento. La storia del IKB è stata raccontata da Teodoro Gilabert nel libro Blu K. – Storia di un artista e del suo colore tramite le parole di Édouard Adam – che qui vi riportiamo.
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Monochrome bleu sans titre, 1958, Pigment pur et résine synthétique sur gaze montée sur panneau , 150 x 198 cm, © Succession Yves Klein c/o ADAGP Paris