Quando l’intensità di un atto d’amore diventa un’opera d’arte: il Bacio di Brâncuși

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Brâncuși
il bacio Brancusi

“il Bacio” la meravigliosa scultura dell’Artista Rumeno Constantin Brâncuși: quando l’intensità di un atto d’amore diventa un’opera d’arte.

“Ho voluto fare, infatti, una cosa che ricordasse l’amore non solo di una coppia, ma di tutte le coppie mai vissute sulla terra”. Così Brancusi ci spiega il suo Bacio: un blocco di pietra, due figure appena accennate che si baciano. Il gesto arcaico, semplice e puro abbozzato nella pietra.”

Storia di un bacio.

La scultura – ben nota in tutto il mondo –  “Il Bacio” è stata realizzata nel 1907 da Constantin Brancusi. Stiamo parlando di una scultura essenziale, quasi primordiale per la sua semplicità. Quest’opera dalle forme armoniose e ancestrali manda il suo messaggio d’amore diretto all’osservatore. E proprio quel bacio unitamente all’abbraccio, portano in quel blocco di pietra la purezza di un sentimento universale e senza tempo. Brancusi, realizzò diverse versioni del Bacio: dalla prima del 1907 – più armoniosa nelle linee, a quella del 1916, più stilizzata e geometrica.

“Il bacio è stato per me il cammino di Damasco”

(Constantin Brâncuși)

Constantin Brancusi, Il bacio, 1916. Philadelphia Museum of Art, © The Louise and Walter Arensberg Collection, 1950

Un Bacio Universale

Per cogliere l’essenza e l‘essenzialità di un gesto bisogna arrivare a vederne la semplicità che ne sta all’origine. Brancusi è uno straordinario scultore moderno di origine rumena, che riesce a riportare in un’unica opera la purezza di un gesto, di un sentimento. Brancusi ha qui eliminato il superfluo, per comunicare con la sua scultura il messaggio più importante: il sentimento di amore tra uomo e donna. Dalla semplicità all’essenziale – in una direzione che anticipa l’astrattismo – il passo è breve. La versione del “Bacio” realizzato nel 1916 rappresenta sempre l’atto del bacio ma le figure sono più geometriche e squadrate. 

Constantin Brancusi

Constantin Brâncuși nel 1876 nasce ad Hobita, in Romania. Studia all’Accademia di belle arti di Bucarest e lavora a Vienna e a Monaco. Era un uomo determinato e un artista curioso: a ventotto anni lo vediamo in Francia a conoscere le avanguardie Parigine. Tra le sue conoscenze troviamo grandi artisti come Matisse, Modigliani, Rousseau, Duchamp. E proprio a Parigi, lo scultore conobbe e fu fortemente influenzato da scultori come Auguste Rodin e Medardo Rosso. Da Derain imparò la passione per la lavorazione della pietra alla ricerca dell’immagine primitiva, semplicemente abbozzata con il metodo del taglio diretto. Le sue opere ci incantano per l’intensità di quella semplicità, quasi fossero delle opere universali in cui la rappresentazione stessa o il gesto che rappresenta è di per se protagonista.